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Pensioni: Quota 100 finirà nel 2020 o nel 2021

Pd e M5S trattano sul destino della misura bandiera della Lega: potrebbe essere cancellata con un anno di anticipo o arrivare a scadenza senza venire prorogata

Pensioni: Quota 100 finirà nel 2020 o nel 2021

Cancellazione con un anno di anticipo o morte naturale per mancata proroga? Il destino di Quota 100 si gioca fra queste due opzioni. Al momento, l’unica certezza è che la misura bandiera della Lega – introdotta con l’ultima finanziaria – non proseguirà in alcun caso oltre i tre anni previsti (2019-2021). Forse si deciderà di staccare la spina con 12 mesi d’anticipo, nel 2020, ma è ancora presto per dirlo. La discussione su Quota 100 è una delle più delicate nella trattativa fra Pd e M5S sul programma del nuovo governo.

L’obiettivo è arrivare a un compromesso che permetta al Movimento di non compiere una retromarcia troppo evidente su una delle novità più in vista fra quelle introdotte con l’ultima manovra. Allo stesso, però, l’intesa deve accontentare anche il Pd, da sempre critico nei confronti dell’intervento.

Quota 100 consente di andare in pensione con almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi. Non sostituisce affatto la legge Fornero – come pure Salvini continua a ripetere – ma si limita a introdurre un ulteriore canale per andare in pensione anticipata, tra l’altro per nulla vantaggioso in termini economici.

Nell’ultimo anno la misura è stata criticata dalle opposizioni, dalla Commissione europea e dalla Corte dei Conti perché, almeno sulla carta, è molto costosa: 21 miliardi nel triennio, 48 in caso di proroga per 10 anni. Risorse che secondo molti sarebbe più saggio destinare a una pensione di garanzia per i giovani, che fra qualche decennio rischiano di trovarsi con assegni inadeguati a garantire un tenore di vita dignitoso.

Per fortuna delle casse pubbliche, gli italiani si sono accorti che Quota 100 non è un affare, visto che riducendo gli anni di contributi versati abbassa (anche di parecchio) l’importo della pensione. Risultato: fino al 6 settembre le domande arrivate all’Inps non toccavano quota 176 mila, molte meno delle 290mila previste dal governo gialloverde per quest’anno. Ciò significa un consistente risparmio per lo Stato: secondo Pasquale Tridico, numero uno dell’Istituto di previdenza, solo l’anno prossimo l’esborso sarà inferiore di quattro miliardi rispetto alle previsioni.

Ma una volta cancellata (o scaduta) Quota 100 cosa accadrà? Il progetto è di sostituirla con un’Ape sociale in versione rafforzata, con requisiti meno rigidi in modo da allargare il perimetro a una platea più ampia.

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