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Madrid alla riscossa, occhio alle banche e a Mediaset-Vivendi

Le imponenti manifestazioni popolari degli unionisti nel fine settimana fanno sperare anche i mercati sulla possibilità di disinnescare la mina vagante dell’indipendenza catalana – Cina sui massimi – Wall Street attende le trimestrali – Oggi gli stress test Bce sulle banche europee mentre tra Berlusconi e Bolloré si ritenta il dialogo

Si riparte domani: undici campioni contro il Toro. Tante saranno le Corporations che, a partire dal giorno 10, inaugureranno la campagna delle trimestrali, l’occasione per fare il punto sui mercati dopo la corsa di questi mesi. Nell’ultima settimana gli indici hanno messo a segno un incremento. Wall Street oltre ai buoni dati macro con la disoccupazione scesa al 4,2% a settembre, minimo dal 2000, scommette sull’arrivo della riforma fiscale, ampiamente promessa dal presidente Donald Trump. Tra i più attesi, i numeri delle grandi banche: JP Morgan, Citigroup e Bank of America in testa. In arrivo anche i conti di Blackrock e Delta Airlines. Oggi il mercato obbligazionario Usa è chiuso.

Intanto arrivano dalla Cina nuovi segnali positivi: Shanghai, che ha riaperto i battenti dopo una settimana di vacanza, mette a segno un rialzo dell’1,3%. È il nuovo massimo da 21 mesi. Frena invece l’indice Pmi di Caixin: 50,6, poco sopra i confini tra espansione e stagnazione. Avanza anche Sidney. Restano chiuse invece le Borse del Giappone, Taiwan e Corea del Sud.

SCHAEUBLE FRENA: TROPPI DEBITI

Diverso il discorso per l’Europa, Wolfgang Schaeuble ha affidato al Financial Times il messaggio di congedo dal ruolo di ministro delle Finanze di Berlino in un momento assai delicato per la finanza globale. L’altolà della Bce alle sofferenze bancarie in Italia ha però rappresentato un brusco risveglio per i mercati azionari.

Al contrario Wall[ub1]  Street, nonostante la prevedibile stretta sui tassi, non accenna a rallentare (Dow Jones+1,6%). I verbali della Fed, in uscita mercoledì, dovrebbero confermare l’avvio dei tagli morbidi del bilancio della banca centrale. Più del tonfo dell’occupazione segnalato dalle statistiche di venerdì (solo 33 mila nuovi posti, drogato dagli effetti degli uragani) conta l’aumento delle buste paga: il 90 per cento abbondante degli operatori prevede un aumento dei tassi a dicembre.

La Cina, a due settimane dal Congresso, rinvia per ora il confronto con l’esposizione di banche, imprese e famiglie. Più interessante, per ora, Tokyo, oggi chiusa per festività. La sfidante alla poltrona del premier Shinzo Abe, la sindachessa di Tokyo Yukio Koike, ha messo a punto un programma a “somma zero”: niente incentivi al mercato, niente stimoli monetari. Sarà interessante valutare la risposta dell’elettorato.

IN AGENDA IL FONDO MONETARIO E IL PREMIO NOBEL

Si apre in questo clima domani a Washington il meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. La crescita, per il 2017, dovrebbe assestarsi sul 3,5%. Per il 2018 la previsione sale al 3,7%-3,8%, ma crescono anche le diseguaglianze. È atteso anche l’intervento del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Al solito, cresce l’attesa per la nomina del nuovo premio Nobel dell’economia.

Ma al centro del dibattito resta la vecchia Europa, dilaniata da dubbi e contese, pur sostenuta dalla miglior congiuntura economica dallo scoppio della crisi. L’andamento dei listini ha già segnalato gli ostacoli: Madrid è stata la peggiore Borsa con un -2,1%, seguita da Piazza Affari (-1,4%). In direzione opposta si è mossa Francoforte, con il Dax che è volato ad aggiornare i massimi di sempre con un guadagno cumulato del 2%, al pari di Londra.

Tra i singoli titoli, venerdì ha brillato l’auto tedesca: Bmw ha guadagnato il 5,2%, bene anche Volkswagen e Daimler (+3%). Male, al contrario, le banche italiane e spagnole.

OGGI L’EUROGRUPPO, AL VIA LE ASTE DEL TESORO

Oggi l’Eurogruppo si riunisce per dibattere sul meccanismo europeo di stabilità e sul carico fiscale sul lavoro. A Bruxelles parte intanto, tra mille difficoltà, il nuovo round negoziale sulla Brexit. Le attenzioni però restano concentrate sulla crisi catalana. Come ha scritto la Vanguardia, a proposito della scellerata leggerezza dell’ultima settimana, “stiamo mostrando al mondo la nostra discordia, i nostri errori di calcolo, la nostra incapacità di dialogo, la nostra tendenza al conflitto, questa nostra capacità autodistruttiva”. Il sospetto è che, come accadde ottant’anni fa, possa tornare d’attualità la previsione dei fratelli Rosselli: “Oggi in Spagna, domani in Italia”.

Si terranno in settimana le aste del Tesoro di metà mese. Si comincia mercoledì 11 ottobre con l’offerta di 6 miliardi di euro in Bot a 12 mesi contro i 6,25 miliardi in scadenza. Il giorno dopo toccherà ai Btp. Sul fronte dei governativi il rendimento del bund tedesco è ritornato da dove era partito venerdì scorso allo 0,462%.

BOLLORÉ E BERLUSCONI, RIPARTE LA TRATTATIVA

Sul mercato azionario si segnalano le prime prove di accordo tra Telecom Italia e Mediaset. Per conto della società italiana tratta il responsabile dell’ufficio legale Daniel Guérin. Per Tim l’avvocato Sergio Erede. Intanto Naguib Sawiris rinnova le sue avances sul gruppo italiano: “Punto sull’Italia e guardo a Telecom”, ha dichiarato al sole 24 Ore.
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