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Ocse: le liberalizzazioni valgono l’8% del Pil

Oggi il segretario generale dell’organizzazione è stato ricevuto dal premier italiano a Palazzo Chigi – Ridimensionata la stima del 10% fornita dal premier italiano dopo il via libera al decreto “Crescitalia” – Gurria: “Interventi articolati e ben concepiti” – Il Professore: “Acceleriamo sulle riforme strutturali”.

Ocse: le liberalizzazioni valgono l’8% del Pil

“L’Italia ha avviato un programma di riforme molto ambizioso ma indispensabile per rafforzare la finanza pubblica, rilanciare la crescita e migliorare la competitività della sua economia. Il pacchetto è molto articolato e ben concepito”. Con queste parole il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, questa mattina ricevuto dal premier Mario Monti a Palazzo Chigi, ha promosso l’azione fin qui svolta dal nuovo governo italiano.

Gurria ha poi aggiunto che, secondo le analisi dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il “pacchetto di riforme” elaborato dall’Esecutivo di Roma ha “un enorme potenziale per rilanciare la crescita e la competitività”. In particolare, il decreto liberalizzazioni “potrebbe aumentare la produttività dell’economia italiana di circa l’8% nei dieci anni successivi all’introduzione delle misure” e “quasi metà di questo guadagno di produttività potrebbe derivare dalla sola liberalizzazione dei servizi professionali”.

Ora, questa previsione ridimensiona i dati forniti dallo stesso Monti. Dopo il via libera al decreto “Crescitalia”, il Professore aveva citato proprio le stime dell’Ocse – oltre che di Bankitalia – per sostenere che “se il nostro Paese nel campo dei servizi arriverà a un grado di flessibilità e apertura come gli altri principali paesi, la produttività potrà aumentare di un 10%”.  

Ma l’incontro di oggi è servito in primo luogo a rilanciare la collaborazione fra l’Organizzazione internazionale e Roma. Gurria ha proposto di “discutere insieme l’ordine con cui affrontare le riforme e la loro implementazione. Siamo qui per condividere con voi l’esperienza e la competenza che i paesi dell’Ocse hanno acquisito per affrontare queste sfide e per identificare quali pratiche possono funzionare e quali no”.

Insomma, una mano tesa da Parigi. “Potete immaginare come il Governo italiano sia avido di collaborare con l’Ocse e avere il suo impulso – ha replicato Monti -, proprio perché si occupa di quelle cose che noi con accelerato impulso intendiamo realizzare in Italia, a partire dalle riforme strutturali”. 

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