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Mediobanca sotto assedio: Caltagirone sale al 3% e prenota il 5%

Con il rafforzamento di Caltagirone, che fa seguito a quello di Del Vecchio, si stringe il cerchio intorno a Piazzetta Cuccia con l’occhio alle Generali, a cui i due imprenditori italiani guardano con impazienza in vista del rinnovo del board della prossima primavera

Mediobanca sotto assedio: Caltagirone sale al 3% e prenota il 5%

Si stringe il cerchio attorno a Mediobanca. Dopo Del Vecchio, che detiene già il 19% dell’istituto di Piazzetta Cuccia e medita di crescere ancora se la Bce glielo permetterà, ieri sera dal sito della Consob è sbucata la novità di Francesco Gaetano Caltagirone, il costruttore ed editore romano, che in un sol colpo ha triplicato la sua partecipazione in Mediobanca portandola dall’1 al 2,88% e opzionando un’ulteriore salita fino al 5,054% tra il 20 agosto e il 17 settembre prossimo, cioè prima dell’assemblea della banca d’affari milanese prevista per il 28 ottobre. Malgrado Caltagirone e Del Vecchio neghino, come è ovvio che sia per non incorrere nei vincoli Consob, di agire di concerto, è chiaro che hanno sempre più in mano Mediobanca con l’occhio sulle Generali dove nella prossima primavera si deciderà il rinnovo del board.

Di sicuro, con il 24% del capitale (19% più 5%), Del Vecchio e Caltagirone potranno di fatto orientare le scelte di Mediobanca, impedendo eventuali mosse autonome dall’Ad Alberto Nagel, che ha l’appoggio dei fondi esteri ma si vede sempre più assediato dagli ingombranti soci italiani e non potrà più fare il bello e il cattivo tempo in Generali, la partecipazione di pregio di Piazzetta Cuccia che da sola contribuisce in modo rilevante ai profitti di Mediobanca. Proprio alle Generali, guardano con crescente attenzione e impazienza sia Del Vecchio (che detiene il 4,8%) che Caltagirone (che di Generali ha in mano il 5,6%) con l’obiettivo di far pesare i loro pacchetti azionari nel momento in cui si dovrà decidere la guida del Leone di Trieste e, in buona sostanza, se confermare l’Ad Philippe Donnet o sceglierne uno meno indipendente. Da questo punto di vista la cartina di tornasole sarà rappresentata dalla decisione del board uscente di Generali di presentare o meno, come il nuovo statuto consente, una lista di candidati per il rinnovo del consiglio d’amministrazione che, se lanciata, aggirerebbe la forza azionaria di Del Vecchio e Caltagirone che sognano da tempo di mettere le mani sul Leone nella prospettiva di un grande polo della finanza italiana composto da Unicredit, Mediobanca e Generali.

Era fin troppo facile immaginare che con l’arrivo di Andrea Orcel alla guida di Unicredit e con l’interventismo di Del Vecchio e Caltagirone l’asse nobile della finanza italiana si sarebbe arroventato ed è esattamente quello che sta avvenendo anche se le prossime settimane e mesi promettono altre scintille.

Nel frattempo, in Borsa, gli investitori reagiscono alle novità: a Piazza Affari il titolo Mediobanca guadagna quasi il 2% a quota 9,72 euro, mentre le azioni Generali salgono dell’1,71% a 16,67 euro.

(Ultimo aggiornamento: ore 11.20 del 21 luglio).

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