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Milan e Atalanta vedono la Champions ma Juve e Lazio restano in gioco

A due giornate dalla fine del campionato la sfida per entrare in Champions resta aperta dopo la vittoria di tutte le 6 squadre di vertice – Dopo l’Inter le più vicine al traguardo sono MIlan e Atalanta ma fondamentale sarà il derby d’Italia tra Juve e Inter di sabato prossimo

Milan e Atalanta vedono la Champions ma Juve e Lazio restano in gioco

Milan e Atalanta vedono la Champions, ma Juventus e Lazio restano in vita. La 36esima giornata lascia invariate le posizioni di vertice, con le prime 6 tutte vittoriose e dunque ancora in corsa per i rispettivi obiettivi. Ma il turno infrasettimanale, l’ultimo di questa stagione, non è stato interlocutorio, anzi lascia indicazioni abbastanza precise di quello che potrebbe accadere nel prossimo fine settimana, quando alcuni verdetti rischiano di diventare matematici.

Milan e Atalanta, per esempio, sono a 3 punti dalla Champions League, ma potrebbero raggiungerla già sabato, dunque 24 ore prima di scendere in campo contro Cagliari e Genoa: se l’Inter battesse la Juve e la Lazio non riuscisse a vincere il derby, infatti, farebbero festa già davanti alla tv, trasformando i rispettivi match in vere e proprie passerelle. Bianconeri e biancocelesti però venderanno cara la pelle, nella speranza che Milan, Atalanta e, soprattutto, Napoli (la più vicina in classifica) possano steccare il giorno dopo. Nulla è impossibile, ci mancherebbe, eppure la sensazione è che le tre sopraccitate stiano molto bene e siano davvero a un passo dal prestigioso traguardo.

La copertina di questo mercoledì spetta sicuramente ai rossoneri di Pioli, autori di una clamorosa vittoria sul Torino, non tanto per l’avversario in sé, quanto per il punteggio: uno 0-7 (!), infatti, non si vede molto spesso, specialmente in un campionato equilibrato come il nostro. Tre gol di Rebic (67’, 72’ e 79’), due di Hernandez (19’ e 62’), uno di Kessié (26’ su rigore) e uno di Diaz (50’) hanno trasformato l’insidiosa trasferta in terra granata in una passeggiata di salute, permettendo al Diavolo di archiviare la doppia parentesi torinese con un ruolino davvero invidiabile, fatto di due vittorie, 10 reti segnate e nessuna subita. La Champions, a questo punto, è vicinissima e per raggiungerla, quand’anche non arrivassero aiuti da Inter e Roma, basterà battere il Cagliari, a sua volta più tranquillo dopo lo 0-0 interno con la Fiorentina.

“Due prestazioni così importanti in trasferte altrettante difficili sono un segnale molto forte – il commento di Pioli – Ci manca ancora una vittoria e dobbiamo pensare alla prossima, siamo a 3 km dalla vetta, finché non sei su… Può succedere di tutto”. La matematica gli dà ragione, la logica un po’ meno: è vero che il Milan, sin qui, ha spesso faticato in casa contro le cosiddette piccole, ma il salto di qualità tecnico e mentale mostrato in questi giorni autorizza quantomeno a essere ottimisti.

Lo stesso, evidentemente, vale per l’Atalanta, per una volta meno spettacolare del solito, eppure capace di conquistare l’ennesima vittoria stagionale. Il 2-0 sul Benevento (reti di Muriel al 22’ e di Pasalic al 67’) regala un match point piuttosto comodo contro il Genoa di Ballardini, da ieri salvo matematicamente grazie al successo sul Bologna (0-2 firmato da Zappacosta e Scamacca).

“Una delle nostre caratteristiche è saper restare coi piedi per terra, non abbiamo ancora fatto niente – s’è schernito Gasperini – Quel che è certo è che con 3 punti saremo in Champions, nelle prossime due partite siamo responsabili del nostro destino”.

Qui finiscono le storie di chi dipende solo da sé stesso e iniziano quelle di chi, anche e soprattutto per proprie colpe, devono dipendere dagli altri. La Juventus sa bene che centrare la qualificazione all’Europa che conta sarà molto complicato, ma non impossibile: merito della vittoria sul Sassuolo, che ha quantomeno ridato un po’ di speranza. Espugnare il Mapei Stadium non era semplice, tanto più che dopo 16’ i neroverdi hanno avuto un rigore a disposizione per indirizzare il match: qui è salito in cattedra Gigi Buffon, che 24 ore dopo l’addio alla Signora l’ha salvata nel vero senso della parola, dimostrando di “togliere il disturbo” alla grandissima ipnotizzando Berardi. Poco dopo Rabiot, colui che aveva indotto il rigore con una sciocchezza, s’è rifatto trovando il gol dell’1-0 (28’) e quando Ronaldo, finalmente carico e voglioso, ha raddoppiato (45’), la Juve ha rivisto uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Raspadori ha provato a spegnerlo accorciando le distanze (59’), poi però Dybala lo ha alimentato con la rete del definitivo 3-1, rimandando tutto a sabato prossimo, quando allo Stadium arriverà l’Inter campione in carica.

“Non era facile riprendersi dopo la sconfitta col Milan, ma siamo stati bravi – l’analisi di Pirlo – Siamo ancora qui e siamo vivi, lotteremo fino alla fine. Buffon, CR7 e Dybala? I campioni nel calcio fanno sempre la differenza, noi ne abbiamo tanti e hanno dato un’impronta precisa alla gara”.

Sabato però servirà una prestazione ancora migliore, altrimenti battere i nerazzurri sarà davvero difficile. La squadra di Conte non s’è affatto placata con lo scudetto, come dimostrato dai successi con Sampdoria e Roma. Il 3-1 di ieri (11’ Brozovic, 20’ Vecino, 90’ Lukaku, Mkhitaryan al 31’ per i giallorossi) da la percezione di una squadra elettrica, anche troppo alla luce di quanto accaduto al minuto 77’, quando il tecnico ha sostituito Lautaro con Pinamonti. L’argentino, a sua volta subentrato a Sanchez al 35’ (infortunio alla caviglia), ha reagito malissimo mandandolo platealmente a quel paese, stimolando l’inevitabile (e altrettanto plateale) reazione del diretto interessato. Conte, come da copione, ha nuovamente “bigiato” la conferenza stampa, ma quel “porta rispetto e non fare il fenomeno” in favore di camera non è ovviamente passato inosservato.

Sul fronte Roma invece non resta che archiviare l’ennesima sconfitta di questa triste stagione, magari sperando possa stimolare un po’ in vista del derby di sabato. Prima di pensare al Mourinho che verrà, infatti, c’è da giocare una partita sentitissima da tutto l’ambiente, a maggior ragione con una Lazio ancora in corsa per la Champions. Certo, i biancocelesti avrebbero bisogno di un vero e proprio miracolo, ma la vittoria in extremis sul Parma (gol di Immobile al 95’) lascia quantomeno un barlume di speranza, legato però indissolubilmente a un percorso netto nelle prossime tre partite (martedì 18 ci sarà finalmente il recupero con il Torino).

“Avevo avvisato la squadra che sarebbe stata dura – ha spiegato Inzaghi – Siamo a due giorni e mezzo da una partita per noi importantissima che vogliamo affrontare nel migliore dei modi, rientreranno gli squalificati e ci sono buone sensazioni”. Un paio di giorni d’attesa, dopodiché vedremo quel che succederà. Perché l’unica certezza, in questo pazzo campionato, è che i verdetti stanno per arrivare.

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