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Mps, obbligazioni subordinate e rimborsi: la carica dei 40mila

Dopo il via libera di Bruxelles alla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi, 40 mila risparmiatori che detengono bond subordinati sperano di potere essere risarciti ma il rimborso scatterà solo nei casi in cui si dimostra la scorrettezza della banca – Prevedibile una pioggia di cause legali

L’accordo tra la Commissione europea e il Governo italiano sulla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi salverà la banca senese evitando rischi sistemici a tutti il sistema bancario italiano ed europeo, ma non salverà gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati di Mps. Nel salvataggio della banca scatterà il cosiddetto Burden sharing, una forma più dolce del bail-in, che chiamerà gli azionisti e i bondisti subordinati a partecipare agli oneri della ristrutturazione del’istituto.
 
I 40 mila detentori di obbligazioni subordinate, uno strumento finanziario a metà tra bond e azioni, potranno così sperare di essere  risarciti solo nei casi in cui si dimostrerà la scorrettezza della banca stessa per averli indotti a suo tempo ad acquistare bond non privi di forti rischi. Ma è facile capire che non sarà una pratica agevole e che fin da ora sono da mettere in conto infinite cause legali.

Dopo l’accordo con Roma sulla ricapitalizzazione della banca senese, la Commissione europea ha spiegato che “Mps compenserà i titolari retail di obbligazioni subordinate che sono stati oggetti di mis-selling convertendo quei titoli in azioni e comprando quelle azioni da questi investitori. Mps pagherà queste obbligazioni con dei più sicuri titoli senior”.

Insomma, qualche speranza di rimborso c’è, ma non per tutti i bondisti.

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