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Mediaset sbanda in Borsa dopo le sentenze su Premium

Mediaset riceverà un risarcimento di 1,7 milioni per il mancato rispetto del contratto per l’acquisto di Premium – Secondo il Tribunale di Milano però i francesi non hanno violato i patti parasociali e non hanno attuato concorrenza sleale

Mediaset sbanda in Borsa dopo le sentenze su Premium

Giornata difficile a Piazza Affari per il titolo Mediaset, che a metà mattinata cede il 4% a 2,364 euro zavorrata dalle tre sentenze emesse dal Tribunale di Milano. Secondo quanto stabilito il 19 aprile dai giudici, Vivendi (-1,08% a Parigi) dovrà risarcire a Mediaset e Rti 1,7 milioni di euro per il mancato rispetto degli obblighi “preliminari e prodromici” sull’acquisto di Mediaset Premium. Le buone notizie per la casa del Biscione finiscono qui. Altre due sentenze hanno infatti stabilito che il gruppo francese non ha violato i patti parasociali e non ha messo in atto nessuna concorrenza sleale. Con queste decisioni, il Tribunale Civile di Milano pone fine a una battaglia lunga cinque anni. Almeno in prima battuta, dato che Mediaset ha intenzione di fare appello in relazione alla cifra stabilita come risarcimento. La partita resta aperta sul piano penale.

“La decisione del Tribunale di Milano è negativa considerate le richieste di danni di Mediaset”, che raggiungono i 3 miliardi, hanno commentato gli analisti di Equita, sottolineando che “la società avrà una posizione meno vantaggiosa in un’eventuale negoziazione con Vivendi, che ci attendiamo sarà avviata nei prossimi mesi”. Equita ha dunque ridotto da 392 a 115 milioni la stima del valore complessivo dei risarcimenti attesi nella causa per danni con Vivendi, aspettando il ricorso di Mediaset. D’altra parte, aggiungono, viene mantenuto “un premio speculativo del 15% sulla valutazione perché Mediaset dovrà comunque accelerare con la propria strategia di internazionalizzazione e quindi un confronto con Vivendi, che controlla il 28,8% della società e può bloccare operazioni straordinarie, ci dovrà essere”. 

Scendendo nei dettagli della sentenza, i giudici Daniela Marconi, Amina Simonetti e il presidente Angelo Mambriani hanno stabilito che Vivendi ha violato il contratto per l’acquisto di Mediaset Premium e ha respinto la tesi secondo cui da parte di Mediaset ci sarebbe stato un “raggiro” nella fase preliminare delle trattative che nell’aprile 2016 portano alla firma del contratto per l’acquisizione della pay-tv di Cologno. Su queste basi è stato stabilito un risarcimento pari a 1,7 milioni di euro che il gruppo francese dovrà versare a Mediaset.

Sono invece state respinte le richieste di risarcimento. Fininvest chiedeva 2,5 miliardi per violazione dei patti parasociali legati alla cessione di Mediaset Premium, patti che obbligavano Vivendi a non salire oltre il 3,5% in Mediaset. Il Biscione chiedeva altri 3 miliardi per la tentata scalata che ha portato Vivendi a detenere azioni pari al 28,8% del capitale, diventando il secondo azionista di Cologno. Secondo i giudici l’acquisto di Azioni Mediaset da parte di Vivendi per un quantitativo di poco inferiore al 30% del capitale “non è avvenuto in violazione delle previsioni del contratto”. L’operazione non può essere ritenuta illegittima anche in ragione della sentenza della Corte europea di Giustizia del 3 settembre scorso che ha accolto il ricorso di Vivendi contro la disposizione dell’Agcom che, sulla base della legge Gasparri, ha limitato l’esercizio dei diritti di voto dei francesi nelle assemblee Mediaset. Insomma nessuna concorrenza sleale da parte del gruppo di proprietà della famiglia Bolloré che incassa una vittoria importante anche in vista delle nuove assemblee del gruppo lombardo.

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