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Moda, renderla sostenibile costa 30 miliardi l’anno

Boston Consulting Group e Fashion for Good hanno stimato in 20-30 miliardi di dollari l’anno le necessità di investimento per apportare alla moda l’innovazione utile a rendere più sostenibile l’industry.

Moda, renderla sostenibile costa 30 miliardi l’anno

Il settore della moda è sotto pressione: bisogna innovare per diventare più sostenibili. Per farlo, nel report presentato al World Economic Forum di Davos dal titolo “Financing the Transformation in the Fashion Industry: Unlocking Investment to Scale Innovation” Boston Consulting Group (BCG) e Fashion for Good hanno stimato che il valore delle opportunità di finanziamento per sviluppare e scalare innovazioni “disruptive” in chiave sostenibile si aggira tra i 20 ai 30 miliardi di dollari all’anno.

In uno scenario in cui i consumatori sono sempre più sensibili e le normative sempre più stringenti, i player rilevano la necessità di inserire l’obiettivo di sostenibilità in cima all’agenda dell’industria della moda e di muoversi verso prassi più responsabili. Tuttavia, la questione riguarda soprattutto il modo in cui l’industria si trasformerà per raggiungere un modello operativo sostenibile, dal momento che un cambiamento di passo richiederebbe innovazione su diversi fronti: nuovi materiali, processi, tecnologie e modelli di business. Per diffondere su scala le soluzioni necessarie ad incontrare standard più sostenibili, tutti gli attori del fashion quali marchi della moda, partner della catena di fornitura e investitori, devono collaborare per accelerare il processo di innovazione e approfittare delle opportunità non sfruttate in un mercato che ad oggi vale 2.000 miliardi di dollari.

Il tema principale riguarda il sotto finanziamento nel settore del fashion. Pensando ai 20-30 miliardi di dollari di opportunità di investimenti, vediamo che la metà di queste si trova all’inizio e alla fine della catena del valore, dove le materie prime e le soluzioni di fine vita dei prodotti hanno il più alto potenziale di impatto sull’ecosistema. In questo caso, la maggiore esigenza di capitale deriva dalla presenza di diversi fattori come tempi di ricerca più lunghi, continuo processo di sviluppo e complessa integrazione della catena di fornitura. Se pensiamo, ad esempio, alle infrastrutture necessarie per consentire il riciclaggio chimico dei rifiuti tessili, notiamo che queste richiedono investimenti più ampi nella raccolta e nella creazione di strutture per lo smistamento e la pulizia. Molti investitori non colgono ancora le opportunità per valutare il potenziale di queste tecnologie e formulare decisioni d’investimento, lasciando da parte una fetta significativa di opportunità.

Anche guardando al mondo dei venture capital, nel 2018 solo negli USA gli investimenti nel settore della bellezza e della moda si sono limitati a circa l’1,5% del totale (2 miliardi di dollari). Questo fa capire quanto margine sia ancora disponibile per far incontrare domanda e offerta nel settore della moda e nella tecnologia tessile. Implementando gli investimenti nei settori non ancora presi in considerazione, si darebbe il via al lavoro di molti innovatori per sviluppare e scalare soluzioni innovative nella moda.

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