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Mercato dell’arte: il bilancio del 2012

Quello appena trascorso è stato un anno in cui il mercato dell’arte ha visto prevalentemente uno scenario internazionale di interesse collezionistico e di risultati molto competitivi – Le piazze di Londra, New York e Hong Kong, sono state le regine delle migliori aggiudicazioni, ma non di meno Parigi e Ginevra.

Mercato dell’arte: il bilancio del 2012

Mentre l’Italia, già sofferente da alcuni anni in quasi tutti i settori, a causa della situazione economico-finanziaria in cui versa, non è riuscita a risollevare l’interesse del collezionismo né tanto meno degli investimenti in questo settore.

Le maggiori case d’asta internazionali hanno registrato un trend positivo che si è mantenuto anche nel secondo semestre, raggiungendo spesso record mondiali, partendo proprio dall’arte antica (Raffaello venduto a 36 milioni) fino a quella moderna e contemporanea, post war e arrivando al design e la fotografia. Non di meno l’interesse per la gioielleria (diamanti) e gli orologi magari appartenuti a personaggi famosi. E infine vini rari, cognac e sigari di prestigiose e note maison.

Un 2012 che ha visto un numero sempre più numeroso di collezionisti ed investitori provenienti dall’Asia, India e BRIC, preferendo in primis New York e Londra come piazza d’acquisto e di scambio. Si conferma che l’arte occidentale in primis quella contemporanea, poi il moderno e a seguire l’impressionismo, è diventata interessante anche per altri Paesi con culture diverse, che fino a poco tempo fa preferivano solo arte appartenete alla loro storia. Ma si sa che l’arte segue quasi sempre l’andamento e le proiezioni dell’economia mondiale, e il suo rialzo è quasi sempre dato dalla presenza di record d’asta, collocando così un settore o un’artista nel concetto di un buon investimento, di bene rifugio o ancora meglio di un bene con un buon potenziale di ricollocamento e di rivalutazione anche a breve tempo.

Sicuramente il 2012 è da ricordare per diversi record, Sotheby’s all’articolo  ma soprattutto per quelli raggiunti per l’arte moderna e contemporanea di Christie’sSotheby’s e di Phillips de Pury.

E come il primo semestre 2012, anche il secondo conferma che solo i capolavori sono in grado di tutelare il capitale investito, mentre le opere di segmento medio non godono dello stesso interesse, ciò significa che il mercato si rivolge prevalentemente ai “paperoni” o a gruppi di investimento consorziati per entrare in questo mercato dal profilo decisamente milionario. Perciò anche le gallerie che entrano in questo meccanismo, sono esclusivamente quelle che possono aggiudicarsi opere e artisti prestigiosi.

In Italia, gli ultimi due mesi dell’anno, vista la congiuntura economica soprattutto degli ultimi mesi, non poteva non presentarsi una disattenzione dei collezionisti che gravati dalle pressioni fiscali non hanno potuto certo dedicarsi ad acquistare opere d’arte.

Se da un lato saranno ancora i capolavori ad essere scambiati sul mercato o ad entrare nelle nuove collezioni di nuovi plurimiliardari internazionali e magari sempre più cinesi, i cui buyers “fine art” sono aumentati in maniera considerevole superando ogni proiezione che li collocava attorno il 25 %, da un altro lato ci sono anche altri Paesi, come il Brasile che sta dimostrando una nuova forza economica ma anche artistica. L’India vede un leggero calo, la Russia predilige sempre l’arte nazionale e poi quella internazionale, il Medio Oriente per la presenza di Christie’s Dubai conferma ancora interesse per il contemporaneo.

Sarà invece da tenere “sotto osservazione” l’arte africana contemporanea di cui la Tate presenta un suo progetto , mentre quella moderna è già presente sul mercato con le case d’asta, Stephen Welz & Co, Strauss & Co e Bonhams.

Con questo scenario, si può pensare che anche per 2013 non potranno esserci grandi cambiamenti, almeno per i primi sei mesi. Ciò che può essere confermato è che saranno ancora preferite le opere e gli artisti famosi ma con più attenzione che la stima non parta già da valori fuori mercato, perché diversamente potrebbero rischiare di restare “no sold”. 

A riguardo, interessante il documento Monitor Arte di novembre 2012 – Nomisma.


Allegati: Monitor_aste-novembre_2012_Nomisma.pdf

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