Condividi

Nasdaq e banche mandano in rosso anche Piazza Affari

Venerdì di passione sui mercati in attesa del verdetto di S&P sull’Italia – Il Nasdaq naufraga di nuovo e travolge tutti i listini azionari – Piazza Affari riduce le perdite nel finale (-0,7%) ma pesano i tonfi dei titoli bancari e del risparmio gestito – Pirelli, Eni, Stm e Luxottica controcorrente – In netto ribasso anche le altre piazze azionarie europee – VIDEO.

La luna di miele sui mercati è durata un giorno solo. Tornano in rosso le Borse, con i listini europei che chiudono in calo e Wall Street che viaggia in ribasso in scia ai risultati trimestrali deludenti di Amazon e Alphabet, nonostante il Pil del terzo trimestre superiore alle attese (+3,5% contro 3,3% stimato, in rallentamento sul trimestre precedente, +4,2%).

Piazza Affari, con un parziale recupero finale, perde lo 0,7% e scende a 18.683 punti. Deboli i finanziari, in attesa che Standard & Poor’s emetta, questa sera, il suo verdetto sul rating del Belpaese (ora ‘BBB’ con outlook stabile).

Si allenta leggermente la pressione sui titoli di Stato: il rendimento del decennale è al 3,45% e lo spread resta abbondantemente oltre i 300 punti, anche se si restringe a 309.80 (-1,05%).

Non decolla lo sperato dialogo fra governo e Commissione europea dopo la bocciatura della manovra. Reuters scrive inoltre che i ministri delle Finanze della zona euro discuteranno la manovra italiana alla prossima riunione del 5 novembre, nonostante la richiesta di rinvio giunta da Roma.

Intanto il vicepremier Luigi Di Maio sferra un attacco frontale al presidente della Bce Mario Draghi, accusato di usare parole che “avvelenano il clima”. Ieri il numero uno di Eurotower ha avvertito che i rendimenti in rialzo, riducendo il valore dei Btp, possono erodere il capitale delle banche italiane. Oggi da Bruxelles Draghi ricorda che “la banca centrale non dovrebbe essere soggetta a influenza politica o di bilancio e dovrebbe essere libera di scegliere gli strumenti più appropriati per compiere il proprio mandato”.

[smiling_video id=”67070″]

[/smiling_video]

 

In questo clima e mentre si avvicina la fine di un ottobre nero, che ha visto una perdita di valore di 6,7 trilioni di dollari dell’azionario globale, si fermano in calo Francoforte (-0,83%, con Deutsche Bank -3,61%), Parigi (-1,29%, zavorrata da Valeo, -21,02%, in seguito alla pubblicazione di numeri deludenti e di un nuovo allarme sugli utili dell’anno), Madrid (-0,62%), Londra (-0,9%) e Zurigo (-0,09%).

Wall Street è trascinata in basso da alcuni titoli tecnologici, ieri attori del rimbalzo. Il sell-off che sta colpendo il titolo Amazon consente a Microsoft di diventare la seconda azienda americana con la maggiore capitalizzazione dopo Apple.

Il cambio euro dollaro è poco mosso, in area 1,138. Il petrolio, tipo Brent, è in leggera crescita a 77,15 dollari al barile (+0,35%). L’avversione al rischio favorisce l’oro che supera i 1240 dollari l’oncia.

In Piazza Affari il bollettino delle perdite parte dal risparmio gestito, con Finecobank (-3,07%) e Azimut (-3,69%). Fra gli industriali il peggiore è Leonardo (-2,69%). Fra le banche, Mediobanca -2,7% e Ubi -2,44%. Monte dei Paschi chiude in controtendenza (+0,82%) una seduta altalenante, ma sorretta dall’ipotesi che il governo stia studiando l’aggregazione con un altro istituto, secondo indiscrezioni stampa.

Per quanto riguarda le ex popolari, si segnala la notizia che il Consiglio di Stato ha deciso di sottoporre alla Corte di giustizia europea i quesiti sulla legittimità della riforma che obbliga le banche popolari con oltre 8 miliardi di attivi a trasformarsi in società per azioni.

Le blue chip migliori sono Pirelli (+1,76%), Eni (+1,07% dopo la presentazione dei conti con un boom di utili nei primi nove mesi), Stm (+0,83%), Luxottica (+0,22%) e Unipolsai (+0,21%).

Commenta