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Pensioni, donne e Ape social: i dettagli dello sconto

Uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, per le donne che vorranno andare in pensione prima (cioè a 63 anni) con l’Ape sociale: è la proposta che il Governo ha presentato ieri ai sindacati, che però la considerano parziale.

Pensioni, donne e Ape social: i dettagli dello sconto

Uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio (con un tetto  massimo di due anni) alle donne che vorranno andare in pensione prima (cioè a 63 anni) ricorrendo alla cosiddetta Ape sociale. E’ la proposta che il Governo, per bocca del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha presentato ieri ai sindacati, che sono però freddi perché la considerano parziale e non tale da riguardare tutte le donne.

“Sulla constatazione che c’è stato un numero significativamente più basso di domande da parte delle donne per l’Ape social in ragione della carriera contributiva rispetto agli uomini, lavoreremo alla possibilità di abbassare di massimo due anni i requisiti contributivi per le donne con figli”, ha confermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti al termine dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil.

In base a quanto previsto lo sconto massimo si configurerebbe in presenza di quattro figli. Da 30 anni di contributi, attualmente validi per per l’accesso all’Ape social si passerebbe a 29 anni con due figli e a 28 anni con quattro o più figli. In caso di lavori gravosi, si scenderebbe invece dagli attuali 36 a 34 anni di anzianità contributiva. Resterebbero  immutati gli altri requisiti stabiliti per poter accedere all’ape sociale, come l’età minima prevista, vale a dire 63 anni. Ovviamente le donne dovranno rientrare nei quattro profili di tutela previsti dalla legge. 

La proposta di Poletti non ha soddisfatto i sindacati che chiedevano invece  uno sconto pari almeno a 12 mesi per ogni figlio allo scopo di ridurre il requisito contributivo necessari per l’accesso all’Ape sociale a 25 anni e, in aggiunta, uno sconto che potesse comprendere l’intero universo del lavoro di assistenza familiare, senza limitarlo all’Ape.

Il Governo punta in realtà con lo sconto contributivo alle donne con figli ad allargare di 4 mila unità la platea femminile delle domande l’Ape sociale che per ora sono pari a 39.777 ma delle quali solo 11.668 vengono dalle donne e che il Governo vorrebbe invece che rappresentassero il 40% degli anticipi pensionistici con Ape sociale. sconto più robusto, pari almeno a 12 mesi per ogni figlio, che consentisse di ridurre il requisito contributivo previsto a 25 anni e in aggiunta uno sconto più esteso che riguardasse l’intero universo del lavoro di assistenza familiare, senza limitarlo all’Ape sociale.

Altro tema trattato nel corso dell’incontro è la possibilità di inserire nella platea dei beneficiari degli anticipi, tramite la prossima legge di Bilancio, anche i lavoratori disoccupati a seguito di licenziamento che non hanno goduto degli ammortizzatori sociali.

Altri argomenti trattati: la rivalutazione delle pensioni e la separazione tra previdenza e assistenza. Su entrambe le tematiche verranno instituiti gruppi di lavoro. Infine, il Governo si è impegnato ad esaminare la questione della governance dell’Inps.

Sono invece rimaste irrosolte le tematiche sull’innalzamento dell’età pensionabile in relazione alla maggior attesa di vita e all’indicizzazione delle pensioni. Il Governo resta aperto al dialogo ma ha detto chiaramente che per poter scendere nel concreto attende le linee guida del prossimo Def che precederà la manovra di bilancio per il 2018, l’ultima prima delle elezioni che fanno ormai sentire la loro influenza anche al tavolo delle pensioni. Il prossimo incontro tra le parti si terrà il 13 settembre. 

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