Condividi

Migranti, 400 dispersi. Ue: ok piano italiano

Mentre l’Europa si trova ad affrontare l’ennesima tragedia in mare, la Commissione Ue e i Governi degli Stati Membri accolgono con favore il migration compact italiano, un programma che stravolge le proposte e i meccanismi adottati fino ad oggi dall’Unione Europa per gestire il flusso di migranti.

Migranti, 400 dispersi. Ue: ok piano italiano

Sono 400 i migranti di origine somala, etiope ed eritrea dispersi in mare in seguito al rovesciamento del barcone con il quale stavano tentando di raggiungere le coste meridionali d’Europa, probabilmente partiti dall’Egitto e diretti verso l’Italia. Lo spettro di una strage simile a quella accaduta esattamente un anno fa con il naufragio del peschereccio  al largo delle coste libiche che sconvolse l’intero continente è dietro l’angolo.

Le prime notizie sulla tragedia arrivano dalla Bbc Arabic, secondo cui i migranti “erano a bordo di quattro imbarcazioni sfasciate”. In base a quanto riportato dalla stampa somala, le squadre di soccorso sarebbero riuscite a trarre in salvo solo 29 persone. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni invita alla calma: “Stiamo cercando di avere notizie ulteriori, soprattutto dalle autorità egiziane. In ogni modo è un motivo in più per discutere il ‘migration compact’ preparato dall’Italia”.

Il riferimento è alla proposta che l’Italia ha presentato ieri alle istituzioni europee per cercare di risolvere l’emergenza immigrazione. Un piano apprezzato sia dalla Commissione Europea che da diversi Governi degli Stati Membri, tra cui quell’Est, da sempre contrari alla gestione “comune” del flusso migratorio.

Il Migration Compact italiano propone invece un approccio differente: stipulare dei “contratti” con Paesi terzi, africani in primis, che prevedano l’erogazione di denaro e aiuti in cambio di un impegno a bloccare le partenze verso l’Europa. Un patto che ricalca a grandi linee il piano seguito pochi mesi fa con la Turchia e che mira a prevenire il fenomeno e non ad agire a posteriori (vale a dire dopo l’arrivo dei migranti).

Secondo il nostro Paese, se l’Europa non riuscirà a porre un freno alle partenze, tutte le misure proposte finora, dalla redistribuzione automatica dei richiedenti asilo tra i 28 alla la guardia di confine e costiera Ue, non serviranno a risolvere il problema, anche perché dalla Libia arrivano più migranti economici che richiedenti asilo, persone che dunque non avrebbero accesso al programma di ricollocazione.

Scendendo nei dettagli il Migration Compact prevede l’attuazione di quattro differenti misure:

1) l’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti nei Paesi terzi dal quale stornare tutti i soldi che oggi l’Europa usa per l’Africa da destinare a opere socialmente utili;

2) la creazione di Ue-Africa Bonds allo scopo di incentivare gli investimenti nella crescita e nell’innovazione dei Paesi Africani;

3) porre in primo piano la collaborazione sui migranti, creando missioni regionali di gestione dei flussi;

4) gestione dei migranti economici attraverso la nascita di quote di ingresso destinate solo a chi conosce la lingua e ha frequentato corsi preparatori. Infine, compensare i costi dei paesi africani che adotteranno il diritto di asilo per gli stranieri.

Per accedere a questo programma di aiuti, i Paesi d’origine e di transito dovranno impegnarsi a ridurre i flussi, con controlli alle frontiere e rimpatri di chi non ha diritto all’asilo.

Infine il programma  stabilisce, tramite i finanziamenti UE, la costruzione di un sistema di infrastrutture atte ad accogliere i migranti.

L’accoglienza positiva della Commissione Europea e dei Paesi dell’Est è stata subito smorzata dalla Germania che, tramite il portavoce dell’Esecutivo Steffen Seibert, ha respinto la proposta contenuta nel Migration Compact di  ricorrere agli eurobond per finanziare una strategia comune europea sui rifugiati. 

Il governo tedesco non vede nessuna base per l’emissione di titoli di debito comuni per finanziare le spese da destinare alle politiche sull’immigrazione. Le dichiarazioni di Seibert non lasciano spazio a dubbi: «Conoscete la posizione contraria del governo tedesco sugli eurobond». 

Commenta