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Migliora la bolletta energetica: 3,5 miliardi in meno di import

Sono i primi risultati della Sen pubblicati dal ministero Sviluppo per l’intero 2017. Le rinnovabili contano per il 17,7% sui consumi complessivi ma l’economia italiana è soddisfatta per un terzo da petrolio e gas. La dipendenza dall’estero è scesa al 76,5% ed è ancora molto alta. Siamo in una fase di transizione

Migliora la bolletta energetica: 3,5 miliardi in meno di import

Non smantellate quello che avete trovato, era stato raccomandato al governo gialloverde all’atto dell’insediamento. Ma la strada intrapresa va in direzione opposta. Quello di cui devono, però , prendere atto è che in campo energetico i loro predecessori avevano visto bene. Abbastanza bene. Perché la strategia energetica ambientale varata da Calenda e Gentiloni, voleva qualche aggiustamento ma sta dando i primi risultati . In un anno l’Italia ha risparmiato 3,5 miliardi sulle importazioni dall’estero. Le rinnovabili sono cresciute accanto alle fossili e la transizione verso un diverso sistema energetico italiano è dunque partita davvero. L’ansia dei Cinque stelle per un Paese spinto solamente da vento e sole è attenuata dai dati sul mix forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico.

La Relazione sulla situazione energetica nazionale al 2017 presenta uno scenario composito, assai ricco, che smonta molte stranezze circolate in questi mesi. Numeri incontrovertibili per la crescita degli occupati, il calo dell’import , il ruolo di coordinamento del governo. Il governo in carica ha fatto molti annunci, ma di provvedimenti concreti non se ne sono ancora visti. Ogni dato del Mise – e qui sta il difficile da mandar giù per chi vuole fermare la Tap o i rigassificatori – è contrassegnato dalla Strategia energetica tenacemente contestata dai grillini quando erano all’opposizione . Strategia certamente perfettibile, ma da verificare dopo un primo periodo di applicazione. I 40 Mw in più di fotovoltaico e 120 Mw di eolico installati in un anno non sono la rivoluzione ,ma il segnale che qualcosa si è messo in moto.

Le rinnovabili sono il 17,7% del consumi energetici globali italiani con 110 mila occupati. Il loro contributo nel settore elettrico non arriva al 35%. Tutti vogliamo che nei prossimi tre anni aumenti rapidamente per gli obiettivi della decarbonizzazione. Ma in un solo anno – dal 2016 al 2017 – l’incremento è stato appena dello 0,2%. Viceversa abbiamo ancora bisogno dell’estero , poiché dipendiamo dalle loro risorse per il 76,5%, spiegano al Mise . L’economia italiana è soddisfatta per un terzo dal gas e dal petrolio e nonostante le rinnovabili la corrente elettrica è prodotta grazie ad un 5% di importazione. Non lusinghieri nemmeno i dati del trasporto, dove l’uso di biocarburanti procede con incrementi modesti.

La relazione del Mise è chiara e non permette di barare. Siamo in fase di transizione e bisogna pur riconoscerlo quando si hanno responsabilità elevate. Considerare che l’Europa periodicamente ci mette in mora, perché le nostre imprese pagano l’energia più di ogni altro concorrente straniero. Arriveranno nuove decisioni ma le analisi e gli studi specifici vanno analizzati. In conclusione la Relazione delle teste d’uovo ministeriali spiazza coloro che ci dicono che la rivoluzione green sarà opera di chi oggi guida il Paese. Invece, aveva ragione Zigmunt Batman quando diceva che se si può ancora parlare di rivoluzioni, lo si può fare solo a posteriori.

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