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Mes ed Eurobond, settimana cruciale. A Piazza Affari conti in arrivo

Settimana decisiva per le scelte dell’Europa e dell’Italia su Mes ed Eurobond – Crolla il petrolio del Texas – E a Piazza Affari è attesa una pioggia di trimestrali che cominceranno a tastare il polso delle società alle prese con l’emergenza Coronavirus

Mes ed Eurobond, settimana cruciale. A Piazza Affari conti in arrivo

Per descrivere l’attuale situazione dei mercati, Bank of America fa ricorso a una citazione di Lenin: “Ci sono decenni in cui non capita niente e settimane che valgono decenni”. L’ultima conferma dell’eccezionalità del momento arriva stamane dal petrolio. Il greggio Usa precipita del 15% circa, a 15,65 dollari, dopo aver toccato un minimo a 14,4 dollari, un prezzo che non si vedeva dal marzo 1999. Il crollo, che tocca solo in parte il Brent (-1% a 27,6 dollari al barile) è legato anche all’esaurimento degli spazi di stoccaggio della materia prima, nonostante i tagli alla produzione.

Si apre così una settimana finanziaria che si annuncia assai movimentata, tra scelte politiche (eurozona in testa), tentativi di ritorno alla normalità e una pioggia di trimestrali che daranno una misura più fedele dell’emergenza economica che ci accompagnerà nei prossimi mesi.

PIOGGIA DI AIUTI A TOKYO E IN CINA

Perde colpi la Borsa di Tokyo (-1%). La bilancia commerciale giapponese di marzo segnala un calo dell’export del 12% (-16% verso gli Usa), il calo più rilevante degli ultimi tre anni. Il governo ha annunciato un nuovo round di stimoli per sostenere l’economia: il pacchetto di aiuti sale di altri 240 miliardi, fino a 1.100 miliardi di yen (+8%). Ogni giapponese riceverà l’equivalente di 850 euro.

Contrastati i mercati cinesi. L’indice delle blue chip di Shanghai ha perduto fino al 2,4%, salvo poi reagire ai nuovi stimoli promossi dalla banca centrale e dal governo. La People Bank of China ha ridotto il tasso d’interesse di riferimento di venti punti base, al 3,85%. Il ministero ha anticipato l’emissione di nuovi prestiti per mille miliardi di yuan (140 miliardi di dollari).

WALL STREET VUOLE NUOVI SOLDI DALLA CASA BIANCA

La riapertura di fabbriche e uffici è al primo posto nell’agenda di Donald Trump. Wall Street, gonfia ma non sazia dei formidabili aiuti ricevuti dal Tesoro e dalla Fed, attende l’intesa tra la Casa Bianca e il Congresso per reintegrare il fondo (350 miliardi di dollari) a sostegno delle piccole imprese già esaurito in meno di due settimane. La misura potrebbe garante il prolungamento del rally: le ultime due settimane sono state le migliori degli ultimi 82 anni per la Borsa Usa.

Il future dell’indice S&P500 segna stamane un lieve calo. Ancora sotto tono il dollaro, a 1,08 sull’euro, e i T bond fermi allo 0,64% nella versione decennale (contro 1,91% di inizio anno).

Ritraccia l’oro, a 1.679 dollari l’oncia, in ritirata dai massimi di 1.746 dollari della scorsa settimana.

CONTE RIBADISCE: EUROBOND SÌ, MES NO

Sarà una settimana cruciale per le sorti dell’Eurozona. La Suddeutsche Zeitung ha pubblicato una lunga intervista a Giuseppe Conte in cui il premier italiano, in vista del vertice in teleconferenza dell’Eurozona di giovedì, rilancia gli eurobond e boccia il ricorso al Mes: “Ha una brutta fama, non dimentichiamoci della Grecia”.

ATENE, APPOGGIATA DALLA BCE, CHIEDE LA BAD BANK

Ma proprio Atene è all’origine di un’altra proposta. Il Financial Times rivela che i vertici della Bce, su proposta della Grecia, avrebbero presentato alla Commissione Europea la proposta di creazione di una bad bank in grado di ripulire i bilanci delle banche dalle sofferenze, un elemento che rischia di rallentare le erogazioni di finanziamenti in un momento critico per il credito. La proposta però non piace alla Commissione Ue, contraria a un colpo di spugna. Ma il confronto è stato avviato. Uno degli sponsor della bad bank è Andrea Enria, il numero uno della Sorveglianza della Banca centrale.

In Italia slitta a mercoledì il voto in Consiglio dei ministri sullo scostamento di bilancio, da presentare in Parlamento per finanziare il decreto di aprile. La nuova manovra, che con ogni probabilità vedrà la luce solo verso fine mese, potrebbe stanziare fino a 70 miliardi di euro.

IN ARRIVO I DATI PMI E L’INDICE ZEW

Intanto, in attesa della riapertura graduale dell’attività economica, i mercati guarderanno agli indicatori anticipatori Pmi di Markit, che offriranno oggi un primo segnale dei tempi della ripresa nell’area Euro, Regno Unito, e Stati Uniti. Seguiranno altri dati rilevanti: l’indice della fiducia tedesco Zew (martedì), quello francese (mercoledì).

Sul fronte macro, da seguire i prezzi alla produzione in Germania e, nel pomeriggio, l’indice della Fed di Chicago. È in programma anche la ripresa del negoziato tra la Gran Bretagna e l’Ue sulla Brexit. Sono previsti tre round di colloqui.

Un altro tema di possibile cooperazione imposta dagli eventi riguarda l’agricoltura: oggi, sempre a distanza, si confrontano i ministri del G20.

NETFLIX GUIDA IL VOLO DELLE TV. I CONTI DI VIVENDI

Settimana importante per valutare gli effetti della clausura sui consumi e più in generale sulle scelte del pubblico sia in Usa che in Europa. Sotto i riflettori la trimestrale di Netflix, senz’altro una delle vincitrici della battaglia dello streaming, che dovrebbe aver vinto la battaglia nei confronti di Walt Disney, zavorrata dalla crisi dei parchi tematici: Topolino si accinge a mandare a casa centomila addetti.

Sul fronte dello streaming, da seguire anche At&t, forte della piattaforma Hbo alimentata dai prodotti Time Warner. In Europa arrivano i conti di Vivendi.

VERSO LA CONFERMA DI DESCALZI. PIOGGIA DI CONTI A MILANO

Calendario corporate nutrito anche per Piazza Affari. Gli appuntamenti più importanti sono previsti per la fine della settimana, quando si terranno le assemblee di Eni e di Telecom Italia. Quasi scontata la conferma di Claudio Descalzi alla guida dell’Eni, affiancato dalla neopresidente Lucia Calvosa.

Ma l’elenco, assai fitto, prevede per il giorno 23 anche i consuntivi di Moncler, Saipem e Stm, oltre a una robusta schiera di medium cap: Saras, Reply, Erg, Caltagirone Editore, Piaggio, Fila, Cembre, Carraro, Geox, Gedi, Massimo Zanetti e Bper. Una curiosità: la maggioranza di De’Longhi ha annunciato che voterà contro la delibera già approvata in consiglio. Nonostante l’ottima situazione finanziaria, si è alla fine deciso di non pagare il dividendo.

Oltre a Eni e Tim, venerdì ci saranno i conti di Brembo, Banca Generali, Technogym, Creval e Amplifon.

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