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Manovra, i consigli delle commissioni al Governo

Mentre il Governo si appresta a porre ancora una volta la fiducia sul provvedimento per arrivare all’approvazione definitiva da parte del Senato, con ogni probabilità già domani, le commissioni Lavori pubblici, Industria, Lavoro e Agricoltura si riuniscono per dare suggerimenti all’Esecutivo sulle misure necessarie per migliorare la manovra.

Manovra, i consigli delle commissioni al Governo

La manovra si avvia all’approvazione con il Governo che metterà la fiducia anche al Senato e con il voto finale previsto per domani nel pomeriggio. Ma intanto dalle commissioni chiamate a esaminare la manovra e a esprimere un parere, giungono all’esecutivo suggerimenti e sollecitazioni. Che riguardano i rischi legati al caro-benzina, l’attenzione alle piccole e medie imprese, le liberalizzazioni, le tasse portuali.

Dalla commissione Lavori pubblici arriva l’indicazione dell’opportunità di “vigilare perché eventuali dinamiche speculative sul costo del carburante non determinino ulteriori aggravi dei costi di trasporto”. Altro capitolo: al fine di promuovere lo sviluppo della portualità turistica, “fondamentale volano per l’economia delle regioni costiere”, garantendo, al contempo, la razionale programmazione degli interventi sul territorio e il necessario controllo degli stessi da parte delle pubbliche amministrazioni competenti. La medesima commissione Lavori pubblici ritiene che “sarebbe opportuno estendere lo strumento della finanza di progetto anche alle opere da realizzarsi per finalità diportistiche, integrando la normativa relativa al cosiddetto project financing con quella speciale in materia di realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto”. Liberalizzazioni: sarebbe opportuno “introdurre nel settore del trasporto pubblico locale e del servizio ferroviario universale, elementi, strumentali e normativi, finalizzati a realizzare un sistema più concorrenziale nelle dinamiche fra possibili soggetti idonei a realizzare servizi”.

La commissione Industria punta in particolare l’indice sulle aziende di piccole dimensioni sollecitando a “valutare con estrema attenzione ogni possibile intervento a sostegno delle piccole e medie imprese che sono chiamate ancora a far fronte ai ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione, nonostante la difficile crisi finanziaria abbia ridotto drasticamente i loro margini di liquidità, e l’adozione di misure che permettano la piena attuazione della direttiva comunitaria n. 7/2011 relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”. Non solo: si invita a “predisporre ogni strumento utile per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese con particolare riguardo a quelle di piccole e medie dimensioni”.

La commissione Lavoro non nasconde che “nonostante le rilevanti modifiche introdotte, la manovra economica richiede pesanti sacrifici ai cittadini, alle lavoratrici ed ai lavoratori, ai pensionati, alle imprese, agli enti territoriali ed alle varie categorie sociali di questo Paese” e per questo, nell’esprimere il proprio parere, sottolinea come “debbano essere ricercate soluzioni adeguate a riequilibrare, rispetto l’accesso alla pensione, in particolare la condizione esistenziale e lavorativa delle donne, nonché quella delle lavoratrici e dei lavoratori precocemente entrati nel mondo del lavoro ed a promuovere politiche di sostegno all’invecchiamento attivo”

La commissione Agricoltura rileva come il modulo che eleva il moltiplicatore applicabile per il calcolo del valore dei terreni agricoli – ai fini dell’imposta municipale propria – dalla soglia di 75 alla soglia di 130 “risulta fortemente penalizzante per le imprese agricole, per le quali il terreno stesso costituisce un bene strumentale imprescindibile per l’esercizio dell’attività produttiva”. E dunque per i senatori “tale disposizione dovrebbe quindi essere soppressa o, in subordine, qualora non si intendesse accogliere tale indicazione, dovrebbe quantomeno essere esteso il moltiplicatore di 110 a tutti i soggetti aventi i requisiti di imprenditore agricolo professionale, a prescindere dal presupposto dell’iscrizione degli stessi alla previdenza agricola”.

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