Condividi

Made in Italy, vola l’export bio (+16%): Germania, Francia e Benelux le principali destinazioni

Negli ultimi dieci anni il valore di vendita dell’agroalimentare biologico è quasi triplicato (+181%). Un consumatore su tre percepisce l’Italia come un’eccellenza nel food & wine

Made in Italy, vola l’export bio (+16%): Germania, Francia e Benelux le principali destinazioni

Nel 2022 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2021. A testimonianza di ciò anche i risultati sul lungo periodo, con un valore, in dieci anni, quasi triplicato (+181%). Questa la lettura sull’andamento del settore, elaborata da Nomisma alla luce delle ultime analisi prodotte dall’Osservatorio SANA.

I risultati del monitoraggio saranno presentati in occasione della quinta edizione di Rivoluzione Bio – manifestazione prevista all’interno del 35° Salone Internazionale del biologico e del naturale – in programma a BolognaFiere dal 7 all’8 settembre. Secondo le anticipazioni, lo scorso anno la gran parte delle esportazioni bio (81% del totale) riguarda il food per un valore di 2,7 miliardi, con una crescita del +16% sul 2021. Rilevante anche il ruolo del vino che pesa per il restante 19%. In termini assoluti si parla di 626 milioni di euro in vino, +18% rispetto al 2021 e una quota sul totale dell’export vitivinicolo italiano dell’8%.

Germania, Francia e Benelux tutti pazzi per il bio Made in Italy

Le principali destinazioni in Europa per food italiano bio sono la Germania, Francia e Benelux. Per il vino a guidare è ancora il mercato tedesco, seguito da Paesi Scandinavi e Benelux. A decretare il successo del biologico italiano all’estero, resta la qualità dei prodotti e il generale interesse del consumatore straniero per il made in Italy (indicati rispettivamente dal 66% e dal 60% delle imprese). Sono considerati elementi di successo anche l’equivalenza del marchio bio europeo (34%), l’elevata spesa media pro-capite per i prodotti bio (33%) e le garanzie associate ai prodotti agroalimentari bio (24%).

Secondo le imprese italiane, gli aspetti che rappresentano i maggiori ostacoli alla vendita dei propri prodotti bio all’estero sono, invece, i costi legati alle attività di promozione sui mercati internazionali (percepiti come ostacolo dal 42% delle imprese), le normative/burocrazie locali e la concorrenza di prezzo da parte delle imprese locali (fattori indicati entrambi dal 37%).

In tutti i mercati analizzati, si evidenziano enormi opportunità di crescita: dal consumatore l’Italia viene sempre e comunque percepita come top quality nel food & wine – in media uno su tre posiziona l’Italia al primo posto nella classifica dei Paesi da cui provengono i prodotti alimentari di maggiore qualità.

Commenta