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Pagamenti in contanti: i 6 casi in cui sono proibiti

Ritirato il Ddl che introduce sanzioni per i professionisti e le partite Iva che non utilizzano il Pos – Gli altri casi in cui bisogna evitare i contanti riguardano pensioni, affitti, assegni bancari o postali e pagamenti ricevuti da cittadini extracomunitari.

Pagamenti in contanti: i 6 casi in cui sono proibiti

La legge c’è, le sanzioni no. In teoria, dal 30 giugno 2014 commercianti e professionisti italiani sono obbligati ad accettare pagamenti elettronici tramite Pos (bancomat, carte di credito, di debito e prepagate) per importi superiori ai 30 euro. Peccato che non sia prevista alcuna punizione per i trasgressori, ragion per cui la norma è ampiamente ignorata. Questa lacuna doveva essere colmata da un disegno di legge presentato a inizio anno in Senato, ma lo scorso maggio il provvedimento – che era arrivato al vaglio della commissione Finanze di Palazzo Madama – è stato ritirato per la mancanza delle coperture economiche (il testo prevedeva anche degli incentivi), oltre che per le proteste delle diverse categorie professionali interessate dal nuovo obbligo.

TRASFERIMENTI SOPRA I MILLE EURO

Quella sul Pos non è però l’unica norma anti-contanti da ricordare. Ormai da più di tre anni è proibito trasferire denaro cash in qualsiasi valuta e a qualsiasi titolo per importi pari o superiori a mille euro (soglia che il governo Monti ha abbassato dai precedenti 2.500 euro). Lo stesso divieto riguarda anche i trasferimenti di titoli al portatore e quelli di libretti di deposito bancari o postali al portatore. Il trasferimento è vietato anche quando è effettuato in più tranche che costituiscano un “artificioso frazionamento”.

PENSIONI

Agli sportelli degli uffici postali, i contanti sono proibiti per il pagamento delle pensioni d’importo superiore a mille euro (esclusi eventuali arretrati), che devono essere corrisposte tramite accredito su conto corrente o su carta prepagata.

AFFITTI

Quanto alle case in affitto, i pagamenti in contanti dei “canoni di locazione per immobili ad uso abitativo” devono sempre essere documentati tramite ricevuta, e sono comunque proibiti dai mille euro in su.

ASSEGNI

Quanto agli assegni bancari o postali (sempre a partire dai mille euro) devono riportare la clausola di non trasferibilità, ovvero devono essere incassati necessariamente dalla persona cui sono intestati. E’ possibile chiedere alla propria banca di ricevere assegni trasferibili, ma bisogna farlo in forma scritta e pagando un’imposta di bollo di 1,5 euro.

PAGAMENTI DA CLIENTI EXTRA-UE

I commercianti che ricevono pagamenti da persone fisiche con residenza in Paesi non appartenenti all’Unione europea o allo Spazio economico europeo (che comprende anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia) possono accettare contanti solo se l’importo è inferiore a 15mila euro. Prima di versare la somma incassata, inoltre, devono inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione preventiva con il numero del conto corrente su cui sarà effettuato il versamento.

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