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Obbligo mascherina: resta per il lavoro privato fino al 30 giugno

Rimane l’obbligo di mascherina per il settore privato, mentre negli uffici pubblici sarà solo raccomandata. Prima del 30 giugno è previsto un nuovo confronto per eventuali aggiornamenti

Obbligo mascherina: resta per il lavoro privato fino al 30 giugno

Anche se la fase più acuta dell’emergenza sanitaria sembra essere passata prevale ancora la cautela per quanto riguarda la mascherina. Dopo l’ordinanza che l’ha mantenuta in bus, treni, ospedali, cinema e teatri il governo ribadisce la linea della prudenza e conferma fino al 30 giugno l’obbligo di mascherina per lavoratori del settore privato, “in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro al chiuso o all’aperto”. Dunque, in un ufficio, in un negozio o in catena di montaggio ma anche chi è a stretto contatto con il pubblico come dentro un supermercato. Questa è la posizione delle associazioni di categoria dopo l’incontro con i rappresentanti del governo per valutare un aggiornamento dell’ultimo Protocollo sulle misure per il contrasto del Covid nei luoghi di lavoro.

Prima di quella data è previsto comunque un nuovo vertice per una ulteriore valutazione che tenga conto della curva dei contagi e dei ricoveri e di possibili ricadute nel prossimo autunno.

Al momento si prevede che in tutti i casi in cui l’ambiente di lavoro è condiviso ci sia l’obbligo di utilizzare le mascherine ma saranno sufficienti anche quelle chirurgiche. Resta, comunque, per le aziende la possibilità di imporre l’obbligo di mascherine Ffp2.

Nessuno obbligo di mascherina nella Pa

Diversa è la situazione per gli uffici pubblici, sulla base dell’ordinanza emanata dal ministro della Salute, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in cui l’uso delle mascherine Ffp2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di barriere protettive; per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due (salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti); nel corso di riunioni in presenza; per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti.

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