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Philip Morris: “Ci battiamo per un futuro senza fumo”

Alla luce delle polemiche nate negli Stati Uniti, l’azienda leader del tabacco ha spiegato le ragioni del mancato accordo con Altria e la sua intenzione di canalizzare gli sforzi nel lancio del prodotto a tabacco riscaldato Iqos.

Philip Morris: “Ci battiamo per un futuro senza fumo”

“In seguito a numerose discussioni, le due aziende hanno convenuto sulla necessità di focalizzare i propri sforzi sul lancio di Iqos negli Stati Uniti per perseguire il comune obiettivo di costruire un futuro senza fumo”. Così André Calantzopoulos, CEO di Philip Morris International, ha spiegato la fumata nera sull’accordo tra la sua azienda e l’americana Altria. 

Secondo quanto riportato dal comunicato stampa di Philip Morris, Iqos è l’unico prodotto a tabacco riscaldato ad aver ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio dalla statunitense Food and Drug Administration che ha concluso che l’autorizzazione alla commercializzazione del prodotto negli USA fosse adeguata per la tutela della salute pubblica, e che seppure non privi di rischi, rappresenta una valida alternativa al fumo di sigaretta.  

Anche dall’Italia è arrivata una risposta positiva sul tema, alcuni esperti hanno spiegato che le sigarette elettroniche non sono pericolose se utilizzate con liquidi certificati, specificando che in Italia i controlli sono molto più stringenti rispetto a quelli che vengono effettuati negli Stati Uniti: “Il problema non sono le sigarette elettroniche, ma cosa ci si mette dentro” ha commentato Fabio Beatrice, direttore del centro antifumo del San Giovanni Bosco di Torino.  

La puntualizzazione di Philip Morris, che ha interrotto una potenziale fusione da 200 miliardi di dollari, ha fatto seguito alle indagini avviate negli Stati Uniti sui rischi derivanti dall’uso delle sigarette elettroniche: si ritiene esista una correlazione tra l’uso delle sigarette elettroniche con sostanze non certificate o di dubbia provenienza e nove decessi accertati in America. È stata la procura di San Francisco ad avviare un’inchiesta penale per far luce sulla questione in merito alle responsabilità della società Juul, di cui Altria possiede il 35%. Secondo il Center for disease control and prevention statunitense, sono stati registrati almeno 530 casi di malattie polmonari tra i consumatori di sigarette elettroniche su scala nazionale, soprattutto tra i giovani consumatori che spesso le hanno utilizzate ricorrendo a prodotti proveniente dal mercato illegale.  

“La pseudo epidemia di decessi legati alla malattia polmonare svapo-correlata non ha nulla a che vedere con le sigarette elettroniche. Dobbiamo capire bene il fenomeno prima di puntare il dito contro i prodotti da svapo. Una semplice analisi – ha spiegato ad Adnkronos Riccardo Polosa, direttore del Coehar, il Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’università di Catania – mostra che tali strumenti contenenti nicotina non hanno mai mietuto nessuna vittima in questi ultimi 10 anni. Il problema è l’arrivo sul mercato Usa di prodotti per i dispositivi senza nessun controllo. In Europa non c’è alcuna epidemia di malattie legate all’uso delle sigarette elettroniche, ma nel tentativo di tutelare i consumatori italiani da quest’eventualità è necessario costruire un proficuo rapporto di collaborazione tra enti regolatori, esperti della materia e produttori”.   

Secondo Elise Rasmussen, fondatrice e direttrice esecutiva del Forum globale sul tabacco e la nicotina, il più importante appuntamento internazionale del settore e che ha avuto luogo a Washington, “stiamo vivendo un momento critico per questa industria in cui c’è una visione conflittuale sui nuovi prodotti e il loro utilizzo, ma noi crediamo che la che cosa migliore sia il dialogo tra i vari soggetti e condividere le scelte future insieme”. A sostegno della posizione di Rasmussen, oltre 142mila persone hanno firmato una petizione lanciata sulla piattaforma “We the people-your voice in the White House” per chiedere al presidente americano Donald Trump di interrompere i divieti contro l’uso delle sigarette elettroniche promossi dai governatori di alcuni stati, come quelli del Massachusetts e del Michigan.  

L’intervento conclusivo del Forum annuale sul tabacco è stato quello del direttore della Fda Center for tobacco products, Mitch Zeller, che ha annunciato l’apertura di una pagina web ‘Lungillnesses associated wireless use of lapin products’ che vuole essere un contenitore di informazioni su quanto sta accadendo sul mercato americano del tabacco. Nel suo intervento Zeller ha ricordato i dati preliminari di un recente sondaggio del National Youth Tobacco Survey da cui è emerso che “più del 27,5% dei ragazzi delle scuole superiori americane usa le sigarette elettroniche, soprattutto quelle con aromi alla frutta e mentolo/menta”. 

“Dal 2010 – ha aggiunto Zeller – l’Fda ha portato a termine 1,1 milioni di ispezioni nelle rivendite di tabacco e fatto oltre 23 mila multe. L’agenzia americana ha lavorato con eBay su Juul, una delle più popolari sigarette elettroniche tra i giovani negli Usa, per limitare le vendite online agli under 18”. Zeller ha sottolineato il ruolo dell’Fda nell’incoraggiare lo sviluppo di nuove tecnologie più sicure rispetto alle sigarette tradizionali: “Si fuma per la nicotina ma si muore per il catrame”, ha concluso.  

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