Condividi

Pollo, olio, pasta e pane: aumenta il prezzo degli alimenti. E il peggio deve ancora venire

Secondo un’indagine condotta da Unioncamere, insieme a Bmti e Ref ricerche i prezzi dei prodotti alimentari più consumati sono aumentati di oltre il 10% rispetto allo scorso anno e tra aprile e maggio gli incrementi continuano

Pollo, olio, pasta e pane: aumenta il prezzo degli alimenti. E il peggio deve ancora venire

Dal pollo all’olio, passando per pasta e pane, continua ad aumentare il prezzo dei generi alimentari che a marzo è salito del 2,1%, con una crescita a doppia cifra (+10,9%) rispetto a marzo 2021. Questo quanto rileva l’indagine, condotta da Unioncamere con la collaborazione di BMTI e REF Ricerche, sulla base delle rilevazioni sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali di Acquisto della Gdo. E non è finita qui, perché il peggio deve ancora venire. Lo studio, infatti, prospetta una ulteriore intensificazione dell’inflazione nel bimestre aprile-maggio, quando si attendono aumenti per la media dei 46 prodotti alimentari più consumati del +3,5% rispetto al bimestre precedente e una crescita su base annua che potrebbe arrivare fino al +12,7%.

“In uno scenario che già presentava tensioni a causa di molteplici fattori (energetici, climatici e sanitari), lo scoppio della guerra in Ucraina ha ulteriormente spinto al rialzo i prezzi dei prodotti alimentari”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Una corsa che non accenna a rallentare, a svantaggio dei costi pagati dalle imprese e dei bilanci delle famiglie”. 

Polli, olio, pasta, pane: ecco tutti gli aumenti

Tra i prodotti che a marzo hanno registrato aumenti maggiori rispetto al mese precedente, al primo posto si piazza il pollo fresco, il cui prezzo è cresciuto del 4,3% a causa di un’offerta ridimensionata nei mesi scorsi dall’influenza aviaria e dall’aumento dei costi dei mangimi. Segue il burro (+3,8%), segnato dalla riduzione delle disponibilità a livello continentale. Per effetto dei rincari delle materie prime (grano duro, grano tenero) e dell’energia già in atto nel 2021, un forte incremento dei prezzi è stato registrato anche per i prodotti cerealicoli e derivati come pasta di semola +3,7%, riso +3,7%, biscotti +3,6%, pane +3,4%.

“L’inflazione per il mese di marzo, secondo i dati di preconsuntivo forniti dalle Centrali di Acquisto, subisce una vistosa accelerazione sino al +10,9%, con i rincari maggiori per la carne di pollo (+34,8%), nell’olio di semi vari (+30,5%), complice la carenza di approvvigionamenti di olio di girasole dal Mar Nero (Russia e Ucraina sono due maggiori produttori di olio di girasole al mondo) e nella pasta di semola (+22,5%)”, sottolinea il report.

Forti aumenti nei prossimi mesi per pasta, pane e burro

Le prospettive per i prossimi mesi non sono incoraggianti. In base alle indicazioni fornite dalle Centrali di Acquisto della GDO, significativi aumenti dovrebbero registrarsi anche per il bimestre aprile-maggio. In media, per i 46 prodotti alimentari monitorati, l’incremento si attesta al +3,5%. Tra i generi alimentari più colpiti, figurano ancora pasta di semola (+6,6%) e pane (+6,5%) e burro (+5,6%).

“L’inflazione attesa per i prodotti dell’industria alimentare acquistati dalle Centrali d’Acquisto della GDO non accenna a rallentare, e si proietta verso il +12,7% nel bimestre aprile-maggio”, sottolinea lo studio, secondo cui le accelerazioni maggiori sono attese da carne di pollo (+33,3%), olio di semi vari (+31,6%) e pasta di semola (+26,8%). Gli aumenti attesi sulle farine, sui cereali e sui prodotti derivati sono capillari ed intensi con la farina di grano tenero in crescita del +19,8% e le fette biscottate del +16,2%, spinti dalle tensioni che persistono nello scenario internazionale. Significativa anche la crescita attesa per il riso (+16,2%), a causa di un’offerta disponibile inferiore alla domanda delle riserie.

Allargando l’orizzonte temporale, le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali d’Acquisto suggeriscono una ulteriore accelerazione dell’inflazione alimentare al consumo nei mesi estivi, verso valori superiori al 7% (per la media dell’anno 2022 la previsione è ora al +6,1%).

Commenta