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Pasqua ortodossa: Tsipras tra Ateneleaks e la Cina

Malgrado le bordate della Lagarde contro Tsipras e un report di Wikileaks che mostrava un Fondo Monetario propenso al default greco, Atene è riuscita vendere il Porto del Pireo ai cinesi, sta stipulando accordi con i russi nell’energia e può realisticamente sperare di rientrare nel Quantitative easing della Bce – La Turchia invece….

Pasqua ortodossa: Tsipras tra Ateneleaks e la Cina

La prima settimana di Aprile ha visto l’intensificarsi delle pressioni sui prezzi dei titoli governativi periferici che sino ad oggi avevano rappresentato una sorta di paradiso per gli investitori più avversi alle turbolenze dei mercati azionari. Il Bund ha così festeggiato un nuovo minimo, anche grazie al QE “rinforzato”, e le aste di Spagna, Italia e Portogallo hanno ottenuto una risposta tiepida.

Il monito del FMI su una revisione delle prospettive di crescita globale si accoda ad una serie di dichiarazioni rilasciate dalla Fed e dalla BCE, per la serie che sull’inflazione i target erano troppo ambiziosi, il rischio di deflazione è evidente e non è stato debellato e si sta cercando ancora lo spunto per rimettere in moto la crescita.

Stiamo affrontando un mese cruciale in quanto al peso di scadenze e cedole per il debito di Paesi ancora altamente indebitati e quindi alla mercè del sentiment di investitori che risentono di una elevata volatilità delle Borse, ora trasferita anche sui bond.

Intanto il piano privatizzazioni greco mette a segno un colpo da quasi 400 ml di euro con buona pace degli americani e del loro braccio di ferro reso vincolante per tramite dell’IMF, e delle  simpatiche “bordate” della Lagarde contro Tsipras. Come da attese il Porto del Pireo è stato venduto alla China Cosco Shipping Corporation per 280.5 ml con una partecipazione del 51% che sarà implementata di un altro 8% in cinque anni per altri 88 ml di euro. Ma non è finita qua perché nuovi accordi sul settore energetico con la Russia potrebbero essere in arrivo.Il Piano di privatizzazioni aveva un obiettivo ambizioso di 50 miliardi di euro e questo è solo un inizio.

Dal fronte tedesco finalmente si è levato un coro unanime dal mondo politico a favore di un accordo con la Grecia e con l’IMF incluso entro la fine della Pasqua ortodossa e quindi per la fine del mese di Aprile. L’incontro tra Lagarde e Merkel a Berlino il 5 Aprile si è rivelato cruciale per ricondurre alla ragione il FMI e dimostrare una volontà sostanziale dell’UE ad evitare una nuova deriva greca.

Il decennale greco resta sotto il 9% anche a causa delle rinnovate tensioni dell’ultimo mese, ma i tempi della dura opposizione di Schaeuble son alle spalle e la Merkel vuole che il piano triennale sia finalizzato e funzioni fattivamente. La mission impossible del Cancelliere tedesco è quella di evitare il peggio prima dell’estate, e quindi di tenere separati l’intervento dell’UE da quello dell’IMF ma facendoli convergere in un comune intento di salvaguardia del Paese da nuove turbolenze finanziarie per permettere così al Governo di proseguire sulle misure di austerità.

Ma l’obiettivo evidente è quello di capitalizzare i miglioramenti che già si son intravisti nel calo dei NPL della Piraeus Bank con un pacchetto di aiuti credibile a dare una sterzata definitiva sul lato del merito di credito e quindi del rating e permettere alla Grecia di riappropriarsi di un suo ruolo importante nell’estensione del QE che pe adesso gli è preclusa per la mancanza di risultati tangibili che permettano alla BCE di accettare i  titoli greci con un rating quindi in linea con i dettami delle politiche non convenzionali attuate sin qua da Draghi. Non solo quando le banche greche potranno quindi accedere alle forme di impiego di medio e lungo termine ed al programma detto TLTRO II si potranno ma mano ridurre le misure emergenziali date dalle linee di intervento BCE dette ELA.

Di fronte al piano di “finanziamento” per la politica dei profughi accordato alla Turchia questi discorsi appaiono quasi paradossali tenendo conto del fatto che la Grecia fa parte dell’UE mentre la Turchia difficilmente ne farà mai parte, ma si sa che le tensioni geopolitiche dell’area hanno permesso ad Erdogan di firmare con l’UE accordi opportunistici e molto discutibili per i fatti ben noti che caratterizzano una politica interna autoritaria e tutta a scapito della minoranza curda e delle opposizioni politiche e non volendo guardare alle connivenze con l’IS.

La fuga di notizie legate ad un report di Wikileaks che mostrava un IMF propenso ad un default greco nell’imminenza del referendum per la Brexit del 23 Giugno in versione anti UE è stata smentita ma come dimostra lo scandalo Panamaleaks ormai le guerre sono finalizzate al dominio economico e finanziario, più che territoriale, e si combattono con  un mix tra attacchi cyber, guerre valutarie e utilizzo massivo di informazioni finanziarie per destabilizzare un precario equilibrio globale.

E forse la rabbia di Tsipras che ha convocato di urgenza il Governo sul caso Wikileaks e l’ha portato ad iniziare una più stretta collaborazione con i cinesi e con i russi, criticando apertamente i tentennamenti utilitaristici della Lagarde troverebbe più di una giustificazione.

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