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PNRR e piccoli Comuni: a novembre le domande per i progetti urbani

Il 15 novembre scade il bando per la riorganizzazione dei comuni con meno di 5 mila abitanti. Una buona opportunità per rilanciare centri minori sparsi in tutta Italia.

PNRR e piccoli Comuni: a novembre le domande per i progetti urbani

I piccoli Comuni hanno voglia di rinnovarsi e diventare più efficienti. Davanti a 4900 domande di dilazione di partecipazione al bando per la riqualificazione dei piccoli Comuni, il dipartimento Casa Italia ha deciso una proroga alla scadenza del 25 ottobre. Il nuovo termine è fissato per il 15 novembre 2023

Le richieste sono andate oltre le aspettative, allora ai Comuni con popolazione sotto i 5 mila abitanti viene data una nuova occasione per candidare i progetti ai soldi del PNRR. 

Il bando è rivolto ai piccoli Comuni che rientrano nell’elenco definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 luglio 2021. I progetti hanno un limite massimo finanziabile di 700 mila euro. Però, se sono “presentati in forma associata, l’importo di 700 mila euro è moltiplicato per il numero di Comuni facenti parte della convenzione per i quali l’Unione presenta il progetto”

Cosa viene finanziato?

I punti forti del bando sono la riqualificazione degli immobili, delle aree dismesse e gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico. Altri interventi riguardano la sicurezza e la riqualificazione delle strade, degli edifici pubblici, con particolare riguardo alle scuole.

I piccoli Comuni sono l’orgoglio di storiche aggregazioni territoriali. Sono stati sede di signorie, di intellettuali ed artisti, di geni e di briganti. Negli ultimi anni molte persone delle Regioni più ricche, ma anche più esposte agli impatti climatici e di inquinamento, hanno abbandonato le città per andare a vivere in piccoli centri. Di contro si è avuto lo spopolamento di centinaia di altri piccoli comuni con provocatorie iniziative dei sindaci che vendevano immobili a 1 euro, pur di vedere crescere il numero degli abitanti.

Solo progetti realistici

Lo Stato ha deciso di intervenire, ma i progetti dovranno rispondere alla realtà. Fino ad oggi il patrimonio edilizio è stato ristrutturato grazie ad investimenti privati. Con il PNRR la parte pubblica dovrebbe ritrovare ruolo e vicinanza ai territori.

Il piano di riqualificazione prevede anche l’aumento dell’efficienza energetica delle case con la promozione di fonti rinnovabili. Il Superbonus 110% ha già consentito a molti proprietari di ristrutturare migliaia di immobili che, detto en passant, nella grande maggioranza dei casi erano prima case.

La parte energetica potrebbe aprire ora la porta alla travagliata nascita di comunità energetiche. Collegare più edifici con strumenti pubblici e minore impatto burocratico sarebbe un buon segnale per tutti.

Per  aumentare l’accoglienza i progetti comunali possono prevedere anche  la creazione di alberghi diffusi il recupero di beni culturali, storici, artistici e librari. Una buona lista di cose fattibili senza sprechi. Speriamo.

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