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Nadef conferma meno crescita e più deficit. Una manovra da 20 miliardi. Stretta sui migranti. Tutte le misure del CdM

Il Governo rivede al ribasso le stime di crescita: Pil 2023 allo 0,8%, mentre per il 2024 all’1,2%. Il rapporto deficit/Pil nel 2023 sale al 5,3% (pesa il Surpebonus), mentre il prossimo anno scenderà al 4,3%

Nadef conferma meno crescita e più deficit. Una manovra da 20 miliardi. Stretta sui migranti. Tutte le misure del CdM

Nessuna sorpresa: meno crescita e più deficit nelle nuove previsioni economiche del governo Meloni. Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, la cornice programmatica entro la quale sarà dipinta la prossima legge di Bilancio (attesa per il 20 ottobre) e che non permetterà di esaudire tutti i desideri dei partiti. Si parla dello 0,8% per il 2023 e dell’1,2% per il 2024. In primavera preventivati rispettivamente l’1% e l’1,4%. Del resto, il quadro macroeconomico mondiale ed europeo è cambiato. E i margini di manovra, già risicati, agitano i sonni del centrodestra. Ci sono le promesse fatte in campagna elettorale, i nuovi rialzi del prezzo dell’energia, e il nervosismo dei mercati (in questi giorni i rendimenti sul Btp decennale hanno raggiunto il 4,7%, anche sulla spinta dell’aumento dei tassi voluto dalla Bce, facendo schizzare lo spread). Ma anche lo sforamento deficit/pil – che nel 2023 sale al 5,3% per la contabilizzazione del Superbonus, senza il quale avrebbe rispettato la stima di aprile al 4,5% – visto che la manovra deve passare al vaglio di Bruxelles, anche se ancora quest’anno si possono evitare i vincoli europei sulla spesa pubblica prima del ritorno del Patto di Stabilità.

Nadef: più debito per finanziare la manovra

Il dato fondamentale è quello del deficit in relazione al Pil per il 2024: quanto intende indebitarsi il governo per reperire risorse volte a finanziare la manovra di fine anno? L’esecutivo supera la soglia del 4% programmatico, alzando l’asticella al 4,3%. Questo aprirebbe uno spazio in deficit di 0,5 punti percentuali per racimolare 8-10 miliardi tutti incentrati sulle priorità elencate da Palazzo Chigi: dal taglio del cuneo fiscale alla sanità fino alle misure per sostenere la natalità e le famiglie dei redditi medio-bassi. “Oltre a stanziamenti significativi per rinnovo del contratto del pubblico impiego”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa post Cdm. Motivo per cui l’esecutivo si ritrova ancora una volta alla disperata ricerca di risorse. Come dimostra anche la controversa tassa sugli extraprofitti delle banche (si tratta però di circa 3 miliardi secondo le stime della nuova versione). La strada delineata dal decreto Energia approvato lunedì è un assaggio di quella che sarà una manovra piuttosto snella, e che dovrebbe aggirarsi attorno ai 22 miliardi.

Il nodo Superbonus

Il debito del 2024 è fissato al 140% del Pil. Su queste previsioni, però, c’è il fardello del Superbonus, anche se il governo può recuperare spazio di manovra quest’anno. Dopo la decisione dell’Eurostat di valutare le spese legate ai bonus edilizi relativi al 2023 come “pagabili”, quindi da contabilizzare tutte su quest’anno e non sui bilanci successivi. Per il 2024, invece, l’Eurostat attende la prima parte del 2024 per decidere se applicare il principio “non pagabile” e dunque spalmare le spese negli anni di durata del credito d’imposta. Un rinvio che di fatto rende molto complicata le previsioni di spesa.

Stretta sui migranti, proroga smart working e garanzia prima casa

Oltre alla Nadef il governo ha approvato altri provvedimenti, tra cui quello sui migranti. Si tratta del quinto provvedimento in nove mesi a cui bisogna aggiungere il decreto ministeriale con la “garanzia” da 5 mila euro. Il nuovo decreto migranti contiene una stretta sulle espulsioni e sul fenomeno dei “finti” minorenni ed aumenta di 400 unità il contingente militare dell’operazione “Strade sicure”, da destinare alle principali stazioni ferroviarie italiane. Via libera anche al decreto che include la proroga dello smart working nella Pa per i lavoratori fragili fino al 31 dicembre e la garanzia statale fino all’80% per l’acquisto della prima casa delle giovani coppie.

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