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Pd, Renzi: “Se Letta si logora non ho colpa”

Il segretario lancia anche un messaggio polemico al Nuovo Centrodestra, affermando che il Pd è al Governo anche “per far approvare ius soli e civil partnership”, temi sui cui l’opposizione di Ncd è nota – Alfano: “Se dovesse passare questa arroganza contro i nostri valori, noi non andremmo avanti”.

Pd, Renzi: “Se Letta si logora non ho colpa”

Gli affondi di Matteo Renzi continuano. E nel mirino del segretario democratico finiscono un po’ tutti: dal Presidente del Consiglio agli alleati di Governo del Nuovo Centrodestra. Se il premier Enrico Letta “si logora – scrive il sindaco di Firenze in una Lettera al quotidiano La Stampa –, si logora per le cose che fa o che non fa. Non per il tentativo di altri di realizzare finalmente riforme attese da vent’anni anni. Se facciamo la legge elettorale la facciamo per dare una speranza agli italiani, non per logorare Letta. Se Letta si logora è perché governa male, non perché c’è un nuovo segretario del Pd”.

Renzi lancia quindi più di un messaggio polemico ad Angelino Alfano: prima afferma che il Pd è al Governo anche “per far approvare ius soli e civil partnership”, temi sui cui l’opposizione di Ncd è nota; poi attacca il ministro Nuncia De Girolamo, al centro delle polemiche per le presunte pressioni su un appalto della Asl di Benevento, sostenendo che – a suo tempo – il ministro democratico Josefa Idem si era dimessa “dimostrando uno stile profondamente diverso”.

La risposta di Alfano non si è fatta attendere: “Senza di noi questo Governo non va avanti – ha tuonato il vicepremier –. Se il Governo dovesse paralizzarsi o ci fosse l’arroganza di chi dice ‘vanno avanti solo le proposte del Pd’, che cozzano con i nostri valori, noi non andiamo avanti”.

Quanto al tema del rimpasto, “c’è una grande ipocrisia: tutti lo vogliono nessuno lo dice – ha aggiunto il segretario di Ncd –. In realtà le spinte per il cambiamento di alcuni ministri ci sono. Letta dovrà assumersi il peso, l’onere e la fatica di trovare la composizione. Ma la principale delle questioni è all’interno del Pd, facciano chiarezza su tutto: si riuniscano e decidano una volta per tutte se riconoscono il presidente del Consiglio e se lo riconoscono lo aiutino. Se non lo riconoscono facciano una proposta alternativa al Paese”. 

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