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Milan, è crisi: perde anche col Toro, Giampaolo sotto accusa

La nuova sconfitta di Torino – propiziata da 2 gol di Belotti – mette nei guai il Milan che precipita al tredicesimo posto in classifica, a 9 punti di distacco dalla capolista Inter – Giampaolo sull’orlo del baratro – Domenica contro la Fiorentina il Milan e il suo allenatore si giocano tutto

Milan, è crisi: perde anche col Toro, Giampaolo sotto accusa

E adesso sono guai. Il Milan aveva bisogno di espugnare Torino per alleviare i dolori post derby e, cosa ancor più importante, agganciare il quarto posto in classifica, invece torna a casa con una sconfitta, la terza in appena cinque giornate, che apre ufficialmente lo stato di crisi. Il paradosso, nel 2-1 dell’Olimpico, è di aver visto, per almeno un’ora, la miglior prova della stagione, questo però non basta di fronte a un altro risultato negativo, l’ennesimo di questo disastroso inizio di campionato.

Sul banco degli imputati, ancora una volta, Marco Giampaolo, non per la formazione iniziale (non a caso il primo tempo è stato di ottimo livello) bensì per i cambi, risultati poi sbagliati, per non dire deleteri. Togliere Leao, sin lì uno dei migliori in campo, e successivamente Bennacer, ha privato il Milan dei due giocatori più in palla, anche se è giusto dire che il 2-1 finale, più di altre volte, è figlio soprattutto di episodi. Sono andati bene ai granata, svegliatisi a metà ripresa dopo un’ora fuori giri, male invece ai rossoneri, che hanno peccato individualmente sia dietro con Donnarumma e Musacchio che davanti, con Piatek e Kessié addirittura sciagurati.

E così Mazzari, nel giro di 4 minuti, è passato dallo scuotere nervosamente la testa di fronte a un brutto Toro a ritrovarsi addirittura in vantaggio, per portarsi a casa 3 punti tanto insperati (per come si era messa) quanto pesanti. È lui infatti ad agganciare il quarto posto assieme a Napoli e Cagliari, a fronte di un Milan malinconicamente tredicesimo a quota 6 punti, in coabitazione con Sassuolo, Brescia, Parma e Lecce.

“Sappiamo benissimo che tipo di allenatore abbiamo preso, crediamo che sia quello giusto, ha bisogno di tempo ma c’è totale fiducia in lui” aveva dichiarato Maldini prima del match: concetto che, a meno di clamorosi colpi di scena, rimane invariato anche oggi, seppur con una tacca in meno nella barra della pazienza. È chiaro infatti che il tempo va di pari passo con i risultati, e in questo senso le prossime due partite rischiano davvero di diventare decisive: Fiorentina e Genoa chiuderanno il mini-ciclo di settembre e ottobre, costringendo la società a tracciare un primo bilancio. Che, al momento, non può che essere rosso fuoco, come dimostrano i 9 punti di distacco dall’Inter, ma anche la lontananza dalla zona Champions, obiettivo vitale per le ambizioni del club.

Eppure ieri poteva andare molto diversamente, tanto che per un’ora si era indubbiamente visto il miglior Milan della stagione. Al di là del vantaggio di Piatek su rigore (19’, fallo di De Silvestri su Leao), la squadra di Giampaolo ha costruito palle gol in serie, mancando però il 2-0 che, molto probabilmente, avrebbe mandato il Toro al tappeto. Poi, attorno all’ora di gioco, ecco il blackout che ha permesso ai granata di prendere campo e, di conseguenza, trovare prima il pareggio (72’, destro di Belotti dalla distanza su cui pesa un errore di Donnarumma) e poi il sorpasso (76’, ancora il Gallo, questa volta in acrobazia dopo un tiro di Zaza respinto dal portiere rossonero).

Da lì in avanti le squadre si sono allungate e il risultato, da una parte e dall’altra, avrebbe potuto tranquillamente arrotondarsi. Il Torino ha fallito il 3-1 con Zaza ma è soprattutto il Milan a mangiarsi le mani: gli errori di Kessié e Piatek, infatti, sono davvero da matita rossa. Al fischio finale di Guida (contestato sul pari granata per un contatto molto dubbio tra e Calhanoglu a inizio azione), ecco l’esplosione dell’Olimpico per un successo pesantissimo, che proietta i granata addirittura in zona Champions e fa sprofondare i rossoneri.

“La partita è stata in controllo, non abbiamo avuto il cinismo di chiuderla, poi la gara è cambiata in 4′ – ha sospirato Giampaolo. – Nel finale abbiamo avuto occasioni per pareggiarla con Kessie e Piatek, ma questa era una gara da vincere. La sconfitta maturata in maniera immeritata rallenta la crescita e il senso di autostima, spero che i ragazzi non mollino di un centimetro”. Il discorso vale anche per lui, il cui futuro sembra sempre più instabile. Le parole di Maldini pesano, ma la sconfitta di Torino di più: ragion per cui domenica, a San Siro contro la Fiorentina, non si potrà più sbagliare.

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