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Piano Stellantis: ricavi netti di 300 miliardi, 75 modelli elettrici, dividendi in arrivo e via libera a Termoli

Un terzo delle vendite sarà online. Nel 2023 la nuova Jeep elettrica. “L’ingresso dello Stato nel capitale? Ci sono modi migliori per usare le tasse degli italiani”

Piano Stellantis: ricavi netti di 300 miliardi, 75 modelli elettrici, dividendi in arrivo e via libera a Termoli

Trecento miliardi di giro d’affari entro il 2030. Una flotta di 75 nuovi modelli elettrici in attivo entro quella data senza però intaccare i margini di reddito operativo che si manterranno a doppia cifra lungo tutta la durata di Dare Forward 2030, il piano strategico di Stellantis presentato dal ceo Carlos Tavares ad Amsterdam. 

Piano Stellantis: solo auto elettriche entro il 2030 in Europa

Obiettivi ambiziosi ma che non danno la misura della sfida del numero uno del gruppo. “Intendiamo diventare molto di più di quanto siamo mai stati – ha detto davanti alla platea degli analisti – Stiamo espandendo la nostra visione, superando i limiti e abbracciando una nuova mentalità, che cerca di trasformare tutti gli aspetti della mobilità per il miglioramento delle nostre famiglie, delle comunità e delle società in cui operiamo”. 

Perciò, entro il 2030 tutte le vendite del gruppo in Europa ed il 50% di quelle negli Stati Uniti saranno costituite da veicoli elettrici a batteria, come il primo Suv completamente elettrico a marchio Jeep in vendita dal 2023 presentato alla platea degli addetti ai lavori che, peraltro, si sono dovuti accontentare di un teaser del nuovo modello oltre ad una serie di schizzi che anticipano le forme del nuovo pick-up Ram 1500 che debutterà, invece, nel 2024. Ma la giornata non era dedicata al lancio di nuovi prodotti così come non era mai fatta per soddisfare le legittime curiosità di sindacati e stakeholder del pianeta Stellantis, Italia compresa.

In arrivo accordo su Termoli. No all’ingresso dello Stato nel capitale

A margine della presentazione Tavares ha garantito che “mancano poche settimane” alla firma dell’accordo per la gigafactory di Termoli, lo stabilimento per la produzione di batterie che mobiliterà investimenti per 2,5 miliardi e ha confermato il supporto, 370 milioni, del Governo “in linea con quanto hanno fatto in Francia e in Germania”. 

Il manager si è anche concesso una battuta con i cronisti sull’eventualità, ventilata da diversi politici, di un ingresso dello Stato italiano nell’azionariato ove figura una quota in mano a quello francese. “Non ne vedo la necessità – ha replicato – Possiamo proteggere l’Italia senza avere il governo nell’azionariato. Il governo può usare meglio le tasse degli italiani“. 

L’Italia è una delle colonne del Gruppo, stiamo investendo per rilanciare Alfa Romeo, Lancia ed elettrificare la Fiat”. “Ma – ha concluso – non bisogna avere paura dei cambiamenti, bisogna essere dinamici”, secondo la filosofia che ha ispirato le due ore di presentazione della nuova Stellantis.

I punti salienti del nuovo piano di Stellantis

  • La società punta ad essere, nel 2038, la prima delle Big dell’auto a centrare l’obiettivo di emissioni zero dopo aver dimezzato la produzione degli scarichi di CO2 entro il 2030. 
  • Tanta ambizione coincide con obiettivi di vendita all’apparenza modesti. La società si propone, come si è detto, di vendere cinque milioni di pezzi entro il 2030. Meno cioè di quanto sommavano le vendite di Psa e Fca prima della fusione. La crescita avverrà aumentando il valore della produzione. Nella speranza di poter alzare il tiro se i governi aiuteranno la ripartenza del mercato grazie ad incentivi e regole nuove. Nell’attesa ci si adatta a crescere in un mercato europeo di 15 milioni di pezzi (contro i 18 di pochi anni fa).
  • Questo nuovo target non impedisce infatti di puntare al raddoppio dei ricavi netti a 300 miliardi di euro entro il 2030 attraverso margini di reddito operativo rettificato a due cifre per tutto il periodo del piano, e a generare più di 20 miliardi in flussi di cassa liberi industriali nel 2030. 
  • Non meno impegnativa la promessa di un rapporto di distribuzione dei dividendi del 25-30% fino al 2025 e del riacquisto fino al 5% delle azioni ordinarie in circolazione. A far quadrare il cerchio sarà l’ormai proverbiale abilità di Tavares nel centrare le sinergie all’interno di un gruppo affollato di marchi e storie aziendali all’apparenza difficili da conciliare. L’obiettivo è di raggiungere 5 miliardi di sinergie di cassa annuali entro la fine del 2024, e di mantenere il punto di pareggio a meno del 50% delle consegne consolidate, un risultato da Guinness dei primati visto che la media s’aggira normalmente del 70/80 per cento.
  • La capacità del sistema di assorbire i maggiori costi dell’auto elettrica che non potranno essere scaricati sul mercato sarà comunque decisiva per mantenere la necessaria redditività. In parte, il costo della bolletta ricadrà sui fornitori, in parte sulla rete di vendita. Tra gli obiettivi del Gruppo c’è anche quello di arrivare ad un terzo delle vendite globali online nel 2030. Inoltre, sarà lanciato un mercato digitale globale che offra ai clienti un “viaggio senza interruzioni lungo l’intera galassia di prodotti e servizi di Stellantis”.
  • Stellantis continuerà anche ad impegnarsi sullo sviluppo delle soluzioni Fuel Cell ed estenderà l’utilizzo di tale tecnologia ai furgoni di grandi dimensioni nel 2024. Nel 2025 arriverà la prima proposta Fuel Cell nel settore dei van anche per il mercato americano. Successivamente, tale tecnologia sarà portata anche sui veicoli commerciali pesanti.
  • E parlando dello sviluppo della guida autonoma, il rapporto con Waymo farà un ulteriore passo avanti per un futuro servizio di consegna. Nel corso della presentazione è stato annunciato anche Stellantis Corporate Venture Fund, con un finanziamento iniziale di 300 milioni euro per l’adozione di tecnologie avanzate.
  • Infine la Cina. Stellantis ha creato uno specifico piano per ridurre i costi fissi e limitare l’esposizione al rischio geopolitico, con ricavi netti di 20 miliardi di euro.

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