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Pil, Bankitalia: “Nel 2021 ripresa più lenta del previsto”

In un’audizione parlamentare, la Banca d’Italia spiega inoltre che un andamento dell’economia meno favorevole del previsto ed eventuali ritardi sul Recovery Fund “avrebbero effetti rilevanti sulle coperture” della manovra, che al momento vale 2 punti Pil l’anno nel 2021-2022

Pil, Bankitalia: “Nel 2021 ripresa più lenta del previsto”

La ripresa del Pil italiano nel 2021 sarà più lenta del previsto, ossia di quel +6% stimato dal governo nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Lo ha detto Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, nel corso di un’audizione parlamentare sulla manovra di bilancio. È vero che nel terzo trimestre “la crescita è stata superiore alle attese, e questo indica che la nostra economia conserva una significativa capacità di recupero”, ha spiegato Gaiotti, ma “la recrudescenza della pandemia e le necessarie misure restrittive si stanno ripercuotendo sull’economia. In Italia è in corso un indebolimento dell’attività economica: secondo le nostre indagini nel quarto trimestre è plausibile una flessione del Pil, anche se decisamente più contenuta della primavera, ed è probabile che il risultato annuo risulti in linea con quanto previsto”. Tuttavia, “la crescita del 2021 sarà probabilmente inferiore a quanto previsto all’inizio dell’autunno”.

In questo contesto, ha continuato Gaiotti, “una risposta efficace e tempestiva all’emergenza è necessaria. Una parte delle risorse della legge di bilancio è opportunamente destinata al sostegno delle famiglie più vulnerabili e dei settori economici più colpiti. Preservare imprese temporaneamente in difficoltà ma fondamentalmente solide è essenziale per evitare che la crisi abbia ripercussioni permanenti; proteggere i redditi delle famiglie è indispensabile, oltre che per contrastare un aumento delle diseguaglianze, per sostenere la domanda, in un quadro congiunturale che rimane debole e incerto. In prospettiva, passata la fase emergenziale, andranno attentamente valutati i costi di un prolungamento delle diverse misure. È però indispensabile affiancare agli interventi emergenziali misure di più ampio respiro per tornare a crescere stabilmente a ritmi sostenuti”, e questo è possibile utilizzando le risorse europee.

Sul versante dei conti pubblici, Gaiotti ha sottolineato la necessità di “un progressivo e duraturo rientro dall’elevato peso del debito/Pil, che richiederà la massima attenzione alla qualità delle misure in via di definizione e un utilizzo efficace dei fondi presi a prestito e di quelli messi a disposizione dai programmi europei, oltre al necessario aggiustamento di bilancio quando il quadro macroeconomico sarà più favorevole”.

In ogni caso, “la dimensione dell’impulso espansivo dei provvedimenti che il Governo programma con la manovra è significativamente più ampia di quella misurata dalla variazione dell’indebitamento netto; si può valutare che essa sia dell’ordine di circa 2 punti percentuali del Pil in media all’anno nel prossimo biennio (per poi diventare pari a 1,3 punti nel 2023). Va ricordato che un andamento dell’economia meno favorevole di quello previsto ed eventuali ritardi nell’approvazione definitiva del programma europeo e nella sua attuazione avrebbero effetti rilevanti sulle coperture”.

Per quanto riguarda il Fisco, la Banca d’Italia ritiene necessaria “una revisione del sistema che ricomponga il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi e tenga conto delle modifiche che hanno interessato il sistema dei trasferimenti sociali, richiamando in particolare la necessità di una riforma organica. Si tratta di un passo importante che richiederà particolare cura nel valutare gli effetti distributivi e quelli sulle decisioni di lavoro e di consumo delle famiglie, nonché sulle scelte di investimento delle imprese”.

Infine, Gaiotti ha detto che l’assegno universale “è un istituto importante. I dettagli dell’assegno andranno definiti sulla base di un’attenta valutazione dei profili di efficienza e di equità. In particolare, l’opportunità di contenere gli effetti di disincentivo all’offerta di lavoro che potrebbero derivare dall’utilizzo dell’Isee e la possibilità di correggere la penalizzazione per i figli dei nuclei familiari numerosi beneficiari del Reddito di cittadinanza, con il quale l’assegno sarà congiuntamente erogato”.

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