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Piazza Affari, le banche soffrono ancora. Lo spread a 330 punti

Il comparto manda in territorio negativo la Borsa di Milano, che però riesce a ridurre le perdite prima della chiusura (FtseMib -0,19%) – Solo Mps va in controtendenza (+1,99%) – L’attenzione dei mercati del debito, rimane puntata sulla Spagna, con le aste dei titoli di Stato previste mercoledì – Lo spread si riavvicina ai 330 punti – In ribasso Enel

Piazza Affari, le banche soffrono ancora. Lo spread a 330 punti

PIAZZA AFFARI RESTA IL FANALINO DI CODA

IN RIBASSO ENEL E I TITOLI DELLE BANCHE

Solo Piazza Affari non sale sul tram al traino di Wall Street (l’indice FtseMib chiude a -0,19% a quota 15948 ) e resta il fanalino di coda scavalcato pure dalla Bolsa de Madrid +0,38%. Il resto dell’eurozona trae vantaggio dalla ripresa di Wall Street (Dow Jones +0,27%, S&P +0,43%, Nasdaq +0,53%) favorita dall’indice Ism manifatturiero degli Stati Uniti, salito a marzo a 53,4 da 52,4 di febbraio. Segnali meno buoni sono invece arrivati dalla spesa edilizia negli Usa, scesa a febbraio dell’1,1% rispetto a gennaio, calo maggiore da luglio.

Mentre Londra si conferma positiva (+1,17%) superata da Francoforte (+1,58%) e Parigi (+0,79%), Milano e Madrid restano in coda. L’attenzione dei mercati del debito, intanto, rimane puntata in particolare sulla Spagna con le aste di titoli di stato mercoledi’ per un importo fino a 5 miliardi euro, dopo la presentazione, venerdi’ scorso, della finanziaria con tagli per 27 miliardi di euro.

Lo spread Btp-Bund si riavvicina a quota 330 punti base (329), con il rendimento del Btp a 10 anni in rialzo al 5,09%.

Note negative dal fronte del lavoro: i dati Eurostat mostrano che nella zona euro il tasso di disoccupazione a febbraio è salito al 10,8% dal 10,7% di gennaio. In Italia il tasso di disoccupazione è salito al 9,3% dal 9,1% di gennaio, ai massimi dal 2004.

L’umore grigio dei listini favorisce l’impatto negativo degli studi delle investment bank. E’ il caso dell’indagine di Morgan Stanley tra 850 investitori da cui emerge che le banche europee devono raccogliere almeno 100 miliardi di euro per garantirsi una buona capitalizzazione. Non stupisce in questa cornice la discesa del comparto finanziario (banche -2%, assicurazioni -0,8%), mentre tengono titoli difensivi come il settore salute.

Le banche recuperano nel finale le forti perdite della seduta: Unicredit (è in corso il conclave sul nom del successore di Dieter Rampl) scende del 1,44%, Banco Popolare -1,05%, Pop. Milano -1,97%. Intesa -0,89% nonostante Goldman Sachs abbia confermato la raccomandazione buy. Giornata nera per Unipol -1,75% dopo il raggruppamento delle azioni (1 nuova per ogni 100 vecchie). Fondiaria-Sai -4,4%. In controtendenza Mps (+1,99%).

Il listino milanese è penalizzato dalla discesa di Enel -1,18%, che deve fare i conti con il forte rallentamento dei consumi di energia elettrica in Spagna, dove opera la controllata Endesa. Il titolo del gruppo energetico rappresenta il 13% circa della capitalizzazione di Borsa.

In ribasso anche Fiat -1,23% dopo le indicazioni molto negative di Sergio Marchionne sulle vendite di auto in Italia. Eni subisce un calo dello 0,18% con il petrolio praticamente invariato a 103,1 dollari al barile. Tra i pochi titoli positivi, Salvatore Ferragamo sale del 2,83%, in scia al buon dato sull’economia cinese. Diasorin è in progresso del 1,28%, Pirelli +4,82%. Luxottica +0,66%. Buzzi annulla i guadagni e scende del 1,65%, dopo la conference call. Questa mattina l’ad Pietro Buzzi ha dato indicazioni deboli sul 2012.

Fa scalpore in Usa, il tracollo di Groupon – 12,4%. Il gruppo venerdì notte ha diffuso i nuovi risultati del trimestre, nettamente al di sotto delle attese. Il fatturato è stato pari a 492,2 milioni di dollari con una perdita netta di 65,4 milioni di dollari. In febbraio la società aveva comunicato di aver chiuso il trimestre con un perdita 42,7 milioni di dollari. E’ stata la Sec ad imporre alla società di rivedere i dati diffusi a febbraio.

Vola invece Avon +17% dopo l’offerta d’acquisto da 10 miliardi di dollari arrivata dal gruppo Coty e subito rifiutata perche’ giudicata insufficiente. Il titolo è trainato dalla notizia che Coty si e’ detta disposta ad aumentare la propria offerta “per permettere la nascita di un leader mondiale nel settore dei cosmetici”, e’ arrivato subito a guadagnare il 20% circa a un massimo di 23,38 dollari per azione (l’offerta e’ di 23,25 dollari per ogni azione Avon, pari a un premio di circa il 27% ).

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