Condividi

Ocse, Pil Usa: +2,4% quest’anno, +2,6% nel 2013

“Ripresa guadagna slancio, ma lontana da essere completa” – I consumi invece dovrebbero rimanere ai livelli attuali, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere all’8,1% nel 2012 e al 7,6% nel 2013, dall’8,9% del 2011 – La crisi del debito in Europa “continua a essere una fonte di preoccupazione” per gli Stati Uniti.

Ocse, Pil Usa: +2,4% quest’anno, +2,6% nel 2013

Il Pil degli Stati Uniti dovrebbe crescere “a passo moderato quest’anno e il prossimo”: +2,4% nel 2012 e +2,6% l’anno successivo, dopo il +1,7% del 2011. I consumi invece dovrebbero rimanere ai livelli attuali, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere all’8,1% nel 2012 e al 7,6% nel 2013, dall’8,9% del 2011. Questi i dati diffusi oggi dall’Ocse, che sottolinea come negli Usa la ripresa economica ha “guadagnato slancio e i consumi hanno accelerato rispetto alla debolezza del 2011”.

Il tasso di disoccupazione “sebbene ancora alto, è calato quasi del 2% rispetto ai picchi del 2009”. Nonostante questi “miglioramenti sostanziali”, la ripresa è “ancora debole” e “lontana dall’essere completa”. 

Secondo l’Organizzazione internazionale, il mercato del lavoro americano “è stato colpito duramente dalla crisi economica” e “gli effetti restano gravi”, con un tasso di disoccupazione che è calato in modo significativo dai massimi toccati durante la recessione, “ma resta ancora alto”.

Il rischio principale è che “la disoccupazione di lungo termine possa diventare strutturale” perché la durata dei periodi di assenza di lavoro “è estremamente alta” e “molti potrebbero essere usciti del tutto dal mercato del lavoro”.

La partecipazione al mercato del lavoro “è diminuita” e potrebbe calare ancora negli anni successivi, cosa che nel lungo “potrebbe evolvere in un problema strutturale” e “cronico”. Per questo motivo, i sussidi per i disoccupati dovrebbero essere “combinati a una serie di servizi più attivi per fare tornare le persone al lavoro” e si dovrebbero mettere a punto strategie per aumentare le capacità e i compensi. 

La crisi del debito in Europa “continua a essere una fonte di preoccupazione” per gli Stati Uniti “dati i molti collegamenti tra gli istituti finanziari americani e i mercati finanziari europei”. Considerando anche un possibile calo della domanda aggregata dovuto al consolidamento fiscale, permangono rischi di battuta d’arresto per l’economia americana nel breve termine. Secondo l’Ocse, gli Stati Uniti dovrebbero dunque “continuare a sostenere la ripresa e a rimanere pronte a intervenire nel caso in cui si materializzassero effetti negativi”.

Commenta