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Piazza Affari aspetta il nuovo ministro del Tesoro

I mercati restano in attesa di conoscere il nome del nuovo ministro del Tesoro che può orientare la politica economica del Governo Conte mentre la Bce si prepara a prolungare il Qe e la Fed a rialzare di nuovo i tassi a giugno – Soffrono ancora i Btp – Trump: dazi del 25% per le auto estere – Al via le aste per le frequenze 5G

Non tutti i mali vengono per nuocere. Le difficoltà dell’Eurozona, inasprite dalla crisi italiana, si tradurranno in un rallentamento della crescita dei tassi del vecchio Continente. È la tesi di JP Morgan, che, di fronte al rallentamento della crescita confermato dagli ultimi dati, ha spostato a giugno 2019 il primo rialzo dei tassi nella zona euro: molto probabile, inoltre, che il QE prosegua fino alla fine dell’anno in corso, garantendo una boccata d’ossigeno al prossimo ministro dell’Economia del Bel Paese, nome ancora da definire: la Lega insiste su Paolo Savona, nonostante le resistenze del presidente Sergio Mattarella. Spunta l’alternativa di Geminello Alvi, altro studioso da sempre critico sull’euro. O il nome di Luigi Zingales. Facile che alla fine la spunti Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini.

TASSI USA: SCONTATO IL RIALZO A GIUGNO

Altro copione sui mercati internazionali. Dalle minute della Fed è arrivata la conferma che la Banca centrale è pronta a effettuare il secondo rialzo dei tassi del 2018 nella sua riunione in calendario il 12 e 13 giugno. Wall Street ha accolto il segnale con filosofia: un graduale incremento del costo del denaro è dato per scontato. Anzi, la lieve discesa dei rendimenti dei T-Bond (il decennale è sceso sotto il 3% a 2,985%) dimostra che il mercato ha apprezzato i toni usati dal board. Il Dow Jones ha chiuso in salita dello 0,21%, S&P 500 +0,32%. Nasdaq +0,64%.

VOLA IL LUSSO USA: TIFFANY +23%

A segnalare la ripresa dei consumi sono arrivati ieri i conti delle griffe Usa. Ralph Lauren è salita del 14,3 % dopo i conti. Ma il vero fenomeno è Tiffany: +23,3% dopo la forte ripresa delle vendite e l’annuncio di un buy back. La cura del ceo italiano Alessandro Bogliolo comincia a dare i primi frutti.

PER L’AUTO UNA GABELLA DI TRUMP DEL 25%

Ma la notizia che ha frenato i mercati è arrivata a tarda sera: il Dipartimento al Commercio degli Stati Uniti ha comunicato che l’indagine sulle importazioni di auto, già in corso, intende verificare se gli attuali termini commerciali possano rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale. Nel caso fosse provata, la Casa Bianca potrebbe procedere con l’imposizione di dazi in modo autonomo, senza passare dal Congresso. Il Wall Street Journal riporta che l’amministrazione Trump ha in mente una tassa all’ingresso del 25%. In precedenza, poche ore prima, il presidente aveva anticipato in un tweet l’arrivo di “grandi notizie per i fantastici operai statunitensi dell’auto”.

La decisione della Casa Bianca di avviare un’indagine sulle importazioni di automobili negli Stati Uniti, in vista dell’imposizione di dazi, spinge stamattina all’ingiù le Borse del Giappone e della Corea del Sud, penalizza soprattutto i grandi costruttori di automobili.

A TOKYO TOYOTA CEDE IL 2,5%, KIA -3,7%

L’indice Nikkei di Tokyo perde l’1,3%, il Kospi di Seoul lo 0,5%. Toyota -2,5%, Honda -2,7%, Kia -3,7%.

Il dollaro si indebolisce su yen per il terzo giorno consecutivo, a 109,5 da 110,9 di ieri.

IL PETROLIO A 79,5 DOLLARI. BRUSCO CALO DI SAIPEM

Il petrolio Brent, salito ieri a 79,8 dollari il barile dopo l’inaspettato balzo delle scorte di greggio degli Stati Uniti (+1,3% rispetto alla scorsa settimana), stamattina è scambiato a 79,5 dollari il barile.

In frenata ieri i titoli del settore in Piazza Affari: Saipem (-3,4%) è stato il peggiore titolo dell’indice, Tenaris -2,3%, Eni -1,1%.

TASSI RECORD FRENANO IL CROLLO DELALIRATURCA

È stata tamponata, ma a caro prezzo, la discesa della lira turca precipitata ai minimi di sempre. Ieri sera la banca centrale, dopo una riunione straordinaria del comitato esecutivo, ha annunciato il rialzo di 300 punti base dei tassi di interesse a 16,5%. Il dollaro ha perso il 2% nei confronti della lira, a 4,57. L’istituto centrale ha avvertito che è pronto a continuare, una decisione che probabilmente non piacerà al governo: Erdogan punta ad accelerare la crescita.

INDUSTRIA UE IN FRENATA, EURO E BORSE GIÙ

Seduta in netto ribasso per le Borse europee, non solo per i problemi legati alla politica italiana. Ha trovato conferma nei dati Pmi la frenata della crescita economica della zona euro. Ancora in discesa l’euro, scivolato sotto quota 1,17 sul dollaro. “Per la prima volta da parecchio tempo – nota Giuseppe Sersale di Anthilia – la marcata discesa dell’euro non ha offerto alcun supporto all’azionario continentale, che ha rapidamente accumulato un robusto ribasso, senza troppo distinguere tra un indice e l’altro, e non ha mai dato l’impressione di poter recuperare”.

Anche per stamane è prevista un’apertura debole, in attesa dei dati sul pil tedesco del primo trimestre.

FRANCOFORTE PERDE PIÙ DI PIAZZA AFFARI

La Borsa di Milano ha chiuso la seduta con un calo dell’1,31% a 22.911 punti (2,9 miliardi di euro il volume degli scambi, sui livelli toccati lunedì e martedì).

Male i listini europei, penalizzati dai rinnovati timori sulle relazioni commerciali tra Usa e Cina. Francoforte è stata la piazza peggiore con un calo dell’1,47% del Dax. Male anche Parigi (-1,3%) e Madrid (-1%), in linea con Londra.

Stamane Piazza Affari è in vista in lieve rialzo in apertura.

Dopo gli aspri moniti dei giorni scorsi, Bruxelles ha ammorbidito i toni in attesa dei primi confronti con i nuovi vertici della politica italiana. “La Commissione non può e non deve commentare gli annunci, si pronuncerà sui fatti e sulle leggi… in ogni caso lavoreremo con il nuovo governo” ha dichiarato Pierre Moscovici, responsabile Ue per gli affari economici e monetari ha risposto a chi gli chiedeva un commento sull’alleanza giallo-verde in Italia. “Detto questo -ha aggiunto- il debito italiano è un problema della massima importanza principalmente per i cittadini italiani che necessita di una risposta credibile”.

SOFFRONO ANCORA I BTP. AL VIA LE ASTE DELTESORO

Finale di seduta poco sopra i minimi per il secondario italiano, colpito da una nuova pioggia di realizzi, seppur meno violenta di quella di lunedì.

Il clima di fondo è rimasto improntato per tutta la seduta a forte nervosismo. Le tensioni hanno fatto lievitare lo spread di rendimento fino a una punta 196 punti, nuovo massimo dall’8 giugno, e il tasso del dieci anni fino a 2,46%, record da marzo 2017. In chiusura entrambi i valori hanno corretto leggermente dai massimi per attestarsi rispettivamente a 191 centesimi e 2,408%.

Stanno per prendere il via le aste di fine mese: lunedì prossimo 28 maggio il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori Ctz e Btp indicizzati per un importo complessivo tra due e 3 miliardi di euro.

FITCH: COSTI IN SALITA PER LE BANCHE ITALIANE

Le banche, non solo in Italia, sono state le vittime della tensione che ha gravato sui mercati. Il paniere italiano ha ceduto l’1,7% ma in contesto negativo in tutto il comparto europeo (-1,28%).

A condizionare la seduta ha contribuito l’analisi dell’agenzia Fitch: il netto calo di fiducia seguito alle proposte del nuovo governo Lega-M5s in tema di banche potrebbe ritardare il processo di riduzione delle sofferenze e rendere più costosa la costituzione, da parte degli stessi istituti, di buffer di capitale subordinato: “Il calo della fiducia degli investitori, qualora dovesse perdurare, potrebbe causare un aumento dei costi di funding delle banche”, sottolinea l’agenzia.

Unicredit e Ubi Banca sono state le le più colpite con ribassi di oltre il 2%. Intesa -1,7%. In controtendenza Bper, in rialzo dell’1,1% dopo le dichiarazioni del Ceo, Alessandro Vandelli, al Sole 24 Ore, che confermano l’impegno della banca alla riduzione degli Npl: la cessione di 4,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza e la cartolarizzazione da 2 miliardi saranno chiuse entro il 2018. Il manager ha anche anticipato che il dividendo dell’anno prossimo sarà più alto e che gli imprenditori azionisti potrebbero rafforzare le posizioni fino al 7-8% del capitale. la cessione di 4,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza e la cartolarizzazione da 2 miliardi saranno chiuse entro il 2018.

In sensibile calo Unipol (-3%), che negli ultimi giorni ha comprato lo 0,56% di UnipolSai (-1,3%). Generali -1%.

Nel gestito, Poste -0,5%. Arretra Azimut (-1,2%). I manager che controllano la società, attraverso Timone Finanziaria, sono pronti a comprare azioni. Anche un fondo di private equity è pronto ad investire, in accordo con la stessa Timone. Anima -2,3%.

PRYSMIAN PAGA LE INCHIESTE USA SU GENERAL CABLE

Tra gli industriali giornata difficile per Prysmian (-2,3%), colpita dalla notizia di un’indagine del Dipartimento di Giustizia americano su General Cable per violazioni del ‘Foreign Corrupt Practices Act’. La società milanese, che sta per completare l’acquisizione in Usa, in una nota ha sottolineato di non essere a conoscenza di alcuna nuova indagine.

In rosso Fiat Chrysler (-1,1%) e Leonardo (-1%).

GIÙ TELECOM. AL VIA LE ASTE PER LE FREQUENZE 5G

Giù Telecom Italia (-0,92%): Citigroup ha ridotto il prezzo obiettivo sul titolo da 0,7 a 0,6 euro, confermando la raccomandazione sell.

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze 5G. Dalla gara “lo Stato si aspetta un introito di almeno 2,5 miliardi di euro, di cui la metà a valere già da quest’anno”, afferma il comunicato dell’Autorità.

Nel resto del listino balzo di Fiera Milano (+7,2%) sulla scia della pubblicazione del piano industriale triennale.

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