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Manovra, nuove idee: tassa sulla plastica e card anti-evasione

Il Tesoro studia un nuovo prelievo sugli imballaggi in plastica – Sul tavolo anche una rimodulazione dell’Iva: aumenti sul lusso, tagli sulle bollette – La card anti-evasione sarà gestita da Poste

Manovra, nuove idee: tassa sulla plastica e card anti-evasione

L’ultima idea è la tassa sulla plastica. Scartata l’ipotesi del balzello sulle merendine, così come quella della “sugar tax” sulle bibite gassate – troppo impopolari perché colpivano consumi tipici dei bambini – nella faretra del Governo rimane una sola freccia fiscale per rastrellare coperture utili alla legge di Bilancio. La chiamano “tassa sugli imballaggi”, ma in realtà colpirebbe anche bottiglie, contenitori, confezioni alimentari e ogni altro tipo di recipiente in plastica.   

I tecnici del Tesoro stanno valutando la possibilità d’introdurre un prelievo da 0,2 euro al kg. Qualcosa di simile a una nuova accisa, che peserebbe sulla produzione come sull’importazione di plastica.

La misura potrebbe avere un impatto ambientale positivo, spingendo produttori e consumatori a ridurre l’utilizzo della plastica. Tuttavia, c’è anche il rischio che l’aggravio, trasferendosi sui prezzi finali, si trasformi in una nuova zavorra per i consumi. In quel caso, al di là del beneficio per le casse pubbliche, si produrrebbe un effetto recessivo sull’economia reale.

Anche su questo si ragiona a Via XX Settembre e a Palazzo Chigi, dove la discussione è appena iniziata. Il confronto all’interno della maggioranza e del Governo è ancora aperto e il cammino che porta alla stesura finale della manovra e del decreto fiscale collegato durerà ancora diverse settimane. 

Il capitolo più rovente su cui manca ancora l’accordo è il blocco degli aumenti Iva. Uno stop generalizzato costerebbe 23,1 miliardi e di fatto impedirebbe al Governo di varare altre misure significative. Si fa strada perciò l’idea di consentire l’aumento dell’imposta su singoli prodotti (ad esempio alcuni beni di lusso) per liberare risorse da investire nel sostegno ai redditi più bassi.

Sostegno che si tradurrebbe in una riduzione sempre dell’Iva su un fronte particolarmente sensibile: quello delle bollette di luce e gas. Si parla di una riduzione dell’aliquota sull’uso domestico dal 10 all’8%, in modo da disinnescare i recenti aumenti. Tuttavia, Renzi e Di Maio hanno già detto di non essere d’accordo nemmeno con gli aumenti selettivi dell’Iva.

Del resto, tutto questo non basterebbe a mettere in cantiere anche un taglio del cuneo fiscale e un piano di misure per l’ambiente, nemmeno ipotizzando un aumento del rapporto deficit-Pil al 2,2/2,3%, dall’1,6% attualmente previsto. Servono altre coperture. Una parte potrebbe arrivare dalla chiusura di alcune finestre — al momento trimestrali per i dipendenti e semestrali per gli autonomi — che permettono l’accesso alla pensione con quota 100.

La fetta più significativa dovrebbe però essere collegata al taglio delle tax expenditures, le agevolazioni sotto forma di deduzioni e detrazioni, che generano minori entrate per le casse pubbliche di oltre 75 miliardi l’anno. Il Governo punta a recuperarne almeno cinque, senza però toccare i bonus destinati ai redditi più bassi. Un lavoro complicatissimo, annunciato varie volte negli ultimi decenni ma finora mai realizzato con risultati significativi.

Infine, il capitolo della lotta all’evasione. Il Governo sta pensando a una card, gestita dalle Poste italiane, da utilizzare per i pagamenti elettronici e per ricevere gli eventuali bonus e incentivi previsti per chi paga con moneta elettronica. Servirebbe anche come carta d’identità e tessera sanitaria.

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