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Patto di Stabilità: accordo vicino Francia-Germania che spiazza l’Italia. Oggi riunione decisiva dell’Ecofin

Riunione decisiva oggi dell’Ecofin per definire il nuovo Patto di Stabilità e crescita – Cruciali i parametri di deficit e debito ma Francia e Germania sono già vicini ad un accordo che l’Italia, pur condividendone la sostanza, dà l’impressione di subire

Patto di Stabilità: accordo vicino Francia-Germania che spiazza l’Italia. Oggi riunione decisiva dell’Ecofin

“Siamo vicini ad un accordo al 100% tra Francia e Germania” sul testo del nuovo Patto di Stabilità e crescita che sarà sottoposto all’esame di oggi dell’Ecofin che si terrà in videoconferenza tra i ministri dell’Economia e delle Finanze di tutti i Paesi dell’Unione europea. Ad annunciarlo è stato il ministro francese dell’Economia, Le Maire, che ieri sera ha incontrato l’omologo tedesco Lindner per definire gli ultimi dettagli dell’accordo che si concentra principalmente sui parametri relativi a deficit e debito pubblico. Dell’intesa tra i due maggiori Paesi dell’Europa è stato tenuto al corrente anche il ministro italiano Giancarlo Giorgetti, che si colloca “sulla stessa linea” ma che è stato spiazzato dalla velocità impressa dalla Francia all’accordo e non ha gradito. Soprattutto per questioni di immagine, perché l’impressione è che decidano tutto Parigi e Berlino e che l’Italia possa solo accodarsi, ma questa è la realtà.

La Germania vuole regole rigide su deficit e debito pubblico

Il ministro tedesco Lindner, per coprirsi le spalle in casa, ha tenuto a specificare che “la Germania non accetterebbe regole che non sono rigide, credibili, sufficienti ed efficienti per portare a livelli di debito più bassi e a un percorso affidabile per ridurre i deficit e penso che ciò che otterremo sarò esattamente questa landing zone: consentiamo gli investimenti, manteniamo uno spazio fiscale per le riforme strutturali ma rispetto alle vecchia regole quelle nuove porteranno ad abbassare tali livelli e abbassare i deficit. Le vecchie regole sono rigorose sulla carta, ma non nell’applicazione”. Messaggio chiarissimo anche se ovviamente negoziale.

Sul debito si era immaginato che i Paesi come Francia e Italia che hanno un debito superiore al 90% del Pil devono impegnarsi a ridurlo gradualmente con un aggiustamento annuale di almeno l’1% del Pil, cioè molto al di sotto della clausola di salvaguardia del 3%, ma il punto cruciale è in quanto tempo si pensa che questa operazione debba compiersi. In cinque anni o di più?

Patto di Stabilità: decisiva la riunione dell’Ecofin di oggi

L’altro punto essenziale del nuovo Patto di stabilità e crescita è la percentuale di riduzione annuale del deficit, inizialmente immaginata tra lo 0,5 e lo 0,7% ma che potrebbe scendere allo 0,2%. Sembra infine confermato lo scomputo di una parte della spesa per interessi sui titoli di Stato nel triennio 2025-7 e quella per la Difesa. Ma su tutti questi aspetti, dove il diavolo si nasconde nei dettagli, sarà l’Ecofin a dire la sua.

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