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Pop Bari: Spa entro giugno per evitare il crac

Il presidente di Consob, Paolo Savona, tuona contro la Pop Bari: “In fumo 700 milioni” dei risparmiatori” – Intanto Invitalia, Mediocredito e Fondo interbancario pretendono la trasformazione entro giugno per dare il via al salvataggio – Necessaria anche una riduzione dei crediti deteriorati – Bankitalia: “Servono anche altri investitori privati” – Ecco tutti i passaggi dell’operazione

Pop Bari: Spa entro giugno per evitare il crac

I soci sono avvisati: la Banca Popolare di Bari eviterà la bancarotta solo se sarà trasformata in Spa. Questo il messaggio lanciato dai numeri uno dei tre soggetti coinvolti nel salvataggio – Invitalia, Mediocredito Centrale e Fondo interbancario di tutela dei depositi – intervenuti mercoledì davanti alla commissione Finanze della Camera sul decreto legge che riguarda l’istituto pugliese. Giovedì è stato il turno della Banca d’Italia, secondo cui è auspicabile “altri soggetti privati siano coinvolti nell’operazione per contribuire a irrobustirla, in linea con l’obiettivo di rispondere a logiche, criteri, e condizioni di mercato”.

“Tra le condizioni sospensive che abbiamo posto nell’accordo sottoscritto da Mcc con il Fitd e i commissari – ha detto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia – c’è la trasformazione della Banca in Spa. Senza questa trasformazione, l’operazione non potrebbe andare avanti”.

Un’altra precondizione, indicata stavolta dall’ad del Mcc, Bernardo Mattarella, è lo svolgimento da parte della Popolare di Bari di “un processo di derisking, cioè di riduzione dello stock di crediti deteriorati”.

Durissimo l’attacco alla Popolare di Bari da parte del presidente della Consob, Paolo Savona: “Sono andati in fumo oltre 700 milioni” dei risparmiatori.

INVITALIA ELENCA I PASSAGGI DEL SALVATAGGIO

Dopo la conversione del testo in Parlamento, “c’è l’impegno, entro il 15 marzo, ad avviare e concludere la due-diligence – ha aggiunto Arcuri – poi entro metà aprile ci sarà il piano industriale per capire l’effettivo ammontare dell’aumento di capitale, e poi dovrà essere fatto un accordo di coinvestimento con il Fitd”. Infine, entro il 30 giugno “dovrà tenersi l’assemblea per il passaggio ad Spa, per l’adozione del nuovo statuto”. Dopo di che, entro settembre o al massimo entro fine anno, arriveranno le autorizzazioni delle varie autorità e quindi potrà partire il salvataggio vero e proprio.  

GLI INTERVENTI DEL FONDO INTERBANCARIO E DEL MEDIOCREDITO CENTRALE

Nell’architettura delineata in un accordo quadro perfezionato il 31 dicembre, il Fondo interbancario di tutela dei depositi è intervenuto con un’iniezione di 310 milioni di euro e interverrà ulteriormente nel capitale della banca fino a un ammontare massimo complessivo di 700 milioni. Mcc, invece, “potrà intervenire sottoscrivendo un aumento di capitale per un importo che sarà determinato in funzione di un rendimento di mercato del capitale investito”, ha precisato Massimiliano Cesare, presidente del Mediocredito centrale.

BANKITALIA: SERVONO ALTRI INVESTITORI PRIVATI

Anche secondo la vicedirettrice generale della Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli – ascoltata giovedì in commissione – la trasformazione in Spa della Popolare di Bari si dovrà fare “con celerità e senza esitazioni”, perché “ritardi o incertezze potrebbero mettere in discussione il buon esito dell’operazione”.

Perrazzelli ha rivelato poi un aspetto finora non emerso dell’accordo quadro tra il Fitd e Mediocredito Centrale, ossia “l’adozione di misure a favore degli attuali soci della Popolare volte, tra l’altro, a incentivare la partecipazione all’assemblea” per l’aumento di capitale e la contestuale trasformazione in spa.

Per il buon esito del salvataggio, ha continuato Perrazzelli, “i nuovi investitori devono da subito assumere un forte ruolo di direzione e impulso, volto a orientare con determinazione la banca verso prospettive industriali credibili in un’ottica di medio-lungo termine”. Un ruolo che spetta a Mcc visto che il Fitd è destinato poi ad uscire dall’azionariato.

Ma non basterà: per il rilancio della Popolare di Bari, Bankitalia auspica che anche “altri soggetti privati siano coinvolti nell’operazione per contribuire a irrobustirla, in linea con l’obiettivo di rispondere a logiche, criteri, e condizioni di mercato”. L’operazione, infatti, è aperta al contributo di “altre banche del territorio, investitori non bancari, partner industriali”.

Infine, Perrazzelli ha sottolineato che “andranno individuate forme di ristoro per i casi di comportamenti scorretti registrati in occasione degli ultimi aumenti di capitale”.

SAVONA: “IN FUMO 700 MILIONI DEI RISPARMIATORI”

L’ultima audizione in ordine di tempo è stata quella di Paolo Savona. Secondo il numero uno della Consob, il patrimonio netto della Banca popolare di Bari, che al 30 giugno scorso era pari a 442 milioni di euro, “si deve presumere che a seguito delle perdite sia stato perso. Si parla di circa 70.000 piccoli azionisti. I bond subordinati sono pari a 291 milioni di euro, tutte le altre obbligazioni sono state già rimborsate”. E il passivo che rimane è di oltre 700 milioni di euro.

Savona ha fatto sapere poi che Consob ha chiesto a fine anno la diffusione di dati di bilancio aggiornati, ma che tale informazione non è stata resa pubblica per ragioni di stabilità di finanziaria.

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