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Padoan: “Rinviato il taglio dell’Irpef”

Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Porta a Porta: “Il provvedimento è solo rinviato, continueremo a ridurre la pressione fiscale” – Confermato il superammortamento – Renzi sulla enews: “La manovra metterà insieme giustizia sociale e crescita”.

Il taglio dell’Irpef “per il momento è rinviato, continuiamo però a ridurre la pressione fiscale”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Porta a Porta. “La pressione fiscale – ha aggiunto – è alta, ha cominciato a scendere, ma deve scendere ancora”.

“Stiamo facendo i conti – ha detto Padoan – nell’ambito dello spazio fiscale. Il governo, ha spiegato, pensa al “sostegno agli investimenti, all’innovazione e alla produttività, che significa anche salari più alti”. “I contratti a livello aziendale – ha aggiunto – devono essere sostenuti, sono fonte di crescita della produttività, della competitività e del reddito dei lavoratori”. Il ministro ha quindi confermato che l’esecutivo pensa anche a “confermare il superammortamento” che finora ha funzionato bene. 

Intanto anche il premier Renzi parla di manovra assicurando che “metterà insieme giustizia sociale e crescita”. “Le chiacchiere – scrive nella enews – stanno a zero, i posti di lavoro a più 585.000. Ma purtroppo non basta. E dunque in legge di stabilità ci saranno nuove misure per la competitività. E ci saranno anche misure per agevolare la pensione di chi ha maturato molti anni ma non ha ancora i requisiti previsti dalla riforma Monti-Fornero: tenere insieme la giustizia sociale con la crescita, questo il nostro obiettivo”. “Dobbiamo fare investimenti nella ricerca – sottolinea – nella scorsa legge di stabilità abbiamo messo agevolazioni, continueremo a farlo nella prossima manovra”.

Padoan ha anche rivelato di essere stato persuasivo nei confronti di Renzi sul fronte del deficit. Con il premier convinto di utilizzare tutto il margine disponibile fino al 3% e il ministro determinato a mantenere un percorso di risanamento del bilancio pubblico rispettando gli impegni europei. “La giacca non gliela tiro mai perché spesso non ce l’ha, ma posso citare lo stesso presidente del Consiglio. Alla domanda se ha mai cambiato idea, ha detto che io l’ho convinto a far scendere il deficit anziché a farlo salire”. Farlo salire, ha aggiunto, sarebbe grave “per i costi reputazionali che il Paese pagherebbe”. Per questo che “il deficit continuerà a scendere. È inevitabile in un Paese ad alto debito come il nostro”.

Renzi e Padoan sono sulla stessa lunghezza d’onda quando si parla di Pil. Migliora, ma non soddisfa. Ci sono però gli ultimi dati dell’Istat sul mercato del lavoro a dare un qualche sostegno all’ottimismo governativo: “La ripresa c’è anche se è debole – dice Padoan -. La crescita dell’occupazione è superiore al Pil e questo è un indicatore che il Jobs act sta funzionando. Questo fa ben sperare per il futuro, perché lavoratori in più sono crescita potenziale in più”.

Le risorse sono limitate e il Governo punta forte sulla lotta all’evasione fiscale, attraverso i meccanismi tradizionali, ma anche con una nuova voluntary disclosure. Il recupero di evasione, ha spiegato Padoan, sarà “quest’anno di circa 15 miliardi e dovrà aumentare l’anno prossimo”. Riguardo alla proposta politicamente ricorrente di introdurre in Italia una “flat tax”, Padoan non si è detto contrario a priori. “Potrebbe anche funzionare in condizioni economiche diverse, per esempio è stata adottata nei Paesi dell’est europeo perché partivano da situazioni sviluppo molto diverse, ma il nostro sistema è molto complesso. E’ un esercizio interessante ma poco realistico per l’Italia”. Un esercizio che si vuole ripetere è invece la voluntary disclosure: “stiamo studiando i meccanismi” e “mi accontenterei di un po’ meno di 4 miliardi”.

Per quanto riguarda le banche italiane, Padoan mostra fiducia sulla tenuta del sistema e ottimismo sulla soluzione del caso Mps. In italia, dice, oggi “non ci sono banche a rischio: Mps è un caso a parte”, questa situazione “è stata certificata dagli stress test”. Risanare Mps avrà un effetto equilibratore sull’intero sistema creditizio, “dimostrerà una volta per tutte che il sistema è sano, al contrario di quello che a volte alcuni dicono, che ci sono all’interno del sistema meccanismi di mercato per rafforzare le banche e darà un segnale positivo ai mercati e al sistema creditizio”. Mercoledì, annuncia Padoan, ci sarà “da quello che mi risulta”, il Cda che nominerà il nuovo amministratore delegato di Montepaschi.

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