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Netflix frena Wall Street e le sanzioni frenano le Borse europee. Ma il Toro Usa non ha paura della guerra

Crolla Netflix (-22%), ma S&P e Nasdaq sono in rally – Corrono i rendimenti delle obbligazioni – A Milano, dopo l’Opa su Atlantia, arriva il merger tra Autogrill e Dufry

Netflix frena Wall Street e le sanzioni frenano le Borse europee. Ma il Toro Usa non ha paura della guerra

La brusca frenata di Netflix ha interrotto ieri sera il rally dei listini Usa. Il colosso dello streaming, per la prima volta, ha dovuto denunciare un calo degli abbonati (200 mila in meno) legata in buona parte all’interruzione dei servizi in Russia. Ma la stessa Netflix ha ammesso che il calo potrebbe proseguire nei prossimi mesi, complice la concorrenza e la fine della clausura imposta dal Covid. La notizia, diffusa nel dopo Borsa, ha provocato una vera e propria tempesta: il titolo ha lasciato sul terreno il 22 per cento, ovvero più di 30 miliardi di dollari.

Trimestrali record negli Usa

La batosta di uno dei titoli simbolo del rally del Nasdaq non scuote più di tanto però l’ottimismo a sorpresa che ha investito il mercato Usa, nonostante i venti di guerra sempre più forti in Ucraina e l’allarme del Fondo Monetario sulla crescita. La ragione sta probabilmente nei brillanti risultati in arrivo dalle trimestrali: il 79,4% delle società che hanno dato i numeri (ieri, tra le altre, Johnson& Johnson e Ibm) ha battuto le stime. Ovvero l’aumento dei tassi anticipato dagli interventi dei banchieri della Fed non sta favorendo la recessione: anzi, può dare nuovo ossigeno ai finanziari.

Di qui il rialzo dei listini accompagnato, a sorpresa, da un nuovo boom dei rendimenti: stanotte il t Bond ha superato la soglia del 3 per cento sostenendo il boom del dollaro, ai massimi da più di vent’anni sullo yen. Per effetto delle vendite degli ultimi mesi, i bond in negativo nel mondo sono scesi a 2.700 miliardi di dollari, erano arrivati a 18.000 miliardi l’anno scorso. Le indicazioni in arrivo dagli Usa si riflettono stamane sugli altri mercati, alle prese con sanzioni sull’energia (Europa) e lotta alo Covid (Cina).

Shanghai riapre i battenti, migliora il petrolio

Contrastate le borse dell’Asia Pacifico. Il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,7% e lo Yen ripiega dopo aver toccato i minimi degli ultimi vent’anni su dollaro: il cross è in calo dello 0,5% dopo tredici sedute consecutive. Hang Seng di Hong Kong +0,8%. In positivo i tech cinesi.

Anche lo yuan cinese perde colpi sul dollaro scivolando ai minimi da sei mesi. Debole l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (-0,4%). A Shanghai, altri quattro milioni di persone sono state autorizzate ad uscire di casa. Altre fabbriche hanno riaperto a seguito dell’ammorbidimento delle regole sul contagio.

La novità ha favorito il rimbalzo del petrolio, ieri -5% stamane in ripresa a 103,5 dollari al barile nella versione Wti.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in positivo. Future dell’indice EuroStoxx 50: +0,5%.    

In Usa la miglior seduta del mese

Ieri sera a Wall Street, l’S&P500 ha chiuso in rialzo dell’1,6%, la miglior seduta dal 16 marzo. Meglio il Nasdaq (+2,1%). Dow Jones +1,45%.

Stamattina il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,93%, da 2,84% di ieri. Negli Stati Uniti il tasso reale sulla scadenza a dieci anni non è più negativo, dopo due anni sotto lo zero.

Fmi: Ucraina più covid, peggio di un terremoto

Inflazione in salita (+5,3% per l’Eurozona), crescita in frenata (solo 3,6%, -0,8% rispetto alle previsioni di gennaio). Il Fondo Monetario stima così, per ora, l’effetto dei flagelli che hanno investito l’economia mondiale negli ultimi mesi a partire dalla guerra in Ucraina e l’effetto delle sanzioni. Senza trascurare però la serrata delle attività in Cina per debellare il Covid. A pagare un prezzo salato è soprattutto l’Eurozona (+2,8% il Pil, -1,1% rispetto a gennaio), gli Usa si consentiranno un modesto calo, (-0,3%, da + 4 a 3,7%) necessario per mettere sotto controllo l’inflazione.

Ma per tutti, scrive il neocapo economista Pierre Olivier Gourinchas, il pericolo sta “nel sottovalutare le onde sismiche che, come in un terremoto, stanno investendo materie prime, commercio e flussi finanziari”. La lotta all’inflazione richiederà rigore, ma un’ascesa troppo rapida dei tassi di interesse, ammonisce l’economista, rischia di far saltare gli equilibri di un mondo fragile e pesantemente indebitato.

Il mondo si rifugia nel dollaro

Il suggerimento, almeno per ora, non è stato raccolto dai mercati. Continua la corsa dei rendimenti dei T bond, sull’onda dei buoni dati dell’economia Usa (le nuove costruzioni sono salite ai massimi dal 2006). James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, ha dichiarato di non poter escludere un rialzo dei tassi di oltre 50 punti base. Prende velocità il dollaro, ai massimi da due anni sull’euro (e da venti sullo yen) recuperano qualche posizione le borse europee, deboli fin dall’apertura, in attesa di decisioni sulle sanzioni nei confronti della Russia.

T-Bond oltre il 3%, corre il Bund. Spread a 163

Le parole di Bullard hanno elettrizzato il mercato dei bond governativi. Il Treasury Note a dieci anni tratta a2,89%, +3 punti base. Ma ieri sera, per la prima volta, il rendimento ha superato il 3%. Prende velocità anche la carta tedesca, con il tasso del decennale che sale a +0,91%. Questo favorisce la discesa dello spread con il Btp 10 anni (+2,55% il rendimento alla chiusura di oggi). Il differenziale si ferma a 163 punti base, in ribasso dell’1,04%.

Lo stacco cedole frena Milano: -0,96%

Nel pomeriggio l’indice Eurostoxx (-0,1%) ha recuperato quasi tutte le perdite accumulate nella mattinata. Piazza Affari -0,96%, a 24.624 punti, resta la Borsa più debole. Almeno all’apparenza, perché sul dato influisce lo stacco delle cedole da parte di otto blue chips che ha pesato sull’indice per un punto percentuale.

Il caro energia costa all’Italia l’1,5 del Pil

Il Fondo Monetario Internazionale ha anche rivisto al ribasso le previsioni per il Pil italiano nel 2022, dal 3,8% di tre mesi fa al 2,3%; la previsione di crescita per il 2023 è stata rivista dal 2,2% all’1,7%. A pesare sulla crescita italiana sono la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia, che hanno provocato l’aumento dei costi dell’energia, vista la dipendenza italiana dalle importazioni energetiche dalla Russia.

Effetto Le Pen su Parigi: -0,83%

Arretra Parigi (-0,83%) in vista del ballottaggio elettorale di domenica tra Macron e Le Pen. In forte calo Hermès (-3,62%) e l’Oréal (-2,9%) alla vigilia dei conti.

Sono piatte Francoforte (-0,07%) e Madrid (-0,4%), scendono Amsterdam (-0,43%) e Londra (-0,16%).

I dividendi frenano Stellantis, corre Saipem

In fondo alla classifica di Piazza Affari finiscono i titoli che hanno staccato il dividendo. Tra cui Stellantis (-5,2%), che ieri ha anche annunciato la chiusura dell’unico suo stabilimento in Russia, gestito assieme a Mitsubishi (anch’essa in uscita). In forte, apparente ribasso, anche Banca Mediolanum (-5,6%), Banco Bpm (-4,8%), Unicredit (-3,3%) e Prysmian (-2,2%). Più stabili Campari (-0,9%) e Ferrari (-0,6%). Cnh Industrial chiude addirittura con un modesto +0,1%.

Al netto delle cedole il titolo migliore è stato Saipem (+3,8%), seguita da Iveco (+2,92%) e Pirelli (+1,36%).

Autogrill +12,3% in vista il merger con Dufry

Al di fuori del paniere principale, corre Autogrill (+12,3%). Bloomberg riporta che è in corso un negoziato con la svizzera Dufry, colosso dei duty free che dovrebbe comprare la società italiana, pagando in carta. Edizione, la holding dei Benetton che controlla Autogrill, dovrebbe essere il primo socio anche nel soggetto post fusione.

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