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Nomine: Agenzia Entrate, Dogane e Demanio cambiano

A fine marzo il referendum sul taglio dei parlamentari: lo ha deciso il Consiglio dei ministri che ha anche nominato Ruffini alla guida dell’Agenzia delle Entrate e rinnovato i vertici di Dogane e Demanio

Nomine: Agenzia Entrate, Dogane e Demanio cambiano

Lunedì pomeriggio il Consiglio dei ministri ha varato le nomine dei nuovi vertici delle Agenzie fiscali: Ernesto Maria Ruffini torna all’Agenzia delle Entrate (dopo l’esperienza con i governi Renzi e Gentiloni), mentre Marcello Minenna s’insedia alla presidenza del Demanio e Antonio Agostini alle Dogane e Monopoli. In base a quanto emerso nei giorni scorsi, gli ultimi due nomi erano attesi a nomine invertite.

In realtà, le nomine non sono ancora operative. La procedura prevede che le proposte passino al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, già convocata per il 29 gennaio, per poi tornare in Consiglio dei ministri prima del decreto del presidente della Repubblica. Ma è solo questione di pochi giorni.

Ruffini, avvocato classe 1969, nel 2014 entra a far parte del tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana, istituito presso la presidenza del Consiglio. Nel 2015 diventa poi presidente del Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori della scuola Espero, carica che lascia lo stesso anno per essere nominato amministratore delegato di Equitalia, la società che si occupava della riscossione per conto dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps.

L’anno successivo viene nominato direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente dell’Agenzia delle entrate-Riscossione (nata dalla fusione di Equitalia e Agenzia delle Entrate). Ora, dopo poco più di un anno d’assenza, torna alla guida della principale agenzia fiscale italiana.

Lunedì il Consiglio dei ministri ha anche deciso che il referendum sul taglio dei parlamentari si terrà il 29 marzo. Se la riforma costituzionale sarà confermata dal voto popolare, saranno ridotti i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.

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