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Pnrr, Governo in ritardo e 19 miliardi di fondi in bilico ma Meloni rassicura: “Nessun rischio”

Il Governo avrebbe raggiunto solo 5 dei 13 obiettivi fissati per fine marzo. Problemi anche su alcuni target del 2022 – L’Italia rischia sulla terza rata del Piano, ma la Premier rassicura

Pnrr, Governo in ritardo e 19 miliardi di fondi in bilico ma Meloni rassicura: “Nessun rischio”

Degli obiettivi fissati entro fine marzo l’Italia ne ha raggiunti solo cinque, sui 55 obiettivi del 2022 invece ce ne sarebbero alcuni che non avrebbero le carte in regola, mentre i target che dovremmo portare a compimento entro il 30 giugno 2023 sarebbero ancora in alto mare. Volendo riassumere la situazione in poche parole: l’Italia è in ritardo con il Pnrr e rischia di perdere non solo la terza tranche dei fondi da 19 miliardi, ma anche quella successiva, che ne vale 16.  “No, non vedo assolutamente rischi” che l’Ue non paghi la terza tranche del Pnrr, ha però rassicurato la Premier Giorgia Meloni da Bruxelles, dove è impegnata per il Consiglio Europeo. “C’è un lavoro molto serio, collaborativo, noi abbiamo ereditato una situazione che sicuramente richiede di lavorare molto velocemente, è quello che stiamo facendo assieme alla Commissione. Ho parlato ora con Ursula von der Leyen e mi sembra che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio dell’Italia. Le decisioni che si prendono sono decisioni che stiamo condividendo”, ha aggiunto Meloni.

Pnrr: gli obiettivi del 2022

Il governo Meloni considera raggiunti tutti e 55 gli obiettivi fissati per il 2022, ma Bruxelles non sarebbe dello stesso parere. Alcuni target, infatti, non avrebbero le carte in regola? Quanti? 13 secondo la fondazione Openpolis, 3 dei quali riguardanti la cybersicurezza nazionale. “È un tema un po ‘delicato, chiaramente sono notizie non di dominio pubblico, che non pubblichiamo sui siti istituzionali”, ha detto Bruno Frattasi, direttore generale dell’agenzia per la cybersicurezza, a Repubblica che, citando altre fonti accreditate, sostiene che sotto la lente dell’Ue ci sarebbero 5 obiettivi, tra i quali le concessioni portuali.

Per il momento, Bruxelles ha dato all’Italia un mese in più di tempo all’Italia – fino al 31 marzo appunto  – per mettersi in regola, ma la strada sembra in salita. In bilico ci sono i 19 miliardi di euro, ovvero la terza tranche dei fondi del Pnrr. Non solo, a fine giugno c’è un’altra scadenza da 16 miliardi, che l’Italia rischia di non rispettare.

Pnrr, centrati solo 5 dei 13 target previsti per il 31 marzo

Secondo un’analisi del Sole 24 Ore, a pochi giorni dalla scadenza l’Italia avrebbe raggiunto solo 5 dei 13 target previsti entro il 31 marzo. Su alcuni, come il già citato codice degli appalti che arriverà in consiglio dei ministri la prossima settimana, il governo Meloni pensa di chiedere a Bruxelles una proroga al 2024 mentre su altri la situazione è in stallo. Un esempio? I balneari, un tema su cui il Governo è chiamato a decidere: effettuare le gare per le concessioni come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e come richiesto dall’Unione Europea oppure forzare la mano (con il pericolo di perdere i fondi) e mappare le spiagge. 

Pnrr: pesi solo 10 miliardi su 168 a disposizione

Un altro problema fondamentale riguarda la capacità di spesa dei soldi ricevuti. I calcoli della Corte dei Conti lasciano a bocca aperta: secondo i giudici contabili, infatti, il nostro Paese avrebbe speso poco più di 10 miliardi dei 168 a sua disposizione: in percentuale si tratta del 6% del totale. Pochissime risorse sarebbero state messe in campo sulle Missioni 4, 5 e 6 relative a istruzione (spesi 1,2 miliardi su 31), inclusione e coesione (239 milioni su 20 miliardi) e, infine, salute. Su quest’ultimo capitolo i conti sono ancora impietosi: l’Italia avrebbe speso per la sanità 79 milioni sui 15 miliardi disponibili, lo 0,5% del totale. Va un po’ meglio con la Missione 3 dedicata alle “Infrastrutture per la mobilità a sostenibile”, dove almeno siamo riusciti a superare la doppia cifra, spendendo il 16,4% delle risorse a nostra disposizione.

Il colloquio tra Gentiloni e Fitto

Di questi temi avrebbero discusso il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni e il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto. I due “hanno effettuato una disamina degli obiettivi in merito ai quali è ancora in corso un’interlocuzione fra il governo e i servizi della Commissione”, rivela una nota di Palazzo Chigi. 

Fitto e Gentiloni nel corso dell’incontro avrebbero discusso anche di un’altra questione cara al Governo: l’inserimento del programma dei progetti del Repower Ue, iniziative per la diversificazione energetica per ora fuori dal Pnrr che sostituirebbero alcuni obiettivi ritenuti irrealizzabili e consentirebbero un più facile utilizzo delle risorse.

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