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Pensioni: come funzionano le nuove rivalutazioni

Ecco gli schemi con le percentuali previste per le rivalutazioni delle pensioni da tre a sei volte il minimo – Sui rimborsi in arrivo la tassazione separata: Irpef più leggera e senza addizionali locali.

Pensioni: come funzionano le nuove rivalutazioni

Le pensioni saranno l’argomento caldo dell’autunno 2015. Il Governo vuole introdurre maggiore flessibilità in uscita modificando la legge Fornero e oggi il premier Matteo Renzi si è detto fiducioso sulla possibilità di riuscirci con la prossima Legge di stabilità, “quindi a ottobre-novembre”. Quanto ai rimborsi delle rivalutazioni dei trattamenti superiori a tre volte il minimo, bloccate dal Salva Italia del governo Monti con una decisione dichiarata incostituzionale dalla Consulta, “abbiamo recuperato 2 miliardi di euro – ha aggiunto il Presidente del Consiglio arrivando oggi alla segreteria del Pd – e li diamo a quei 4 milioni di cittadini che ne hanno titolo”. 

Dal versante sindacale, però, arrivano critiche. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha sottolineato che “con l’una tantum e la rivalutazione a partire dal 2016 si restituiscono solo in minima parte i soldi ai pensionati”. Perciò la risposta del governo alla sentenza della Corte Costituzionale, “non basta – ha continuato la sindacalista ai microfoni di La7 -, è insufficiente. Serve un programma per avvicinare le rivalutazioni a quello che dovrebbe essere. Certo il sindacato si rende conto che non si poteva trovare una risposta immediata e completa, servirebbe una cifra pari a una finanziaria”.

Intanto, s’inizia a fare luce su vari aspetti tecnici relativi ai rimborsi.

RIVALUTAZIONI DECRESCENTI: LE PERCENTUALI PER IL 2012-2013

Il decreto prevede una restituzione parziale delle rivalutazioni, con rimborsi che calano all’aumentare della pensione. Ecco lo schema valido sul biennio 2012-2013:

– per le pensione fino a tre volte il minimo, naturalmente, non cambierà nulla: la rivalutazione continuerà ad essere garantita al 100 percento;

– rivalutazione al 40% per le pensioni oltre tre volte e fino a quattro volte il minimo;

– rivalutazione al 20% per le pensioni oltre quattro volte e fino a cinque volte il minimo;

– rivalutazione al 10% per le pensioni oltre cinque volte e fino a sei volte il minimo;

nessuna rivalutazione per le pensioni da sei volte il minimo in poi.

RIVALUTAZIONI DECRESCENTI: LE PERCENTUALI DAL 2014 IN POI

Quanto agli anni dal 2014 in poi, la rivalutazione opera secondo uno schema in parte differente:

rivalutazione al 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo;

rivalutazione al 95% per le pensioni oltre tre volte e fino a quattro volte il minimo;

rivalutazione al 75% per le pensioni oltre quattro volte e fino a cinque volte il minimo;

rivalutazione al 50% per le pensioni oltre cinque volte e fino a sei volte il minimo;

– nessuna rivalutazione per le pensioni da sei volte il minimo in poi.

Per il biennio 2014-2015 queste percentuali saranno calcolate sulla pensione base 2011, adeguata con un’integrazione della rivalutazione pari all’8% per le pensioni fino a tre volte il minimo, al 4% fino a quattro volte e al 2% fino a cinque volte. Queste ultime percentuali saliranno dal 2016 rispettivamente al 20, 10 e 5 percento.

IRPEF PIU’ LEGGERA E SENZA ADDIZIONALI LOCALI

Il pagamento una tantum dei rimborsi sarà quasi certamente soggetto a tassazione separata, che permette di non cumulare la somma restituita ai redditi percepiti durante l’anno. L’imposizione risulterà più leggera di quella ordinaria grazie a un’aliquota Irpef media generalmente più favorevole per il contribuente (sommando e poi dividendo per due il reddito complessivo netto del biennio precedente all’anno di percezione delle somme). Inoltre, le addizionali comunali e regionali non saranno applicate. Se poi invece risultasse più conveniente per il contribuente, in fase di liquidazione finale dell’imposta, sommare il rimborso al reddito dell’anno in corso, l’amministrazione finanziaria opterà per questa seconda soluzione.

ESEMPI DI CALCOLO

Prima di passare ai numeri, chiariamo tre punti: primo, la rivalutazione riconosciuta per il 2012 è pari al 2,7%, mentre quella per il 2013 arriva al 3%; secondo, la rivalutazione relativa al 2012 va considerata due volte, perché ha effetto anche sul 2013; terzo, tutte le somme a cui facciamo riferimento sono lorde, ma la tassazione, come spiegato nel paragrafo precedente, sarà più leggera di quella ordinaria.

Ecco dunque uno schema con alcuni esempi per calcolare i rimborsi: 

– Pensione lorda 2011 di 1.500 euro (fra tre e quattro volte il minimo) + Rivalutazione 2012 di 210,6 euro (moltiplicata per due) + Rivalutazione 2013 di 236,5 euro = Rimborso totale di 657,7 euro.

– Pensione lorda 2011 di 1.700 euro (fra tre e quattro volte il minimo) + Rivalutazione 2012 di 238,7 euro (moltiplicata per due) + Rivalutazione 2013 di 268,1 euro = Rimborso totale di 745,4 euro.

– Pensione lorda 2011 di 2.000 euro (fra quattro e cinque volte il minimo) + Rivalutazione 2012 di 140,4 euro (moltiplicata per due) + Rivalutazione 2013 di 156,8 euro = Rimborso totale di 437,6 euro.

– Pensione lorda 2011 di 2.300 euro (fra quattro e cinque volte il minimo) + Rivalutazione 2012 di 161,5 euro (moltiplicata per due) + Rivalutazione 2013 di 180,4 euro = Rimborso totale di 503,3 euro.

– Pensione lorda 2011 di 2.700 euro (fra cinque e sei volte il minimo) + Rivalutazione 2012 di 94,8 euro (moltiplicata per due) + Rivalutazione 2013 di 105,6 euro = Rimborso totale di 295,1 euro.

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