Attenta, Milano. Shishi è sulle piste e ha perfino costruito un ‘Piano Milano’ per replicare nel Celeste Impero la primazia della città lombarda nel campo della moda.
La scena è familiare: un esercito di compratori, giornalisti, celebrità e VIP che si affollano intorno alla passerella mentre modelli e modelle passeggiano ancheggiando (le modelle) e lievemente goffi (i modelli) ed esibendo le ultime creazioni dei grandi della moda. Potrebbe essere Parigi o New York o anche – appunto – Milano; ma siamo invece a Shishi, una cittadina costiera nel sud della Cina, di fronte allo Stretto di Taiwan.
Shishi è un centro manifatturiero dell’industria dell’abbigliamento e ha attirato disegnatori di talento. Vuole essere di più di un centro dove Armani, Zegna o Prada trovano il perfetto produttore per le loro creazioni. Vuole creare marchi propri, passare dall’immagine medio-bassa domestica a una medio-alta internazionale. Come in altri settori dell’economia, la manifattura cinese soffre di un’immagine scarsa e di poca innovazione. Ma tutta la macchina dell’economia cinese sta cercando di scalare i gradini del valore aggiunto, e il ‘Piano Milano’ della piccola Shishi ne è un esempio significativo.
