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Pensioni, dal 2013 si lavora tre mesi in più per incassare il 3% in meno

L’importo degli assegni previdenziali calerà in media del 3% e i lavoratori, per maturare i requisiti, dovranno lavorare almeno tre mesi in più – La causa prima di queste novità è il meccanismo che dal 2013 adeguerà alle aspettative di vita i coefficienti di trasformazione in rendita e i requisiti d’età.

Pensioni, dal 2013 si lavora tre mesi in più per incassare il 3% in meno

Dal primo gennaio dell’anno prossimo le pensioni degli italiani saranno più basse e più difficili da raggiungere. L’importo degli assegni previdenziali calerà in media del 3% e i lavoratori, per maturare i requisiti, dovranno lavorare almeno tre mesi in più. Come mai? La causa prima di queste novità è il meccanismo che dal 2013 adeguerà alle aspettative di vita il “quanto” e il “quando” delle pensioni, vale a dire i coefficienti di trasformazione in rendita e i requisiti d’età. I calcoli e le simulazioni sono stati realizzati da Progetica – società indipendente di consulenza in educazione e pianificazione finanziaria – e anticipati oggi dal Corriere economia.

L’adeguamento alle statistiche sulla vita media sarà triennale fino al 2019 e in seguito diventerà biennale. Si applicherà al sistema contributivo (che si basa sui contributi versati durante l’intera vita lavorativa), esteso dalla riforma Fornero a tutti i lavoratori per il periodo successivo al primo gennaio 2012. 

Nel dettaglio, i coefficienti di trasformazione rappresentano le percentuali applicate al montante contributivo (la somma dei contributi accantonati) per determinare l’importo della pensione. Ad esempio, prendendo a riferimento un montante da 100 mila euro, con l’adeguamento ai nuovi valore della vita media l’importo dell’assegno calerà dagli attuali 5.620 a 5.440 euro. 

Quanto ai nuovi requisiti per avere diritto alla pensione di vecchiaia, per il primo aumento dei limiti d’età si è deciso un limite massimo di tre mesi (anche se la vita media è salita di circa cinque): 66 anni e tre mesi per gli uomini, 62 anni e tre mesi per le donne (ma per le lavoratrici autonome si salirà a 63 anni e 9 mesi). 

Agli assegni di anzianità, invece, si avrà diritto dopo 42 anni e cinque mesi di contributi (oggi il requisito è di 42 anni e un mese per gli uomini e di un anno in meno per le donne). In ogni caso, fino a tutto il 2015, le donne potranno andare in pensione con 57-58 anni di età (rispettivamente per dipendenti e autonome) e 35 di contributi. 

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