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Polonia, crisi Covid meno dura grazie ai consumi privati

Se i consumi privati rappresentano il 58% del Pil, riducendo così la vulnerabilità agli shock esterni, i risultati economici di Varsavia dipendono dall’export in misura minore rispetto ai partner dell’Europa Centrale. Attenzione però al deficit di bilancio. Le misure di stimolo fiscale sono state pari al 12% del Pil.

Polonia, crisi Covid meno dura grazie ai consumi privati

Nel 2020 la contrazione economica della Polonia a causa della pandemia di coronavirus è stata stimata da Atradius al -2,8%, molto meno profonda della recessione media Ue (-6,4%). Questa diminuzione piuttosto bassa è dovuta al fatto che i risultati economici di Varsavia dipendono dalle esportazioni in misura minore rispetto a partner dell’Europa Centrale come Repubblica Ceca, Ungheria o Slovacchia. Allo stesso tempo, i consumi privati rappresentano il 58% del Pil, riducendo così la vulnerabilità agli shock esterni (come evidenziato nell’evitare la recessione durante la crisi del credito del 2009). Nel 2021 gli analisti prevedono un rimbalzo dell’economia del +3,8%, dal momento che l’attuale ondata di infezioni da coronavirus può essere contenuta e il processo di vaccinazione attuato in tempo.

In questo scenario, l’aumento delle sovvenzioni governative a famiglie  e pensionati, insieme alle agevolazioni fiscali, continuano a sostenere i consumi privati, mentre la disoccupazione è prevista livellarsi. Le esportazioni polacche sono previste rimbalzare del +9% dopo una contrazione dell’1,9% nel corso del 2020, sostenuta dalla domanda dell’Eurozona. Produzione industriale e investimenti dovrebbero crescere quest’anno del +10,6% e +3,2%, rispettivamente.

Al fine di sostenere l’economia, la Banca Centrale ha abbassato il tasso di interesse di riferimento tre volte all’inizio del 2020, a un minimo storico di 0,1% dallo scorso maggio. Questa posizione accomodante è attualmente aiutata da una minore inflazione, scesa lo scorso dicembre al 2,4%, sotto l’obiettivo medio del 2,5%. Quest’anno è previsto un tasso d’inflazione del 2,6%. 

Nel 2020 le misure di stimolo fiscale legate al coronavirus hanno rappresentato circa il 12% del Pil. Al fine di sostenere la liquidità nei settori che hanno sofferto di più nella seconda ondata della pandemia, a gennaio il governo lanciato un pacchetto di stimolo aggiuntivo chiamato “Scudo Finanziario 2.0” per fornire sostegno principalmente alle PMI attive in 50 settori, per un valore di 2,9 miliardi di euro. Non va inoltre dimenticato che anche la Polonia trarrà grande beneficio dal “Next Generation EU” per aiutare i Paesi a riprendersi dalla recessione con sovvenzioni supplementari: il governo di Varsavia prevede di utilizzarle come investimenti pubblici in infrastrutture, energia e digitalizzazione.

A causa delle misure di stimolo globali, lo scorso anno il disavanzo di bilancio è aumentato all’8% (da 0,8% nel 2019) e si prevede un nuovo aumento nel corso del 2021, pari al 5% del Pil. Nello stesso periodo, il debito pubblico, salito al 54% del Pil (dal 47%), si è tuttavia confermato sostenibile. E mentre quest’ultimo è soggetto a qualche rischio valutario e vulnerabile alla fiducia degli investitori internazionali, la sua composizione rimane tuttavia a basso rischio.

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