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Mercati 2023: interessanti i bond, accumulazione graduale per le azioni. I consigli di Fugnoli (Kairos)

Come trovare impostare i portafogli di investimento in un 2023 che si preannuncia complicato? Tre i fattori da considerare: Cina, inflazione e banche centrali. Le previsioni di Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos

Mercati 2023: interessanti i bond, accumulazione graduale per le azioni. I consigli di Fugnoli (Kairos)

Come sarà il 2023 per la finanza internazionale? Come impostare i portafogli di investimento in un anno che si preannuncia complicato? A queste domande ha cercato di rispondere Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos nel suo podcast “Al 4° piano”

“C’è un’espressione in inglese che dice: state attenti a quello che desiderate. Il senso di questa espressione è che bisogna prestare molta attenzione agli effetti collaterali spiacevoli che potrebbe avere l’eventuale realizzazione dei nostri desideri. In un anno complicato come sarà il 2023 questo sarà particolarmente vero”, spiega Fugnoli, secondo cui saranno tre gli aspetti da tenere in considerazione per decidere il da farsi, trovare un equilibrio ed evitare di correre troppi rischi: la riapertura della Cina, l’inflazione e l’atteggiamento delle banche centrali

Cina: i mercati sperano in una riapertura totale

La Cina ha già cominciato ad allentare la sua stretta anti-Covid. I mercati si augurano una riapertura totale “perché guardano al sostegno della domanda globale che una ripresa dei consumi cinesi potrebbe portare con sé”, spiega lo strategist, che però evidenzia anche i possibili effetti indesiderati che l’allentamento delle restrizioni comporterà. Primo tra tutti: il brusco aumento dei casi di Covid che stiamo già vedendo in questi giorni potrebbe causare nuove chiusure. Inoltre, anche se tutto dovesse andare per il verso giusto, “la ripresa della domanda cinese renderebbe più difficile la discesa dell’inflazione globale, a partire dalle materie prime”, sostiene Fugnoli.

L’andamento dell’inflazione e le banche centrali

Il secondo aspetto da tenere in considerazione riguarda proprio l’inflazione. Dopo l’impennata registrata nel 2022, i mercati si augurano per il 2023 una discesa. “Che probabilmente ci sarà”, prevede l’economista, che però invita a considerare anche un altro fattore: le imprese avranno meno spazio per alzare i prezzi dei loro prodotti mentre il costo del lavoro continuerà a crescere ancora per alcuni trimestri. Non solo: “quali saranno le conseguenze per i profitti?”, si chiede.

Infine c’è il terzo aspetto riguarda l’atteggiamento aggressivo delle banche centrali. Anche in questo caso l’espressione “attento a cosa desideri” rimane valida. I mercati sperano che, dopo avere completato il ciclo di rialzi dei tassi nel primo trimestre del prossimo anno, la Fed e la Bce, inizino un ciclo di ribassi già nella seconda metà dell’anno. Se questo desiderio diventerà realtà, molti prevedono un rimbalzo significativo di tutti gli asset finanziari. “Un pivot prematuro, tuttavia, potrebbe fare ripartire, oltre all’economia e ai mercati, anche l’inflazione. Negli anni Settanta questo successe tre volte. La Fed alzava i tassi, l’inflazione scendeva ma l’economia rallentava. La Fed allora tagliava e il ciclo ripartiva, ma ripartiva anche l’inflazione”, avverte Fugnoli.

Le novità del 2023: obiettivi e speranze

La novità del 2023, secondo lo strategist, è che lo spazio per trovare un equilibrio soddisfacente nel proprio portafogli sarà più limitato del solito, mentre i rischi, se questo equilibrio non si trova, saranno più alti della media.

“Con queste premesse è da considerare positivo che le banche centrali siano di nuovo consapevoli della complessità della situazione. Dopo un 2020 e un 2021 in cui Fed e Bce hanno guardato solo alla crescita da sostenere e un 2022 in cui hanno guardato solo all’inflazione da far scendere, nel 2023 si cercherà di trovare un equilibrio tra questi due obiettivi”, spiega. Una missione difficile, ma non impossibile

Se però nel 2022 la speranza è stata superata dalla preoccupazione, il 2023 al contrario, verrà vissuto come la conclusione di una fase convulsa iniziata nel 2020, una fase in cui il mondo ha perduto il suo equilibrio e ha sbandato prima da una parte e poi dall’altra. “Un’eventuale recessione, che in parte è già incorporata nelle aspettative e quindi nei prezzi, verrà vista come l’ultimo prezzo da pagare per uscire dall’emergenza e avviare una fase di solido recupero dal 2024 in avanti”, afferma Fugnoli.

Le previsioni di Fugnoli, ecco cosa dichiara lo strategist

Cosa fare, dunque? “Il 2023 si profila come un anno interessante per la parte obbligazionaria dei portafogli. Quanto alla parte azionaria, andrà inteso come un anno di accumulazione graduale, da concentrare soprattutto nelle fasi di debolezza che la recessione, se ci sarà, non mancherà di provocare. Per l’azionario, insomma, occorrerà ancora un po’ di pazienza, ma la luce in fondo al tunnel comincia a essere visibile”.

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