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Milan: Ibra e Donnarumma, due spine nel fianco

Nuvoloni sul cielo rossonero in vista del delicatissimo match con il Genoa – Ibra ne ha fatta una delle sue e s’è scoperto azionista di una società di scommesse con sede a Malta: rischia multa o squalifica – Ma preoccupa ancora di più Donnarumma che non rinnova il contratto in scadenza e che il suo procuratore Raiola ha offerto alla Juve

Milan: Ibra e Donnarumma, due spine nel fianco

Nubi in vista nel cielo rossonero. Che possono scomparire da un momento all’altro e riportare il sereno, ma anche esplodere in un temporale che rischierebbe di rovinare una stagione. Il Milan ha vissuto una settimana complicata, nella quale si è parlato di tutto tranne che del Genoa, avversario di domani in quel di San Siro: e dire che la partita è importantissima, tanto più in un weekend che vedrà le avversarie per la corsa Champions scontrarsi a vicenda (Atalanta-Juventus e Napoli-Inter), regalando così una ghiotta opportunità per consolidare l’esiguo vantaggio in classifica.

Dovrebbe essere questo il tema dominante in casa rossonera, invece i riflettori sono tutti puntati su Donnarumma e Ibrahimovic, protagonisti, seppur per motivi differenti, di casi che tengono banco e fanno discutere parecchio. Il fatto che i due siano entrambi assistiti da Mino Raiola, in questo frangente, è poco più di una casualità, ma di certo Maldini e company non stanno vivendo giorni facili e il super-procuratore, qui sì, ha le sue belle responsabilità.

Partiamo da Gigio e dal suo contratto, una telenovela che va avanti ormai da mesi e che si avvicina minacciosamente al finale. Che per il Milan rischia di essere tutt’altro che rosa, alla luce di una distanza tra domanda (12 milioni) e offerta (8) molto ampia, forse troppo considerando che mancano ormai meno di tre mesi alla scadenza.

Sabato scorso, prima della partita di Parma, Maldini ha giocato pubblicamente la carta del cuore, sottolineando lo sforzo nel proporre un contratto da 64 milioni (tasse comprese) per 4 anni in tempi di Covid. Non solo: il dt rossonero ha poi ricordato l’importanza dell’essere bandiera, mettendo Donnarumma nella posizione di uscire allo scoperto.

La mossa però, almeno per il momento, non ha funzionato, perché Raiola, evidentemente infastidito, ha risposto a modo suo, ovvero incontrando i dirigenti della Juventus e, soprattutto, facendolo sapere. E così il tam tam mediatico s’è messo in moto, rivelando al mondo non solo che il rinnovo è ancora in alto mare, ma anche che il giocatore è pronto a partire, per giunta verso una piazza storicamente rivale. Da Torino hanno fatto sapere che l’affare, una volta concluso il rapporto con il Milan, interessa, sia per questioni tecniche (Donnarumma diventerebbe a tutti gli effetti l’erede di Buffon) che economiche.

I 12 milioni l’anno peserebbero, d’accordo, ma garantirebbero un rinforzo di prestigio, inoltre permetterebbero di cedere Szczesny e fare così una sostanziosa plusvalenza, utile per un bilancio che ne richiede a bizzeffe (si parla di 100 milioni entro il 30 giugno).

Il Milan, dal canto suo, non ha fatto sapere nulla, ma la preoccupazione cresce di giorno in giorno: perdere Gigio a costo zero, al di là del discorso tecnico, sarebbe davvero un pessimo affare.

Ad agitare le acque rossonere poi ci si è messo Ibrahimovic e anche questa, evidentemente, non è una novità. Questa volta però Zlatan ha davvero esagerato, scatenando tre diversi casi in meno di una settimana. Tutto è cominciato sabato con l’espulsione di Parma per proteste con l’arbitro Maresca, anche se poi, filmati alla mano, l’episodio è stato drasticamente ridimensionato, tanto da scagionarlo quasi completamente: la squalifica di un turno è sembrata più che altro un (maldestro) tentativo della giustizia sportiva di tutelare il direttore di gara e la sua ormai nota permalosità.

Sul resto invece c’è poco da dire: prima il pranzo al ristorante in zona rossa (documentato da foto e testimonianze), fatto passare per un incontro di lavoro in barba alle leggi dello stato, poi la notizia arrivata dalla Svezia sulla partecipazione azionaria nella Bethard, società di scommesse del gruppo Gameday con sede a Malta. L’azienda è perfettamente legale, ci mancherebbe, ma le regole di FIFA e UEFA vietano ai tesserati di avere un qualsiasi rapporto con questo ramo, pena una serie di sanzioni che vanno dalla multa alla squalifica.

È ancora presto per sbilanciarsi in questo senso, ma è chiaro che al Milan tutta questa esposizione mediatica negativa non può aver fatto piacere, anche se Zlatan era e resta un perno fondamentale della squadra, come dimostra il rinnovo (questo sì) davvero imminente.

Insomma, è stata una settimana pesante dalle parti di via Aldo Rossi, dove regna una certa preoccupazione in vista del Genoa, anche a livello scaramantico: poco più di un anno fa, infatti, il match coi rossoblu fu preceduto dal licenziamento di Boban e il risultato fu un clamoroso 1-2, mitigato solo dal successivo lockdown. Ora le cose stanno diversamente e il club si augura che la partita, unita agli altri scontri diretti, possa avvicinare ulteriormente l’obiettivo Champions. Allontanando, almeno per qualche ora, le nubi di cui sopra.

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