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Pagamenti Pa: Cdp anticipa i soldi ai creditori

Cdp anticiperà agli enti della Pa che ne faranno richiesta i soldi per pagare le imprese creditrici – Previsto obbligo di versare quanto dovuto entro 15 giorni dal recepimento delle somme.

Pagamenti Pa: Cdp anticipa i soldi ai creditori

Buona novità per chi vanta crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Dal 17 febbraio, Cassa Depositi e Prestiti ha reso operativo il nuovo meccanismo di “anticipazione di liquidità”, che consentirà di accelerare i pagamenti dovuti dalla pubblica amministrazione al 31 dicembre 2019, sopperendo agli ormai tradizionali ritardi.

Scendendo nel dettaglio, i soldi messi a disposizioni da Cdp potranno essere fruttati per anticipare pagamenti di debiti “certi, liquidi ed esigibili”, sottilinea la società, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali. L’anticipo potrà essere effettuato sia per i pagamenti dovute dalle Regioni e dalle province autonome (e dai rispettivi enti del Servizio sanitario nazionale), che da Comuni, Province e Città metropolitane.

L’iniziativa era già stata messa in campo nel 2019 e ha consentito l’erogazione di 900 milioni di euro in favore di circa 360 enti per il saldo di 77mila fatture.

“Grazie a questa iniziativa sarà possibile offrire un sostegno concreto alla Pubblica amministrazione, generando anche un impatto positivo per il tessuto economico e le comunità locali”, sottolinea la nota di Cassa Depositi

I soldi saranno erogati ai singoli enti in un’unica soluzione, entro 7 giorni lavorativi dalla data della richiesta di erogazione, con obbligo di pagare tempestivamente le imprese creditrici entro 15 giorni (30 giorni per i debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale) dal ricevimento delle somme.

Una misura che favorirà soprattutto le imprese che attraverso questo meccanismo otterranno la liquidazione del proprio credito verso gli enti, senza dover sostenere alcun costo accessorio. Non solo, non ci saranno ripercussioni nemmeno sui saldi di finanza pubblica e gli enti “godranno di un tasso finito variabile, al momento pari allo 0,475%, inferiore rispetto a quello previsto dalla direttiva 2011/7/UE (tasso di riferimento BCE +8%)”.

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