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Metalmeccanici Cisl, Uliano al congresso Fim a Napoli: “Serve una strategia industriale chiara e solida”

Si è aperto il XXI congresso nazionale della Fim Cisl. Il segretario Uliano ha sottolineato l’urgenza di un fisco equo, la tutela del lavoro dignitoso e il rilancio della contrattazione collettiva per migliorare salari e condizioni dei lavoratori

Metalmeccanici Cisl, Uliano al congresso Fim a Napoli: “Serve una strategia industriale chiara e solida”

Si è aperto oggi a Napoli il XXI congresso nazionale della Fim Cisl, un appuntamento fondamentale per il sindacato dei metalmeccanici, che celebra 75 anni di storia e impegno a tutela dei lavoratori. Per la prima volta, il congresso si tiene nel capoluogo campano, in una location simbolica come Bagnoli, cuore pulsante di una delle pagine più significative della storia industriale italiana.

Nel suo discorso inaugurale, il segretario generale Ferdinando Uliano ha lanciato un messaggio chiaro e urgente: il sistema industriale italiano necessita di una strategia solida e lungimirante. “Serve una strategia industriale chiara, solida, con investimenti veri, risorse concrete, politiche industriali degne di questo nome”, ha sottolineato, richiamando l’attenzione su un sistema produttivo che deve diventare “competitivo, sostenibile, innovativo e avanzato sul piano sociale”.

L’importanza della memoria industriale e di uno Stato protagonista

Uliano ha raccontato la storia dell’Italsider, simbolo di una Napoli operosa, ricordando come quella fabbrica fosse “molto più di un insieme di macchine: era un cuore pulsante, ‘O cantiere’, come lo chiamavano con fierezza gli operai napoletani”. Ma la chiusura negli anni ’90 ha rappresentato per la comunità “un colpo inferto alla memoria, all’identità di una comunità intera”. Da questa consapevolezza nasce la determinazione della Fim: “Siamo qui per impedire che ciò possa ripetersi. Ogni volta che un’azienda chiude si consuma un altro delitto industriale.”

Il Segretario ha ribadito la necessità di un ritorno dello Stato come protagonista dell’economia, non per nazionalizzare, ma per “guidare, sostenere, garantire lavoro e sviluppo e giustizia sociale”. Uliano ha puntato il dito contro le politiche neoliberiste, sottolineando che “lo Stato deve avere un ruolo centrale con politiche economiche e sociali mirate”. In un contesto di tensioni geopolitiche e cambiamenti globali, l’Italia e l’Europa devono “costruire maggiore autonomia produttiva, riportando a casa filiere industriali strategiche”.

Fisco equo e lotta all’evasione: un’urgenza per la crescita del Paese

La questione fiscale è stata uno dei temi più approfonditi. Uliano ha denunciato l’inequità di un sistema che grava pesantemente sui lavoratori dipendenti e pensionati, mentre settori economici importanti sfuggono al fisco con evasione ed elusione per oltre 82 miliardi di euro. “Solo con un fisco equo possiamo costruire un paese più forte, più giusto e capace di crescere senza lasciare indietro nessuno,” ha affermato, invitando a un cambio di passo immediato: “Basta condoni, rottamazioni e scudi fiscali che premiano chi evade. Avanti con una lotta senza tregua all’evasione e all’elusione fiscale.” In particolare, Uliano ha chiesto di abolire la flat tax e di applicare una progressività fiscale reale anche a livello locale.

Lavoro e dignità: accompagnare le transizioni tecnologiche

Sul piano del lavoro, Uliano ha rimarcato la centralità della persona e della dignità, spiegando che “il lavoro è dignità e speranza. Quando si perde il lavoro, quando le competenze vengono cancellate dalla tecnologia o da un algoritmo, è la persona a essere colpita”. Per questo, il sindacato deve accompagnare le transizioni, “negoziare le transizioni, non subirle”, garantendo formazione continua e strumenti per l’acquisizione di nuove competenze. È inoltre fondamentale dare risposte alle nuove generazioni, “che spesso guardano al lavoro con disincanto”, offrendo salari adeguati, tutele reali e un equilibrio tra vita privata e lavoro.

La contrattazione collettiva come strumento di miglioramento

La contrattazione collettiva rimane, secondo Uliano, la via maestra per migliorare le condizioni dei lavoratori: “Serve un cambio di passo, un nuovo accordo con priorità alla crescita dei salari nel nuovo contesto economico e industriale, superando la fase di moderazione salariale.” Uliano ha espresso preoccupazione per il blocco delle trattative con Federmeccanica e Assistal, definendolo un “passo indietro” nelle relazioni sindacali e invitando a una ripresa del dialogo “senza pregiudiziali, fuori dallo scontro e dal conflitto”.

Il sindacato aperto alla società: sfide globali e impegno contro la precarietà

Un altro punto centrale del discorso è stato il ruolo del sindacato nella società contemporanea. Uliano ha ricordato che “il sindacato non può chiudersi in sé stesso, ma deve aprirsi al dialogo con la società civile e la politica, per affrontare insieme le grandi sfide di oggi: lavoro, ambiente, pace e solidarietà.” In questa prospettiva, il sindacato deve contrastare la precarietà, lo sfruttamento e le disuguaglianze, ponendosi contro la guerra e la violenza, con particolare attenzione al dramma umanitario in Palestina.

Il Congresso Fim Cisl si chiude con un appello forte alla partecipazione e all’unità, con Uliano che ha ricordato: “La Fim è una comunità che ogni giorno agisce con determinazione per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici. Perché un altro mondo è possibile, ma solo se siamo uniti e consapevoli della nostra forza organizzativa.”

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