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Piazza Affari, rimbalzo fallito. Torna il panic selling sulle banche

Sterlina sempre più in calo su euro e dollaro – Spread in risalita a 163 punti – Giù le Borse europee, a Milano ancora forti vendite su Mps, Intesa e Unicredit ma tutto il comparto è sotto tiro – In controtendenza i titoli difensivi come Eni, Enel, Terna – Bene Campari, male Yoox – Collocati i Btp indicizzati all’infazione euro – Occhi puntati sul vertice Hollande-Merkel-Renzi a Berlino

Piazza Affari, rimbalzo fallito. Torna il panic selling sulle banche

Continua a scendere la sterlina, che ha aggiornato i minimi da due anni sull’euro e da 31 sul dollaro. E continuano le vendite sulle Borse europee, che hanno fallito un breve tentativo di riscatto questa mattina. La volatilità legata alla Brexit rimane altissima. Nel weekend banchieri centrali, i ministri finanziari e i vertici del Fondo Monetario sono rimasti in costante contatto per garantire le riserve di liquidità necessarie per evitare che la crisi degeneri in recessione.

Nel frattempo, un sondaggio dell’istituto IoD, Associazione dei capi azienda britannici, condotto tra venerdì e domenica su oltre un migliaio di associati, ha indicato che un quinto dei dirigenti d’impresa delle società del Regno Unito prevede di delocalizzare parte della propria attività e quasi due terzi ritengono che la scelta di una Brexit sia negativa per il loro business.

Intanto, a Londra David Cameron prende tempo sulla Brexit, ma sale la rabbia della Scozia che minaccia il potere di veto sulla decisione.

In questo scenario si è aggiunto nel weekend l’esito del voto spagnolo, che consegna a Rajoy la vittoria senza maggioranza e non scioglie il nodo governabilità.

Il Ftse Mib cede il 2,27% a 15.366 punti ai minimi di febbraio, Parigi -1,66%, Francoforte -1,79% e Londra -1,46%. Questa mattina la situazione dei mercati sembrava più distesa con Hong Kong che ha chiuso con un calo limitato dello 0,16%. Shanghai è salita dell’1,45%, Shenzhen + 2,43%.

Lo spread Btp Bund è in rialzo a 163 punti base e rendimento all’1,53%. Questa mattina il Tesoro ha collocato 692,925 milioni di euro di Btp indicizzati all’inflazione dell’area euro con scadenza 15 settembre 2032. L’importo si colloca nella fascia alta della forchetta prevista (500-750 milioni), a fronte di una richiesta pari a 1,054 miliardi. Il rendimento lordo è stato fissato all’1 per cento.

Sui listini azionari le vendite travolgono le banche, con forte volatilità: Unicredit passa da +3% a -7,6% sotto quota due euro a sui minimi storici. Il titolo paga anche i giudizi negativi di diverse case di investimento che hanno tagliato il target di prezzo sul titolo (Barclays l’ha abbassato a 2,50 euro, JP Morgan a 2,10, Citi a 2,40). Fanno ancora peggio però Mps (-9,71%) e Mediobanca (-8,81%). Intesa -7,18%.

Tra i titoli peggiori anche Yoox, finita in asta di volatilità: la società è una delle più esposte oltremanica e gli investitori temono il contraccolpo della Brexit e della svalutazione della sterlina. L’azienda realizza circa il 16% del proprio giro d’affari nel Regno Unito.

In controtendenza Eni (+1,59%). Il titolo ha beneficiato del rimbalzo del petrolio durante la mattinata. Il greggio è però riscivolato in territorio negativo con il Brent che cede lo 0,35% a 48,24 dollari al barile e il Wti lo 0,35% a 48,24 dollari al barile.

In evidenza nel complesso i titoli considerati difensivi, farmaceutica e utility: Recordati +1,41%, Terna +1,33%, Campari +0,91% ed Enel +0,89%.

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