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Nasdaq al contrattacco, T-Bond ok, GameStop alla ribalta

Forte rimbalzo del Nasdaq e positivo andamento dell’asta dei titoli di Stato negli Usa, dove torna a far palare di sé GameStop con un progresso del 26,9% – I mercati aspettano le mosse della Bce

Nasdaq al contrattacco, T-Bond ok, GameStop alla ribalta

Torna a far parlare di sé GameStop, già protagonista poche settimane fa della rivolta dei trader contro i Big del mercato. Il titolo ha messo a segno un rialzo del 26,9% (il 40% circa da lunedì). Un rialzo non casuale: oggi, o al massimo domani, la Camera degli Stati Uniti approverà il pacchetto di stimoli da 1.900 miliardi di dollari per il coronavirus e lo invierà al presidente Joe Biden per la firma: subito dopo, massimo una settimana, nelle tasche di molti americani arriveranno i 1.400 dollari previsti dagli stimoli fiscali, ovvero la benzina che servirà ad alimentare gli acquisti dei Robin Hood d’oltre Oceano che a febbraio hanno movimentato più capitali degli hedge fund. Nell’attesa, i mercati hanno ritrovato un certo equilibrio: risalgono i T bond (1,523 il rendimento del decennale da 1,613) torna a volare il Nasdaq (+3,7%), quasi fermo il Dow (+0,1%), S&P +1,42%. Rialza la testa Tesla (+11%), perché, dicono i maligni, i professionisti si sono affrettati a chiudere le puntate speculative dei giorni scorsi imitando i dilettanti.

Insomma, si torna a “giocare in Borsa”. E si comincia a vedere un ottimismo di fondo. Recita l’Economic Outlook dell’Ocse: “Le prospettive dell’economia mondiale sono decisamente migliorate negli ultimi mesi grazie alle campagne vaccinali, agli annunci di nuovi piani di stimolo fiscale e anche perché le economie riescono a far fronte in modo migliore alle restrizioni per contrastare il Covid-19”. Purtroppo, per ora all’appello manca l’Europa. Alla Bce, che si riunirà domani, l’onere di recuperare il tempo perduto.

Il Nikkei di Tokyo stamane è in lieve calo e l’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,2%. Sale in modo convincente l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen, rimesso in equilibrio ieri notte dal ritorno in campo della finanza parastatale legata alle autorità di Pechino.

Oggi Coupang, il gigante dell’e-commerce controllato da Softbank, annuncerà il prezzo della prossima Ipo. Si prevede una valutazione attorno ai 50 miliardi di dollari.

Il Kospi di Seul perde lo 0,7%, l’S&P ASX 200 di Sidney lo 0,8%. La Borsa dell’India ha aperto in rialzo dello 0,3%. Poco mossi, per ora, i derivati sugli indici di New York. Il future di Wall Street scendono di poco, di più quello del Nasdaq (-0,5%).

Il Treasury Note a dieci anni, il sorvegliato speciale delle ultime settimane, è tranquillo a 1,53%, a sette punti di distanza da quella che viene considerata un’area problematica.

Ieri, durante la prima delle aste da brivido di questa settimana, tutto è andato per il verso giusto, il Tesoro non ha avuto problemi a collocare 58 miliardi di dollari di Treasury a tre anni. Oggi nuovo appuntamento delicatissimo con l’asta da 38 miliardi di dollari di titoli a dieci anni.

L’oro interrompe la frana degli ultimi giorni: 1.713 dollari dopo il +2% di ieri.

Di nuovo in tensione il bitcoin, salito per tre giorni consecutivi, riportandosi ieri in vista dei massimi della storia. Ma stamattina arretra a 53.700 dollari.

Euro dollaro in rialzo dello 0,3%, a 1,187, da 1,90 alla vigilia della riunione della Bce.

Nuovo assestamento al ribasso del petrolio Brent, stamattina a 66,8 dollari il barile.

L’INDUSTRIA SPINGE MILANO E FRANCOFORTE

Milano e Francoforte non si fermano. Anzi, le due principali economie manifatturiere dell’Eurozona hanno concesso il bis, mettendo a segno nuovi massimi assoluti (il Dax) o al top da 13 mesi (Piazza Affari). A giustificare l’allungo è stata la revisione al rialzo delle stime della produzione industriale italiana (+1% a gennaio contro 0,1% di dicembre) e di quelle dell’Ocse, che, dopo l’approvazione degli stimoli Usa, ha alzato dell’1,4% la previsione della crescita per il 2021 fino a +5,6%. A frenare il Toro ci ha pensato l’ennesimo intoppo alla campagna vaccinale europea, stavolta da parte di Johnson & Johnson e, soprattutto, l’attesa del direttorio della Bce di giovedì. Anche nel Vecchio Continente si fa sentire la rotazione tra i settori: l’indice value (banche, energia, auto) nel 2021 sale del 9%, quello growth (tech e salute) dello 0,9%.

Piazza Affari sale dello 0,57% e si avvicina a quota 24mila punti (23.816).

Progressi frazionali per gli altri listini: Francoforte +0,44; Parigi +0,37%, Madrid +0,6%. Più tonica Amsterdam (+1,42%).

Londra +0,15%, zavorrata dai minerari: Rio Tinto, Bhp Billiton e Anglo American perdono tra l’1,4% e l’1,9%, sotto la pressione del dollaro e delle misure antinquinamento prese per il polo industriale cinese di Dalian.

L’indice Stoxx 600 avanza dello 0,5%: energia e utilities salgono dell’1,6%.

SPREAD A 102, LA BCE FERMA PRIMA DEL DIRETTORIO

L’obbligazionario italiano ha guadagnato terreno specie sulle scadenze lunghe, dopo che il Tesoro ha rinunciato a proporre un titolo a 30 anni nelle aste di domani. Il titolo è stato scambiato a 1,64% (contro 1,7% della vigilia).

Il tasso del decennale chiude a 0,7%, da 0,75% dell’ultima chiusura. Lo spread tra i tassi Btp e Bund si attesta a 102 punti base dai 104 del finale di seduta di ieri. Il mercato sembra disorientato di fronte all’inazione della Bce che finora non è intervenuta con decisione per prevenire un peggioramento delle condizioni di finanziamento.

UN NUOVO BOND UE A 15 ANNI, FRENANO GLI ACQUISTI PEPP

Gli acquisti netti in ambito Pepp, segnala un report di UniCredit, si sono mantenuti sotto la soglia considerata “neutrale” di 17-18 miliardi nelle ultime due settimane, proprio quando diversi esponenti Bce, compresa la presidente Christine Lagarde, richiamavano l’attenzione sui rischi di una stretta prematura delle condizioni di finanziamento con la crescita dei rendimenti.

Per quanto riguarda l’offerta, l’Ue ha lanciato un nuovo bond a 15 anni da 9 miliardi di euro nell’ambito del programma ‘Sure’ a sostegno dell’occupazione, con ordini per circa 61 miliardi.

MANIFATTURA IN RIPRESA, PRYSMIAN E LEONARDO AL TOP

Continua lo stato di grazia dei titoli manifatturieri. Se lunedì era stata la scuderia Agnelli a dettare l’andatura, ieri il testimone è passato a Prysmian (+3,83%), Stm (+2,86%) e Leonardo (+2,75%), che ha archiviato il 2020 con Ebita di 938 milioni di euro, in calo del 25%, e ricavi stabili a 13,4 miliardi. Ancora meglio Amplifon (+4,77%), in deciso rimbalzo dopo le perdite della scorsa settimana in occasione dell’incontro con gli investitori a Londra.

STELLANTIS VUOLE QUOTARE ARAMIS, DEALER DI AUTO ON LINE

Sale ancora Stellantis (+1,8%). La francese Aramis Group, venditore online di auto usate controllato con una quota del 70% da Stellantis, ha comunicato di stare valutando possibilità di una quotazione alla Borsa di Parigi nel corso di quest’anno, aggiungendo che il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Psa-Peugeot manterrà la maggioranza dopo l’Ipo.

RIMBALZANO LE UTILITY, ERG (+6,3%) FA CASSA CON L’IDROELETTRICO

Ben raccolte le utility a partire da Enel (+1,55%), seguita da A2A (+1,2%) e dalle società attive nei business regolati, come Snam e Terna in rialzo intorno all’1,6%. In luce Italgas (+2,09%), dopo l’accordo di collaborazione con l’australiana Jemena.

Molto forte Erg (+6,3%) sull’onda dell’accelerazione del processo di vendita degli asset idroelettrici e di gas naturale italiani (valore un miliardo).

PAUSA PER LE BANCHE, MA BPER NON SI FERMA

Realizzi sui bancari, dopo il rally delle ultime sedute. Frenano in particolare Unicredit, in calo dell’1,6%, e Intesa San Paolo (-0,9%). Ancora in grande evidenza Bper (+2,3%), sempre sostenuta dalle speculazioni legate all’M&A bancario dopo l’accordo tra Banco Bpm (-0,7%) e Cattolica sulla bancassurance.

Il tribunale di Madrid ha annunciato la sospensione dell’udienza prevista per domani tra il banchiere italiano Andrea Orcel e Santander. Il giudice del caso è stato posto in quarantena dopo essere entrato in contatto con un positivo al Covid-19, ha reso noto il tribunale.

STRAPPA CERVED (+19,4%) DOPO L’OPA DI ANDREA PIGNATARO

L’annuncio dell’Opa mette le ali al Cerved (+19,4%, a 9,57 euro), dopo che Ion Capital, la società di Andrea Pignataro già protagonista dell’acquisto di Cedacri, ha offerto 9,50 euro per azione. Il titolo aveva già strappato ieri (+14,5%) sulle trattative per la vendita della divisione recupero crediti.

CHIARA FERRAGNI AFFIDA L’E-COMMERCE A TRIBOO (+9%)

Triboo, gruppo che fornisce servizi di assistenza per lo sviluppo e la gestione delle attività digitali, è salito del 9% dopo che Chiara Ferragni ha affidato alla società la gestione del proprio e-commerce.

Ruffini Partecipazioni ha avviato la cessione di 8,2 milioni di azioni ordinarie Moncler, pari al 3,2% del capitale, tramite una procedura di accelerated bookbuilding. L’operazione fa seguito agli impegni presi nel contesto dell’aggregazione di Sportswear Company, la società titolare del marchio Stone Island. Ideanomics ha acquistato il 20% di Energica Motors (+15,1%) per 13,2 milioni.

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