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Meloni: le quattro poltrone chiave che sveleranno la natura del Governo e i loro candidati

Le poltrone di ministro dell’Economia, degli Esteri, dell’Interno e della Giustizia sono quelle che maggiormente definiranno la natura del nuovo Governo e su cui Mattarella vigilerà particolarmente – Ecco i candidati

Meloni: le quattro poltrone chiave che sveleranno la natura del Governo e i loro candidati

Le prime parole di Giorgia Meloni dopo il trionfo elettorale del 25 settembre sono state tranquillizzanti e consapevoli che, se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le conferirà l’incarico di formare il nuovo Governo, lei in prima persona e tutto il centrodestra dovranno dimostrare – non solo all’Italia ma anche all’Europa, alla comunità internazionale e ai mercati finanziari – di essere all’altezza di un compito tutt’altro che facile, visti i chiari di luna che si profilano sul piano economico ed energetico oltre che sul piano internazionale.

Di sicuro Mattarella ricorderà alla Meloni che sulla collocazione internazionale e sulle alleanze dell’Italia (Ue e Nato) non si scherza ma particolare attenzione il Quirinale porrà sul profilo dei quattro candidati alle poltrone chiave del nuovo Governo: Economia, Interno, Esteri e Giustizia. Ma ecco chi sono i candidati.

ECONOMICA: TREMONTI E PANETTA NO, SINISCALCO FORSE

La poltrona di ministro dell’Economia sarà fondamentale per affrontare le sfide che attendono l’Italia in una fase pre-recessiva e di alta inflazione ma anche per non disperdere l’eredità del Governo Draghi a partire dalla piena attuazione del Pnrr, su cui l’Unione europea punterà i suoi riflettori. Certamente non sarà Giulio Tremonti, anche se di recente approdato in Fratelli d’Italia, a tornare ministro dell’Economia sia perchè inviso a una parte del centrodestra sia perchè ritenuto a livello europeo tra i responsabili del disastro del 2011 che portò il nostro spread a livelli stratosferici. Non sarà nemmeno Fabio Panetta, il membro italiano del board della Bce, il cui nome era circolato nelle scorse settimane tra i papabili: il suo obiettivo è diventare Governatore della Banca d’Italia alla scadenza del mandato di Ignazio Visco l’anno prossimo e perciò resterà a Francoforte. Un’ipotesi che avanza sottotraccia per la poltronissima di Via XX Settembre è invece quella di Domenico Siniscalco che è già stato ministro dell’Economia nel 2004-5 nel Governo Berlusconi e che è attualmente vicepresident e Country manager per l’Italia della banca d’investimento americana Morgan Stanley: Siniscalco è trasversalmente stimato, conosce la macchina del Tesoro e conosce i mercati finanziari ma convincerlo a lasciare un incarico così rilevante non sarà facile.

ESTERI: TAJANI E TERZI IN POLE

Altra delicata poltrona è quella del nuovo ministro degli Esteri che Mattarella insisterà perchè abbia un’impronta inequivocabilmente europeista e atlantista e garantisca fedeltà alle tradizionali alleanze internazionali dell’Italia senza cedimenti al sovranismo filo-russo di Viktor Orban. La parola del Capo dello Stato sarà fondamentale ma attualmente due appaiono come le candidature più probabili: quella di Antonio Tajani, braccio destro di Silvio Berlusconi e già Presidente del Parlamento europeo, e quella di Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore e già titolare della Farnesina, vicinissimo da sempre alla destra della Meloni. Più difficile l’ipotesi dell’attuale presidente del Copasir, Adolfo Urso.

INTERNO: NIENTE SALVINI, PROBABILE UN PREFETTO PER IL VIMINALE

La sconfitta elettorale di Matteo Salvini toglie una spina alla Meloni che non avrà difficoltà a negare il ritorno al Viminale al leader della Lega. Anche quì sarà importante il parere di Mattarella ma è probabile che la scelta cada su un prefetto di prima fascia, com’era la ministra uscente Luciana Lamorgese. I nomi dei ministeriabili che più circolano per il Viminale sono quelli dell’ex prefetto di Roma e già vicecapo della Polzia, Giuseppe Pecoraro, e quello dell’attuale prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi.

GIUSTIZIA: BONGIORNO O NORDIO

Infine la Giustizia, altro ministero chiave anche nel futuro Governo. L’ex magistrato Carlo Nordio, che è entrato di recente nelle file di Fratelli d’Italia, è sicuramente tra i papabili ma non è detto che la poltrona di via Arenula diventi sua, anche perchè la Meloni dovrà tener conto degli alleati e allora una candidata per il ministero della Giustizia potrebbe essere l’avvocato e parlamentare della Lega, Giulia Bongiorno che ha fama di moderata.

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