Oggi accade sempre più di rado, ma un tempo la strada era il luogo sicuro in cui tutti si sentivano al sicuro, in cui tutto poteva essere fatto perché non sarebbe mai accaduto nulla di male. I bambini crescevano in strada, ci giocavano e facevano lì la loro prima esperienza del mondo. Poi il mondo stesso è cambiato, sono cambiate le percezioni che le persone hanno di lui. Probabilmente questa retorica vale ancora oggi in alcuni centri più raccolti, ma in città meno.
A Roma però, il Museo MAXXI rilancia la strada – intesa come luogo di interazione tra pubblico e privato e strumento di rigenerazione dello spazio urbano – nella mostra dal titolo La strada. Dove si crea il mondo, considerandola come luogo di condivisione e innovazione, principale laboratorio per artisti, architetti e creativi. La rassegna sarà a Roma fino al 28 aprile 2019 ed è stata curata da Hou Hanru con la collaborazione del team curatoriale del MAXXI.
Più di 140 artisti e oltre 200 opere sono stati chiamata a raccolta per comporre il racconto multiculturale, poliglotta, colorato, spaventoso, stimolante, assordante delle strade di tutto il mondo, il vero grande laboratorio di discussione, creazione, confronto, dove si inventa l’era contemporanea. Si tratta di una mostra multimediale dove opere d’arte comunemente intese si susseguono a progetti di architettura, fotografie, performance, interventi site specific e video tutti capaci di accogliere il visitatore in una successione di gallerie che formano una strada lunga decine e decine di metri.
Un percorso organizzato per temi – le azioni pubbliche, la vita quotidiana, la politica, la comunità, l’innovazione, il ruolo dell’istituzione – fondamentali per comprendere le nuove funzioni e identità della strada contemporanea. Gli spazi del museo sono trasformati in luoghi aperti in cui gli interventi artistici rivelano usi critici e alternativi dello spazio urbano, concepito come luogo in cui si attivano nuove modalità di creazione artistica, di manifestazione politica, di innovazione tecnologica e di condivisione degli spazi comuni. Partendo dalla convinzione che sia il luogo in cui si crea il mondo, lo spazio viene analizzato come manifesto della vita contemporanea, scenario e punto di vista privilegiato dell’esperienza del quotidiano, un paesaggio in cui la comunità creativa e quella cittadina danno vita a una nuova comunità e a un nuovo mondo di creatività urbana.
La strada è analizzata come manifesto in continua mutazione della vita contemporanea, elemento di connessione ma anche di rottura, scenario delle esperienze del quotidiano come i festival di strada, i cinema estemporanei o lo street food.
Offrendo le proprie azioni e riflessioni alle comunità che abitano la strada e invitandole alla partecipazione attiva, gli artisti hanno incitato la collettività a riflettere sugli aspetti politici, economici, culturali e sociali della vita urbana. Questo ha trasformato la strada in un nuovo campo di battaglia intellettuale, sociale e politico: un laboratorio per l’esercizio della libertà civica, un terreno di scontro tra sviluppo tecnologico e resistenza all’invasione della privacy, teatro di progetti innovativi e creativi dedicati a temi nodali come la crisi economica, urbana e politica, la giustizia sociale, i nuovi modi di abitare lo spazio, lavorare e generare scambi e le questioni climatico-ambientali.
Le sezioni della mostra focalizzano l’attenzione su alcune questioni fondamentali per la comprensione delle nuove funzioni e delle molteplici identità della strada nel mondo contemporaneo: l’analisi storica delle proposte teoriche e progettuali (Mapping), le azioni pubbliche (Interventions), l’attivismo politico (Street Politics), la vita quotidiana (Everyday Life), l’innovazione tecnologica (Good Design), la comunità (Community), il ruolo dell’istituzione (Open Institutions).
Come si legge nella scheda di presentazione della mostra, la strada, il luogo dove si crea il mondo, è un manifesto in continua mutazione della vita contemporanea, allo stesso tempo elemento di connessione e teatro di scontri, punto di vista privilegiato da cui osservare e riprendersi l’esperienza del quotidiano.
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