Dopo la pioggia di vendite arrivata giovedì, la Borsa di Milano apre con un rimbalzo del 2%. Bene anche Francoforte (+0,9%), Parigi (+0,7%) e Londra (+0,8%). Ieri a dominare i mercati era stata la paura che le banche centrali non siano più in grado di tener sotto controllo la situazione. Pesa sul mercato la cautela sulla congiuntura economica globale emersa dai verbali della Fed – anche se giovedì la Yellen ha detto che il rialzo dei tassi sarà graduale –, così come le divisioni interne emerse da quelli della Bce. Di qui l’incertezza che ha innescato gli acquisti sui beni rifugio. Il dollaro, in particolare, ha perso nuove posizioni rispetto allo yen, sotto quota 108. Nella settimana la valuta giapponese ha guadagnato il 2,6% su quella americana, nonostante i moniti in arrivo da Tokyo. Sale anche l’oro, mentre nell’Eurozona accelera la corsa al Bund.
TONFO DI GOLDMAN SACHS, RIVINCITA DI MC DONALD’S
Wall Street si avvicina così alla stagione delle trimestrali, prevista per la prossima settimana, in forte ribasso: l’indice S&P 500 chiude a -1,2%, peggior risultato delle ultime sei settimane, e torna sotto i livello di inizio 2016; Dow Jones -0,98%, Nasdaq -1,47%.
Le perdite più pesanti riguardano il settore finanziario (-1,9%), sotto pressione per i cali dei margini. Goldman Sachs è scesa del 3%, Morgan Stanley -2,5%. L’eccezione positiva è Mc Donald’s (+0,5%), salita ai massimi storici grazie ad un apprezzamento, lento ma costante, iniziato circa un anno fa: nelle ultime 52 settimane il guadagno è del 33%, la migliore performance tra le blue chip.
Contrastato il petrolio. Stamane le quotazioni mostrano segni di ripresa dopo la battuta d’arresto di ieri: il Brent arretrato ieri a 38,9 dollari al barile tratta a 39,91 dollari, il Wti sfiora i 38 dollari.
BENE LA CINA, ABENOMICS SOTTO PROCESSO
Alta tensione in Asia, specie in Giappone, il principale epicentro della crisi. L’idice Nikkei si avvia a chiudere con un modesto rialzo, ma dopo aver accumulato una striscia di sette sedute negative con una perdita complessiva del 3% che si aggiunge al -4% dell’ottava precedente. Il trend in atto segnala ormai aperta sfiducia nei confronti nel piano economico noto come Abenomics. Chiudono in ribasso anche Hong Kong (-0,8%) e le Borse cinesi con ribassi inferiori al punto percentuale. Passa così in secondo piano la crescita delle riserve valutarie cinesi, la prima da nove mesi, a conferma della ripresa della congiuntura di Pechino, favorita dal dollaro debole.
PIAZZA AFFARI ANCORA MAGLIA NERA
L’altro nervo scoperto della crisi è ben più vicino a noi. Piazza Affari è di nuovo in trincea. Alla fine della seduta di ieri la Borsa di Milano ha chiuso sui minimi accusando un ribasso del 2,45%, con l’indice Ftse Mib a quota 16.818. Giornata negativa, anche se non così drammatica, anche per gli altri listini europei: gli indici di Parigi e Francoforte segnano entrambi -0,9%, Madrid -1,1%. Prevista una partenza piatta oggi per Parigi, Londra e Francoforte.
BANCHE, TIRO AL BERSAGLIO SUGLI AUMENTI E SU UNICREDIT
Grava su Milano la pressione per i prossimi aumenti di capitale della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Il prezzo più alto lo hanno pagato però Monte Paschi (-8%) e Banco Popolare (-7,5%, decimo ribasso consecutivo). Sotto tiro Unicredit (-5,9%), che sarà garante dell’aumento di Popolare Vicenza. Il titolo è scivolato ai minimi da febbraio. Finiscono in forte ribasso anche Mediobanca (-5%) e Pop.Emilia (-5,9%). Intesa -3,7%.
La tempesta ha colpito anche il resto del settore finanza, compreso il risparmio gestito. Anima cade in ribasso del 5,5%, Fineco -2,9%. Azimut -3,5%. Fra le assicurazioni, Generali -2,1%. Si salva UnipolSai, invariata.
Si profila così un week end decisivo per le banche: l’obiettivo del governo è di varare entro lunedì 11 aprile il fondo privato italiano, partecipato da diversi investitori istituzionali e da Cdp con una quota di minoranza, per sostenere le ricapitalizzazioni e le cessioni di sofferenze di alcune banche italiane. Tra i primi beneficiari dell’intervento, se davvero sarà varato in tempi così rapidi, potrebbe esserci la Popolare di Vicenza, che ha prorogato al 10 maggio dal 30 aprile l’esecuzione dell’aumento fino a 1,75 miliardi garantito da Unicredit fino a 1,5 miliardi. Interessate anche Veneto banca, che pure deve aumentare il capitale per un miliardo sotto la guida del consorzio capitanato da Intesa, Monte dei Paschi e Carige, che devono alleggerire i loro bilanci da una mole di sofferenze.
TORNA A SALIRE LO SPREAD. BTP ITALIA VA A RIPARTO
L’avversione al rischio e la pesantezza della Borsa ha provocato un aumento del differenziale fra i tassi di Btp e Bund amplia a livelli che non si vedeva dallo scorso febbraio, infrangendo al rialzo quota 130 punti base. Lo spread di rendimento tra Btp e Bund decennali tratta a 129 punti base, dopo un massimo a 131 punti base e da 117 della chiusura di ieri. Parallelamente, il tasso sul Btp a 10 anni quota 1,377% da 1,285% dell’ultima chiusura e dopo un massimo registrato alle 15,30 a 1,397%.
Chiusa l’offerta di Btp Italia, riprendono le aste di metà mese. Il Tesoro offrirà agli investitori 6 miliardi di euro in Bot a 12 mesi nel collocamento di martedì 12 aprile. Intanto, grazie alla risposta degli investitori istituzionali, la nona emissione del Btp Italia ha registrato un successo superiore alle previsioni. Sommando la domanda retail, interamente soddisfatta, il totale dell’emissione raggiunge 8,01 miliardi, portando al 31% la copertura delle esigenze di raccolta per l’intero 2016. Tra lunedì 4 e mercoledì 6 aprile la clientela retail aveva chiesto e ottenuto un totale di circa 4,2 miliardi di euro. Agli istituzionali sono stati assegnati 3,8 miliardi (contro richieste per 5,1).
VIVENDI COMPRA PREMIUM. SMENTITI TAGLI IN TELECOM
Tutto pronto per il decollo dell’asse con Vivendi. Il Cda straordinario di Mediaset (-3,7%) è stato convocato per le 17 di oggi per esaminare l’operazione di alleanza industriale con il gruppo presieduto da Vincent Bolloré. Dalla riunione è previsto che esca il via libera alla creazione di un veicolo azionario e industriale con il gruppo francese mediante lo scambio del 3,5% del capitale, il passaggio di Mediaset Premium a Vivendi e un’aggregazione nella tv via streaming e nella produzione televisiva in chiave anti-Netflix.
Continua la frana di Telecom Italia (-2,7%). Fidentiis ha deciso di tagliare la raccomandazione a Hold da Buy.Il target price è stato dimezzato a 0,86 euro da 1,64 euro. Ma Vivendi ha smentito le voci su un suo disimpegno o di tagli del personale: “Siamo in Italia per sviluppare e investire nel lungo periodo e non per ridurre gli organici”.
“Sarebbe fantastico se Telecom Italia partecipasse al piano per la banda ultra larga”, ha detto ieri l’ad dell’Enel Francesco Starace nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi in cui, tra l’altro, ha dichiarato che la società realizzerà la banda larga in larga in tutti paesi dove dispone di una rete elettrica. Enel ha chiuso la giornata con un ribasso dell’1,8%. Hsbc ha deciso di abbassare il target price a 4,70 euro da 4,80 euro mantenendo però la raccomandazione Buy.
IN RIALZO SOLO A2A E STM, SPINTA DAL MICROCONTROLLER
Pochi i titoli in controtendenza in una giornata nera. A2A sale dello 0,6% grazie all’upgrade di Mediobanca da 1,15 a 1,32 euro. Anche Equita ha alzato il giudizio a Buy da Hold, inserendolo nel Portafoglio Raccomandato sulle Blue Chip con un peso di 250 punti base. Il target è indicato a 1,34 euro.
StM (+4,3%) si risolleva dai minimi dal 2012 grazie a due note positive: le previsioni i crescita delle vendite del Galaxy 7 Samsung e l’ottima performance del microcontroller STM8, un dispositivo utilizzato in tutti gli apparecchi smart, dalle auto, agli elettrodomestici, ai beni di consumo in generale. A febbraio 2016 le vendite del STM8 hanno superato i due miliardi di unità, facendolo diventare il più diffuso microcontroller al mondo con una quota di mercato del 12,7% nel 2015, in forte crescita dall’8,2% del 2013.
OIL, AUTO, LUSSO: LE BLUE CHIPS SI TINGONO DI ROSSO
Per il resto, il ribasso non ha risparmiato alcun settore. Fra i titoli petroliferi, Eni scende dell’1,9%, Tenaris -0,2%, Saipem -4%. Si è mossa in ribasso Fiat Chrysler (-3,9%), che ha annunciato 1.400 licenziamenti nello stabilimento americano di Sterling Highs, nel Michigan. Exor -2,8%. Prysmian perde il 3,7%.
Tutti in calo anche i titoli del lusso, in particolare Yoox (-3,7%) e Moncler (-2,4%). Bryan Garnier & Co. ha abbassato su Luxottica il fair value a 61 da 63 euro (buy). Taglio anche per Ferragamo a 25,8 da 26,2 euro (buy), su Safilo a 12 da 12,5 (buy) e su Tod’s a 78 da 82 euro (neutral).